CAMERA DEI DEPUTATI
Riunito il Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese
Il
presidente Fabio Porta fa il punto sull’audizione del sottosegretario
agli Esteri Mario Giro
Si
è parlato della riduzione delle risorse per la promozione della lingua e
cultura italiana all’estero, della riorganizzazione della rete degli Istituti
di Cultura, del completamento dell’indagine conoscitiva già avviata nella
scorsa legislatura sulla materia e della realizzazione nel 2015 del l’Anno della cultura italiana in America Latina
ROMA – Si è svolta alla Camera, presso il Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese, l’audizione del sottosegretario agli Esteri Mario Giro. Al centro del dibattito la promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo. Per avere una panoramica della discussione abbiamo chiesto al presidente del Comitato Fabio Porta di illustraci i temi trattati durante il dibattito e una valutazione sulle questioni affrontate.
“Questa audizione – ci ha spiegato Porta – è importante perché è la prima del nostro Comitato con il sottosegretario Giro che ha la delega per la lingua e la cultura italiana all’estero. Una competenza ampia che comprende gli Istituti Italiani di Cultura, la Dante Alighieri, gli enti gestori, e quindi la legge n.153 e il rapporto con il ministero della Pubblica Istruzione.
Avendo già sentito il vice ministro agli Esteri Archi, per quanto riguarda le problematiche degli italiani nel mondo più in generale, e il vice ministro agli Esteri Dassù ,per quanto concerne la rete consolare, l’audizione odierna sulla lingua e cultura italiana all’estero con il sottosegretario rappresenta dunque la conclusione di questo nostro giro di orizzonte con il Mae su tutte le tematiche di interesse degli italiani nel mondo, ma ci ricorda anche che la lingua e cultura italiana fanno parte integrante, come segnala anche la denominazione del nostro Comitato, della promozione del nostro sistema Paese nel mondo”. “Il sottosegretario – ha poi riferito Porta - ha svolto una relazione analitica e descrittiva della situazione attuale, illustrando il numero degli Istituti Italiani di Cultura, dei lettori di italiano, dei direttori didattici e dei professori. Giro ha anche collegato questa analisi della situazione ai progressivi tagli alle risorse che vi sono stati negli ultimi anni ai danni del Mae e di conseguenza anche alle politiche culturali. Il sottosegretario ha espresso preoccupazione per le conseguenze della riduzione delle risorse anche in relazione alla necessità di riorganizzazione la rete degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Giro – ha proseguito Porta - ha anche molto insistito sullo sbilanciamento storico della rete degli Istituti di Cultura , il loro posizionamento risale alla prima metà del secolo scorso, che appare prevalentemente concentrata sull’Europa. Il sottosegretario ci ha inoltre confermato le richieste sempre più forti di iniziative culturali e di promozione della lingua italiana che vengono da altre aree del mondo come ad esempio l’America Latina e l’Asia. Nuove esigenze a cui bisognerà andare incontro tenendo conto anche del rinnovato assetto geopolitico ed economico nel mondo”. Porta ha inoltre parlato della possibile realizzazione nel 2015, segnalata dal sottosegretario Giro, di un grande evento culturale, simile a quelli già realizzati in Russia e negli Stati Uniti, ovvero l’anno della cultura italiana in America Latina. Un’iniziativa che potrebbe attivare i primi eventi già nel 2014.
“Durante il dibattito- ha poi annunciato Porta – ho proposto al Comitato e al sottosegretario di riprendere da dove avevamo lasciato, completandone i lavori, l’indagine conoscitiva sulla lingua e la cultura italiana all’estero avviata alla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura. Una mia iniziativa che è stata accolta dal Comitato e che adesso vedremo di realizzare, possibilmente insieme alla Commissioni Esteri e Cultura. Io penso inoltre – ha precisato il presidente del Comitato - che questo strumento di indagine dovrebbe essere finalizzato alla realizzazione di un riorientamento della nostra presenza culturale all’estero e degli sforzi che l’Italia compie su questi temi, non basato sui semplici tagli delle risorse o chiusure di sedi, ma su altri criteri, come la riduzione degli sprechi, l’ ottimizzazione delle risorse e la valorizzazione delle aree del mondo dove vi sono più opportunità. Non si può infatti dimenticare che nel caso della cultura, come ci ha anche confermato il sottosegretario, a fronte di un euro investito vi sia un ritorno di risorse almeno doppio. Su un questo settore si dovrebbe dunque investire non tagliare. Quindi – ha proseguito Porta – l’indagine conoscitiva potrebbe impostare il suo lavoro da una parte sulla spending review, ovvero sui criteri di revisione e ottimizzazione della spesa, e dall’altra sulla discussione delle proposte di legge che riguardano il riordino di tutto il sistema di promozione e di diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo. Credo infatti, di questo argomento ha parlato anche il sottosegretario, che non sia più rinviabile, da un lato il varo di una legge che metta ordine e introduca un reale coordinamento fra tutte le voci e gli strumenti preposti, e dall’altro la creazione da subito, anche senza un intervento legislativo, di una cabina di regia operativa di tutti gli attori coinvolti nel settore. Nel corso del dibattito – ha concluso Porta – ho inoltre cercato di insistere sul fatto che dovremmo valorizzare, anche attraverso nuovi fondi, le risorse umane che lavorano all’estero in questo settore, operatori e contrattisti di grande professionalità, rinunciando magari a qualche investimento sulle strutture, edifici e palazzi, che abbiamo nel mondo”. Il Comitato presieduto da Porta tornerà a riunirsi la prossima in occasione dell’audizione di una delegazione del CdP del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. (G.M.- Inform)
Ma non sono venute fuori proposte precise per migliorare qualitativamente l'insegnamento della lingua italiana? Come ad esempio, aiuti alle scuole (per lo più private) che offrono corsi di italiano, spesso autofinanziati, ma sempre carenti di supporti, anzitutto di libri (anche testi letterari)? E non si parla di elabotare testi scolastici specifici per le diverse aree linguistiche? Insegnare l'italiano a lusofoni non è certo lo stesso che insegnarlo a francofoni (etc.)
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