SENATO DELLA REPUBBLICA
Riunito il Comitato per le questioni degli italiani all’estero
Illustrate dal
presidente Claudio Micheloni alcune possibili modifiche della legge 459 sul
voto all’estero
Nella proposta,
condivisa con i senatori del Pd eletti all’estero Giacobbe e Turano,
l’introduzione della registrazione preventiva degli elettori all’estero e la
creazione di comitati elettorali presso le sedi consolari e diplomatiche.
Chiesto un ampio dibattito sulla riforma della rappresentanza parlamentare degli
italiani all’estero con l’audizione del ministro Quagliariello e del Comitato
di Presidenza del Cgie
ROMA -Sì è riunito a Roma il Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero. Durante la seduta il presidente del Comitato Claudio Micheloni ha illustrato alcuni elementi di riflessione, condivisi con i senatori del Pd Francesco Giacobbe e Renato Turano, sulla elezione della rappresentanza parlamentare all’estero. Micheloni ha in primo luogo ricordato come nel 2001, dopo oltre 46 anni di dibattito parlamentare e la presentazione di 143 disegni di legge ordinari e costituzionali, sia stata approvata la legge del 27 dicembre n. 459, che ha introdotto nell’ordinamento l’opzione, per i cittadini italiani con residenza fuori dei confini nazionali, di esercitare il diritto di voto o dal Paese di residenza, con il meccanismo del suffragio per corrispondenza, oppure direttamente presso il comune italiano di iscrizione anagrafica.
Micheloni, dopo aver sottolineato che la legge 459 ha rappresentato una conquista per tutti cittadini italiani residenti all’estero e un passaggio fondamentale per la democrazia, ha però rilevato la necessità di modificare questa norma a causa delle varie carenze emerse nel corso delle elezioni del 2006, 2008 e 2013. Micheloni, fra le problematiche connesse al voto dei nostri connazionali nel mondo, ha in primo luogo segnalato le difficoltà di allineamento in via informatica, un’operazione volta all’individuazione del corpo elettorale fuori dai confini nazionali, dei dati contenuti nelle anagrafi degli italiani residenti all’estero (AIRE) con quelli degli schedari consolari. Un disallineamento dei dati che per Micheloni è dovuto sia alla presenza di errori di iscrizione, sia a casi di doppia registrazione o di mancata cancellazione dei cittadini all’estero negli schedari consolari e in quelli dell’AIRE. Il presidente del Comitato si è poi soffermato sui dubbi connessi alla sicurezza del sistema di voto per corrispondenza che ha registrato nella prassi di questi anni interferenze nelle fasi di spedizione e in quelle di recapito o ricezione del plico elettorale. Micheloni, dopo aver ricordato che la stampa delle schede all’estero e la spedizione dei plichi elettorali è stata spesso affidata dai consolati a società prese in appalto, ha rilevato come nel corso degli anni si sia cercato di elevare il livello di sicurezza delle spedizioni anche attraverso, come è avvenuto per le elezioni del 2008, l’invio del plico elettorale per raccomandata. Nuovi accorgimenti che non hanno però impedito ad una percentuale non trascurabile di plichi di essere restituiti al mittente.
Alla luce di queste problematiche vi è dunque necessità, secondo Micheloni, dell’attivazione di nuovi accorgimenti che eliminino ogni possibile interferenza nelle fasi di spedizione, recapito e ricezione dei plichi elettorali, come ad esempio la creazione di comitati elettorali presso i consolati, con rappresentanti designati dalle diverse formazioni politiche. “Un’ulteriore carenza emersa nella prassi, che ha generato errori e proteste dei cittadini italiani residenti all’estero, - ha poi precisato il presidente del Comitato - è dovuta alla mancanza di informazioni, che consentano all’elettore residente all’estero di confrontare le varie proposte e i diversi programmi avanzati dai candidati e dalle forze politiche che si presentano alle elezioni”.
Su questo punto da Micheloni sono dunque state prospettate alcune ipotesi, condivise con i senatori Giacobbe e Turano, volte ad esempio ad istituire un apposito elenco dei cittadini italiani residenti all’estero che manifestino la volontà di esercitare il diritto di voto direttamente dal paese di residenza, da tenersi presso l’ufficio elettorale istituito in ciascun Consolato. Nello specifico, secondo questa proposta, i consolati e le ambasciate dovrebbero inviare a ciascun cittadino avente diritto un plico con il modulo di iscrizione all’elenco elettorale, un opuscolo informativo sul voto all’estero e copia della nuova legge elettorale. Entro un mese dalla ricezione del materiale il cittadino, qualora fosse interessato all’iscrizione negli elenchi degli elettori, dovrebbe procedere alla compilazione dei moduli e rispedire il tutto ai rispettivi consolati o ambasciate di competenza. L’iscrizione all’elenco elettorale potrebbe altresì essere esercitata direttamente presso i consolati e le ambasciate che, durante una prima fase di iscrizione dovrebbero procedere ad una adeguata campagna di informazione da effettuarsi attraverso i rispettivi siti web istituzionali, i giornali locali, i giornali italiani e qualsiasi altro canale di comunicazione opportuno. Conclusa la prima fase di compilazione degli elenchi, i cittadini aventi diritto potrebbero comunque richiedere la propria iscrizione all’elenco elettorale recandosi direttamente presso i propri consolati o ambasciate ovvero utilizzando i Servizi consolari on line ove attivi. In questo contesto, sempre secondo la proposta illustrata da Micheloni, sarebbe inoltre da prevedere l’iscrizione, entro 45 giorni dalle elezioni, dei temporaneamente all’estero per motivi di lavoro o studio in appositi elenchi.
