CAMERA DEI
DEPUTATI
Comitato
sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese
L’audizione del sottosegretario agli
Esteri Mario Giro
“La rete degli Istituti Italiani di
Cultura richiede un aggiornamento vista la limitazione delle risorse e del
personale ed una distribuzione geografica superata. È in corso una riflessione
per ridurre la presenza degli IIC in Europa e aprire nuove presenze in aree
prioritarie come Asia e Paesi del Golfo”
ROMA – Una ricognizione di organismi e risorse destinati alla promozione della lingua italiana all’estero quella illustrata al Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera dei Deputati dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro, che ha tra la sue deleghe le questioni relative alla diffusione di cultura e lingua italiana nel mondo.
Un’analisi che offre un quadro preliminare dei provvedimenti recentemente attuati nel settore con la spending review e in vista di una riforma complessiva della materia di cui si discute da diverso tempo e sollecitata da più parti.
In premessa una considerazione tesa a evidenziare le potenzialità e l’attrazione esercitata dalla lingua italiana fuori dai confini nazionali: la crescita del numero di coloro che decidono di avvicinarsi all’italiano, nonostante la riduzione delle risorse finanziarie messe in campo dallo Stato e in confronto a quanto avviene nei principali Paesi europei. Secondo i dati forniti dal sottosegretario, la Francia investe 760 milioni di euro per la promozione linguistica offerta da Alliance Française – 625 milioni, se escludiamo i fondi destinati al personale impiegato, - ed ha un tasso di autofinanziamento delle proprie attività che raggiunge il 50%; il British Council riceve 826 milioni annui di finanziamento pubblico, che copre il 28% del suo fabbisogno finanziario; il Goethe Institut 218 milioni di euro; lo spagnolo Cervantes 97 milioni di euro. “12 milioni di euro sono le risorse destinate dall’Italia ai suoi 90 Istituti Italiani di Cultura presenti all’estero – rileva Giro, - cui si affiancano, nella rete di promozione della cultura italiana, oltre 140 istituzioni scolastiche, 146 enti gestori dei corsi di lingua italiana, 176 lettori di ruolo, 146 lettori a contratto locale”: una rete che “copre attualmente 250 città del mondo, con costo medio per città di circa 42 mila euro”. Ad essa si aggiungono le 399 sedi delle Società Dante Alighieri presenti all’estero, per un totale di studenti di italiano quantificato in 600 mila persone.
Nel dettaglio delle attività, il sottosegretario richiama i corsi destinati alla nostra collettività residente all’estero - offerti dagli enti gestori, - che raggiungono il 50% degli studenti (300 mila), istituiti “inizialmente per tenere vivo il legame con la lingua di origine e ora strumento della strategia generale di diffusione dell’italiano”, grazie alla loro capillare diffusione nei sistemi scolastici dei Paesi ospitanti. Una diffusione che garantisce un ampio bacino di utenza e stadi avanzati di competenza linguistica (sino al livello universitario), e su cui il Mae ha deciso di puntare in concomitanza al calo di risorse registrato su questo capitolo di spesa: “siamo passati da 26 milioni di euro a circa 10 milioni stanziati nel 2013, sensibile contrazione – ammette Giro – a cui è stata affiancata un’intensa opera di razionalizzazione delle iniziative”, razionalizzazione che ha ridotto gli enti gestori, specie tramite accorpamento, da 279 (nel 2008) ai 146 attuali.
Agli 89 IIC presenti all’estero in circa 60 Paesi nel 2014 saranno destinati 11 milioni di euro, un milione di euro in meno rispetto all’anno in corso per effetto della spending review. “Essi generano però autonomamente 17 milioni euro grazie ai corsi di lingua organizzati – afferma Giro, evidenziando come il nostro tasso di autofinanziamento medio (51%) sia analogo a quello francese. “Ogni euro pubblico investito negli IIC ne genera 1.8 in Asia e 2.3 in America latina, che sono le aree dove si registra un maggior profitto. A Lima, per esempio, per ogni euro pubblico, l’Istituto ne genera 10, a Rio de Janeiro 5, ad Istanbul 3.3, a Beirut 2”. Solo Stati Uniti ed Europa sono da meno, nel primo caso per “restrizioni imposte dalla normativa americana”, nel secondo “per la maggior presenza di soggetti privati che insegnano l’italiano” e “per i molteplici veicoli esistenti di apprendimento”.
