RASSEGNA STAMPA
Da “La Stampa.it”
La Russia sequestra nave di Greenpeace. Tra gli
attivisti c’è anche un italiano
Il blitz nell’Artico su una piattaforma petrolifera
provoca l’intervento delle forze armate. Due persone arrestate e rilasciate.
Ora l’imbarcazione verrà trasportata nel porto di Murmansk
La nave Arctic Sunrise di Greenpeace, su cui ieri hanno
fatto irruzione funzionari della guardia costiera russa mentre si trovava nelle
acque dell’Artico, sta venendo portata verso il porto più vicino, nella città
di Murmansk. Lo rende noto la guardia costiera russa, spiegando che il tragitto
durerà tre o quattro giorni.
Secondo quanto riferisce Greenpeace, 15 uomini armati sono saliti
a bordo dell’imbarcazione, radunando in maniera violenta 29 attivisti, compresi
i due arrestati mercoledì per essersi arrampicati su una piattaforma
petrolifera di Gazprom. Il capitano della nave, spiega Faiza Oulahsen, tra gli
attivisti che si trovavano a bordo, è stato trattenuto separatamente sul ponte.
L’agenzia spiega che il capitano della nave si è rifiutato
di metterla in moto, quindi la guardia costiera è giunta sul posto per
trasportarla fino a Murmansk. “Hanno usato violenza contro alcuni di noi,
colpendo e spingendo la gente”, ha raccontato Oulahsen nel corso di una
telefonata dalla nave. La guardia costiera russa fa parte dell’Fsb, i servizi
segreti federali, eredi del Kgb. Liliya Moroz, rappresentante dell’Fsb nella
regione di Murmansk, ha spiegato a radio Ekho Moskvy che gli attivisti
potrebbero venire accusati anche di terrorismo. Secondo la legge russa, rientra
sotto terrorismo ogni azione volta a “violare la sicurezza generale, a
spaventare la popolazione o a influenzare l’azione governativa”, che danneggi
la proprietà o minacci le vite di altri. Comporta una pena fino a dieci anni di
carcere se la persona accusata non è armata.
Greenpeace riferisce di non riuscire a stabilire un contatto
con gli attivisti da ieri sera e di non aver ancora ricevuto alcuna
comunicazione ufficiale su queste accuse da parte dei servizi di sicurezza. Ma
conferma che si tratta del primo arresto su una nave di suoi attivisti nelle
acque russe in quasi due decenni. “Questa è una chiara detenzione di persone contro
il loro volere. Il terrorismo è un reato molto serio”, commenta Vladimir
Chuprov, capo del dipartimento energia di Greenpeace Russia. Attualmente la
nave si trova nel mare della Pecora, sezione del mar di Barents. (La Stampa.it,
20 settembre 2013)
Inform
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