FONDAZIONE MIGRANTES
L’Europa e le migrazioni: un primo passo
verso la gestione comune
Mons. Giancarlo Perego: servono azioni
puntuali per far crescere la credibilità dell’Italia sull’accoglienza dei
richiedenti asilo e rifugiati
ROMA - Il recente Consiglio d’Europa sul tema delle migrazioni è stato certamente un primo passo importante in ordine alla crescita della comune consapevolezza su un tema che deve diventare espressione concreta dell’Europa sociale e solidale, anche se un passo solo iniziale - afferma mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes. Infatti, ci sono state discussioni anziché decisioni intorno ai temi importanti quali: la riforma del diritto d’asilo in Europa, la circolazione delle persone in Europa, che possa essere facilitata almeno per i ricongiungimenti familiari, ma anche per una valorizzazione comune della manodopera.
Durante i lavori - prosegue Perego - non si è discusso di cooperazione internazionale, che è un tema fondamentale a livello europeo per affrontare le crisi dei Paesi da cui provengono le 36.000 persone che hanno attraversato il Mediterraneo e sono arrivate in Italia, come le altre migliaia che hanno raggiunto la Grecia, Malta o la Spagna; non si è discusso neppure di un’azione diplomatica comune sulla Siria, la Somalia e l’Eritrea, i Paesi da cui oggi provengono la maggior parte di rifugiati, che sono Paesi in guerra. Si è discusso, invece – e questo certamente è importante – di rafforzare il monitoraggio del Mediterraneo anche sulla scorta delle esperienze di questi anni, da Frontex a Mare Nostrum, facendo in modo che non si controllino solo i confini ma che si controlli il Mediterraneo al fine di tutelare le persone e le famiglie in mare.
Nell’incontro dei ministri dell’Interno dell’Europa a dicembre e, soprattutto, nel prossimo Consiglio d’Europa di giugno 2014, vedremo quali saranno concretamente le azioni che andranno nella direzione di una gestione comune in Europa dei flussi migratori e di una gestione del diritto d’asilo nel contesto europeo. Il Consiglio d’Europa è stato anche un richiamo forte all’Italia per una revisione sul piano non solo legislativo ma anche della prassi e degli strumenti dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, oltre che, nello specifico, per la gestione rinnovata dell’accoglienza, a Lampedusa e sulle coste della Sicilia.
La credibilità dell’Italia - conclude il direttore generale della Fondazione Migrantes - sarebbe stata maggiore in sede europea se, oltre alla solidarietà dimostrata di fronte a un flusso straordinario di migranti, ci fossimo presentati con una legge organica e un piano strutturato di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, con una burocrazia meno pesante, con un numero di accoglienze di richiedenti asilo e rifugiati superiore (oggi l’Italia ha dato accoglienza a 65.000 rifugiati contro i 600.000 della Germania ed è al sesto posto per accoglienze in Europa e al dodicesimo posto iin relazione alle accoglienze proporzionate con gli abitanti), oltre che con un progetto nuovo sull’isola di Lampedusa, dove oggi esiste un Centro di Accoglienza ancora in gran parte abbandonato all’incuria e non ospitale, a rischio di alluvione, e strutture inadeguate di accoglienza soprattutto per minori e famiglie. (Inform)
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