Sul fronte della sicurezza del voto per corrispondenza per Micheloni sarebbe poi opportuno che ciascun ufficio consolare, sotto il controllo del Comitato elettorale appositamente istituito, provveda ad inviare agli elettori all’estero, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o con altro sistema che né attesti la ricezione da parte dell’elettore stesso, il plico nominativo pervenuto dal Ministero dell’interno. Una volta espresso il proprio voto sulla scheda elettorale, l’elettore sarebbe tenuto ad introdurre nell’apposita busta la scheda o le schede elettorali, a sigillare la busta, ad introdurre la stessa nella busta affrancata unitamente al tagliando staccato dal certificato elettorale debitamente firmato e completato con l’indicazione del luogo e data di nascita. Il tutto sarebbe spedito all’ufficio elettorale consolare competente. Le buste inviate dagli elettori agli uffici consolari e i plichi non recapitati verrebbero custoditi in un apposito spazio individuato dall’ufficio elettorale consolare e dal comitato elettorale, in modo da garantirne l’inviolabilità fino al momento del ritorno delle buste al competente ufficio centrale per la circoscrizione estera. Sarebbero inoltre oggetto dello scrutinio e dello spoglio esclusivamente le buste pervenute all’ufficio elettorale del consolato non oltre le ore 18, ora locale, del venerdì antecedente la data stabilita per le votazioni in Italia. Per quanto concerne invece la composizione dei comitati elettorali presso le nostre sedi diplomatiche o consolari da Micheloni viene suggerita la presenza del console, o di un suo rappresentante e di
un esponente per ogni lista. In questo ambito il console, o il facente veci, sarebbe responsabile di tutte le operazioni elettorali. Ogni rappresentante del comitato elettorale sarebbe altresì autorizzato a controllare tutte le operazioni elettorali, inclusa la custodia dei plichi. Il Comitato sarebbe tenuto, al termine del processo elettorale, alla stesura di un verbale dove segnalare eventuali anomalie o problemi. Auspicata inoltre da Micheloni la creazione, presso la Corte di appello centrale di Roma di una “Unità di emergenza” per tutto il periodo elettorale con funzioni specifiche atte a dirimere ogni controversia o problema, segnalato dai componenti dei comitati elettorali attraverso un loro rappresentante a Roma. Sempre secondo Micheloni al fine di migliorare le operazioni di scrutinio dei voti, fino ad oggi effettuate in una località vicino alla capitale, l’Ufficio Centrale della Corte di Appello di Roma che gestisce a livello centrale tutte le operazioni elettorali potrebbe delegare le operazioni di scrutinio ad altre quattro Corti di Appello: Roma e Firenze dove sarebbero costituiti i seggi dell’Europa, Milano e Torino dove verrebbero istituiti i seggi dell’America meridionale ed infine Bologna dove sarebbero costituiti i seggi di Africa, Asia e Oceania e America settentrionale e centrale. All’Ufficio Centrale della Corte di Appello di Roma spetterebbe infine il compito di proclamare gli eletti. Micheloni si è poi soffermato sulla legge elettorale per le consultazioni europee, una norma proporzionale varata nel 1979 che prevede una soglia di sbarramento del 4% e la costituzione di seggi presso ogni ambasciata o consolato al fine di permettere ai nostri connazionali all’estero l’espressione del voto. Una consultazione, quella europea, che nell’ultima tornata elettorale del 2009, ha avuto una percentuale di affluenza all’estero del 7,44% . Partendo da questo presupposto Micheloni ha inoltre ricordato come, in occasione dei lavori di settembre della Commissione Continentale Europa e Africa del Nord del Cgie svoltasi ad Hannover, sia stato proposto ai rappresentanti parlamentari di adoperarsi affinché nell’ambito delle elezioni europee i cittadini italiani residenti all’estero possano esercitare l’elettorato attivo e passivo in loco rinunciando alla costituzione dei seggi nei consolati italiani.
Dopo aver ricordato la necessità di rinnovare i Comites entro il 2014 attraverso il voto elettronico e il mantenimento di altri strumenti di suffragio, Micheloni ha proposto al Comitato di ascoltare in audizione il ministro per le Riforme Costituzionali Gaetano Quagliariello per uno scambio di opinioni sulle tematiche che riguardano la circoscrizione Estero.
Ha poi preso la parola il senatore del Pd Carlo Pegorer che si è detto d’accordo sulla necessità di un’approfondita discussione da parte del Comitato sugli obiettivi che si intendono perseguire nell’ambito delle riforme istituzionali a tutela degli interessi generali dei cittadini italiani residenti all'estero. A tal fine ha Pegorer auspicato un ampliamento del dibattito, volto al conseguimento di risultati condivisi, che coinvolga, oltre al ministro per le Riforme Costituzionali, anche le commissioni Affari Costituzionali ed Esteri del Senato. La proposta di Pegorer, appoggiata dai senatori Mario Dalla Tor (Pdl) e Patrizia Manassero (Pd) è stata accolta da Micheloni che si è detto d’accordo sulla necessità di ascoltare il ministro Quagliariello in sede riunita con le Commissioni Costituzionali e Esteri. Sul tema della riforma della rappresentanza parlamentare dei cittadini italiani residenti all’estero Micheloni ha infine suggerito lo svolgimento di un’audizione anche con il Comitato di Presidenza del Cgie. (Inform)
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