Giro sottolinea come questi dati sul bacino di utenza, uniti a quelli della presenza geografica degli Istituti, rivelino un “disallineamento” su cui, in una fase di ri-organizzazione della rete consolare italiana, si intende intervenire applicando analoghi principi: limitazione oggettive (risorse e personale in costante diminuzione) e nuova realtà geopolitica mondiale. Il sottosegretario indica come il 40% degli IIC si trovi in Europa, il 9% in Nord America, il 12% in America latina, l’11% nell’Europa extra Unione, il 2% in Oceania, l’11% in Asia. Due soli sono gli IIC in Africa. A questi dati corrispondono le percentuali degli stanziamenti - il 40% dei fondi sono destinati all’area europea, mentre per le altre aree si supera quasi sempre di poco la soglia del 10% - e il numero del personale impiegato: su 498 unità di personale, 196 si trovano in Europa, 48 nei Paese europei extra Unione, 72 in Nord America, 27 in America latina, 40 in Medio Oriente, 10 in Africa, 11 Oceania e 34 in Africa. Anche la diffusione degli enti gestori è più consistente in Europa – 49%, sul 39% presente in America latina – così come quella dei lettorati (ridotti con l’ultima fase della spending review – fa sapere Giro – di 30 unità).
“Il bilancio complessivo del sistema di promozione della lingua italiana nel mondo è passato dai 195 milioni di euro nel 2008 ai 152 milioni di euro oggi. A ciò si aggiunge la riduzione degli organici: gli addetti alla promozione culturale – afferma il sottosegretario - sono 140 funzionari su una pianta organica di 184 unità, 11 sono i dirigenti. Nel 2008 la pianta organica era di 194, con 11 dirigenti”. La rete degli IIC, ribadisce Giro, è “tra i maggiori punti di forza della Farnesina”, ma richiede ora “un aggiornamento” vista la limitazione di risorse e personale ed una “distribuzione geografica che risale al 1925 ed è superata”. Tale rimodulazione dovrà tener conto della presenza di soggetti istituzionali e privati che già operano nel settore, della domanda di offerta culturale e della crescita delle aree emergenti. “È in corso quindi una riflessione per ridurre la presenza degli IIC in Europa e aprire nuove presenze in aree prioritarie come Asia e Paesi del Golfo, oltre che per l’attuazione di iniziative necessarie a rendere più flessibile il sistema attuale. In questa direzione – sottolinea il sottosegretario - vanno le proposte normative attualmente all’esame della Camera dei Deputati per accreditare gli IIC in più Paesi e predisporre l’invio di personale dell’area culturale anche presso Consolati e Ambasciate”. Richiamata inoltre la riduzione stabilita per il personale scolastico inviato dall’Italia nelle scuole italiane all’estero (dalle 1024 unità esistenti al momento dell’entrata in vigore del decreto di spending review a 624 unità): riduzione che ha coinvolto nell’anno scolastico 2012-2013 134 unità e in quello successivo 57, con “automatismi che hanno creato alcune criticità”. Giro richiama a questo proposito la “mancanza di alcuni profili professionali di docenza che potrebbero pregiudicare l’avvio dell’anno scolastico, la drastica riduzione di dirigenti scolastici cui sono demandati compiti di monitoraggio e controllo iniziative, l’inosservanza di impegni internazionali assunti in relazione a scuole straniere e internazionali anche rispetto alla contestuale riduzione di risorse finanziarie”. Criticità, rileva, che potranno essere attenuate dal decreto legge sulla razionalizzazione della pubblica amministrazione al momento al vaglio della Camera dei Deputati e che prevede l’invio in via eccezionale di docenti e dirigenti scolastici all’estero. Tra le altre attività in campo, ricordata la collaborazione con l’Associazione italiana editori, le borse di studio offerte nell’ambito della cooperazione interuniversitaria (per una spesa totale di circa 3 milioni di euro), il supporto ad iniziative avviate nel settore delle ricerca, scientifica e tecnologica, i contributi a 144 missioni archeologiche italiane all’estero e l’importanza attribuita all’attività dell’Unesco, di cui è attesa a novembre la Conferenza generale. Il sottosegretario auspica dunque “una revisione in senso unitario della disciplina della promozione della lingua italiana all’estero”, attraverso un raccordo tra i diversi attori e avvalendosi anche dei risultati dell’indagine conoscitiva sulla materia che il Comitato si propone di riprendere attraverso la Commissione Affari esteri e con la collaborazione della Commissione Cultura della Camera (vedi anche l’intervista al presidente del Comitato, Fabio Porta, di Inform ieri: http://www.comunicazioneinform.blogspot.it/2013/10/il-presidente-fabio-porta-fa-il-punto.html).
