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martedì 1 ottobre 2013

Riunione della Commissione Continentale Anglofona del CGIE

ITALIANI ALL’ESTERO
A Ottawa dal 27 al 29 settembre

Riunione della Commissione Continentale Anglofona del CGIE

La relazione del vice segretario generale Silvana Mangione

OTTAWA - Con due immagini “contraddittorie” - quella del presidente del Consiglio Letta in visita ufficiale in Canada che a Toronto definisce “Ambasciatori dell’Italia all’estero” i connazionali nel mondo, e quella del ministro degli Esteri Bonino che contemporaneamente, a New York, conferma la chiusura di vari Consolati - è iniziata a Ottawa, di fronte all’ambasciatore d’Italia Cornado, la relazione di Silvana Mangione, vice segretario generale del CGIE, alla Commissione Continentale per i Paesi anglofoni extraeuropei del CGIE.

Nel corso dei lavori - ha affermato Mangione - i Consiglieri del Canada e del Sud Africa ci descriveranno le perdite nette derivate dalla chiusura del Consolato di Edmonton, che siede su un enorme giacimento di petrolio e sta attirando investimenti e presenze di tutti i Paesi che hanno vocazione alla crescita internazionale e del Consolato di Durban, porto sull’Oceano Indiano di notevole importanza per il supporto logistico alle navi cariche di nostri prodotti, che scendono nell’emisfero australe attraverso il Canale di Suez.

Australia e Stati Uniti cercheranno di far comprendere come le chiusure di Brisbane e Newark porteranno danni gravissimi alle casse dello Stato, per le stesse ragioni vitali di presenza di una rete di grandi industrie e ditte italiane, di attracchi di navi che recano nella stiva il meglio delle nostre esportazioni, di ricchezza culturale e sociale, di comunità radicate nel territorio e perfettamente in grado di fare, appunto: “gli ambasciatori del Sistema Italia” nei nostri Paesi.

Il venir meno dell’Ufficio consolare di Adelaide annienterà una presenza culturale necessaria per far aumentare il numero di italofoni e italofili australiani, dando un colpo al volume dei consumi del Made in Italy, mentre costringerà i fruitori di servizi a fare ore di volo e salti di fuso orario ogniqualvolta la loro presenza fisica sia richiesta dalle autorità consolari per la erogazione di un atto pubblico.

Le giustificazioni che ci vengono date - ha proseguito il vice segretario del CGIE per i Paesi anglofoni extraeuropei - sono il risparmio imposto dalla Spending review (ma spending review impone che si debba economizzare mantenendo lo stesso livello di servizi e il risparmio, tutto sommato, è minimo) e il numero degli iscritti all’AIRE residenti in quelle circoscrizioni consolari. Non si considera che ogni Paese in cui risediamo ha una sua specificità e le esigenze e i modi in cui soddisfarle sono tanto diversi quanto diversi sono i servizi richiesti, le generazioni di emigrazione, gli interessi economici e finanziari, i corridoi di esportazione – importazione, i comportamenti della “nuova emigrazione”, la quale ultima, in notevole percentuale, a torto o a ragione, nei paesi di accoglienza in cui non esiste assistenza medica pubblica non si iscrive all’AIRE per non perdere quella italiana. Lungi da noi fare la guerra fra poveri, ma da troppo tempo chiediamo che l’onere dei servizi forniti dalla rete consolare nell’Europa Unita sia diviso fra i Consolati degli Stati membri, a favore di tutti gliexpats europei, anche se non cittadini del Paese al cui Consolato si rivolgono. Evitare in questo modo inutili moltiplicazioni di presenze farebbe risparmiare le risorse finanziarie e umane da adibire all’apertura di altre sedi in nazioni emergenti come futuri mercati chiave per l’Italia, senza bisogno di chiudere uffici in Paesi in cui le distanze sono enormi e la promozione del Sistema Italia e di Destinazione Italia deve essere potenziata.

Dopo aver osservato che le “nuove emigrazioni” sono formate in gran misura da esponenti della mobilità, che non si radicano in un solo luogo ma continuano a spostarsi per il mondo perseguendo il loro percorso di vita, la loro ricerca di arricchimento intellettuale ancor prima che economico, mentre al loro fianco è ripresa, massiccia e dolorosa, l’emigrazione del bisogno, che rimane nella maggior parte dei casi clandestina e ha esigenze completamente diverse alle quali si deve dare risposta, la Mangione ha affermato che, piaccia o no, tutte le fasce del mondo italiano all’estero sono più che mai legate e necessarie all’Italia e per l’Italia nel brutto momento che sta attraversando.

E l’Italia che fa? Proprio quando ha maggiore bisogno di noi, decide per bocca di “saggi” ed “esperti” che da un lato le nostre case in patria sono tutte seconde case e quindi che dobbiamo pagare una IMU molto più pesante, dall’altro che il nostro primo diritto di cittadinanza, sancito dalla nostra bellissima Costituzione, il diritto all’elettorato attivo e passivo, il diritto a votare ed essere votati deve essere di fatto cancellato.

Da ora in avanti - ha proseguito Magione - dobbiamo stare molto uniti, perché le spaccature ormai superate, per cui pareva quasi che il massimo livello di rappresentanza, per salvare se stesso, fosse pronto a minimizzare facoltà e poteri degli altri due livelli, si sono ritorte contro la punta della piramide della rappresentanza. Non si può appiattire la base dei Com.It.Es., spazzare via il centro portato e portante del CGIE e credere che il vertice parlamentare possa sopravvivere da solo, poggiato sul nulla.

Il tentativo di smantellamento è ancora in atto. Nel 2008 ci dissero che si sarebbe votato per il rinnovo dei Com.It.Es. entro il 2010, per consentire l’approvazione di una vituperata riforma di Com.It.Es. e CGIE, nel 2010 ci rinviarono nel 2012, nel 2012 per questioni di finanziamento ci hanno rimandato al 2014. Il nostro Segretario generale ha minacciato di dimettersi se le elezioni dei Com.It.Es. non saranno indette in tempo per rinnovarli davvero entro la fine di marzo 2014. A questo proposito, il rapporto felice che l’Italia ha ristabilito con l’attuale premier canadese ci fa ben sperare che nel 2014 i Consolati possano amministrare le votazioni dei Com.It.Es. anche in Canada. Ovviamente, però, questo passaggio delicato sarà gestito meglio se adopereremo tutti grande intelligenza e diplomazia, evitando le dichiarazioni populistiche ai mezzi di stampa, che spingerebbero il Governo canadese a irrigidirsi nel suo diniego. E un’ulteriore negazione di libere elezioni dei Com.It.Es. potrebbe tradursi nella proibizione anche della partecipazione in loco alle consultazioni politiche italiane. Questo sempre che la nostra rappresentanza diretta continui ad esistere.

Silvana Mangione ha concluso indicando gli altri argomenti all’ordine del giorno dei lavori della Commissione Continentale. “In questi giorni parleremo anche del tessuto vitale delle associazioni italiane e di origine italiana. Parleremo della lungimirante proposta di fare un monitoraggio socio-sanitario delle nostre comunità all’estero. Parleremo di lingua e cultura con contributi ad altissimo livello. Parleremo di una internazionalizzazione del Sistema Italia che abbia al centro gli italiani all’estero, come volano di importazioni e investimenti. I temi sono cogenti, la ricchezza di esperienze e conoscenze intorno a questo tavolo è enorme. Cominciamo dunque a lavorare”. (Inform)

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