“Nel frattempo è possibile garantire flessibilità al sistema con limitati aggiustamenti normativi ed un migliore coordinamento dei soggetti operanti in questo settore – afferma Giro, ricordando come la pluralità di attori possa essere una ricchezza “se non c’è competizione troppo forte e si favorisce la sinergia” tra essi. Sinergia e coordinamento che però ancora mancano e a cui poteva arrivare invece un valido contributo dalla Commissione per la promozione della lingua italiana “cancellata dalla spending review, pur essendo a costo zero – rileva Giro, augurandosi la creazione di un nuovo luogo “per una programmazione pluriennale e sinergica”. Un auspicio che potrebbe ripartire organizzando – suggerisce il sottosegretario – una conferenza unitaria dei direttori degli IIC all’estero. Tra gli appuntamenti di maggior rilievo annunciati, l’Anno della Cultura italiana in America latina, previsto per il 2015, e su cui è in corso la riflessione su eventi e preparativi.
Nel corso del dibattito è intervenuta Laura Garavini, deputata eletta per il Pd nella ripartizione Europa, che ha segnalato la problematicità della ripartizione nel Mae delle deleghe riguardanti l’oggetto dell’audizione ed evidenziato come le criticità del quadro fornito meritino il dovuto approfondimento attraverso la ripresa dell’indagine sopra richiamata. In vista di una riflessione utile ad una riforma organica del settore, l’esponente democratica chiede che si sospendano tagli ed interventi come quelli orientati al riposizionamento geografico degli IIC richiamato dal sottosegretario. Mentre Franco Cassano (Pd) chiede informazioni su quali siano gli aspetti della cultura italiana più ricercati e apprezzati all’estero, Gianni Farina, deputato eletto per il Pd nella ripartizione Europa, suggerisce la creazione di un “Dipartimento speciale” che si occupi del rapporto culturale tra Italia e altri Paesi del mondo, così da adeguare l’offerta culturale, intesa in senso più ampio e non limitata al solo settore linguistico, ai diversi contesti e alle potenzialità che vi emergono. Il presidente del Comitato, Fabio Porta, prima di cedere la parola al sottosegretario per la replica, torna sulla necessità di valutare quali siano le diverse possibilità di un intervento sugli IIC e sottolinea il legame tra lingua e cittadinanza italiana, legame che potrebbe essere potenziato in particolare in Paesi dove più forte è l’interesse per quest’ultima, come in America latina.
Giro conclude ribadendo come il problema del coordinamento sia dovuto, più che alla suddivisione delle deleghe all’interno del Mae, alle diverse competenze attribuite a Mae, Miur e Mibac sulla materia. “Manca una cabina di regia che poteva essere la Commissione che ho già citato e io penso che un organismo simile possa essere ripristinato – afferma il sottosegretario, rilevando poi come a determinare la necessità di chiudere alcuni IIC sia l’oggettiva insufficienza di personale e risorse a disposizione. La scelta di chiudere una sede in un Paese dove ci sono più Istituti sarebbe dunque da preferire, a parere di Giro, per mantenere una presenza in quanti più Paesi possibili. (Viviana Pansa - Inform)
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