PARTITI
Il congresso del Partito democratico
Michele Schiavone
(Pd Svizzera), “in completa sintonia con l’affermazione di Gianni Cuperlo sul valore dei
simboli”
ZURIGO - La questione dei simboli emersa nel week-end in occasione dell’incontro alla Leopolda di Firenze, dove si sono radunati i sostenitori di Matteo Renzi non va sottovalutata, tanto meno derubricata ad una pura schermaglia tra gruppi antagonisti nella competizione per la segreteria del Partito democratico. La scelta di non esporre le bandiere del Partito democratico era voluta per dare alla kermesse un’immagine diversa dalla liturgia partitica.
Oggi la politica, a differenza del passato, è diventata merce di consumo alimentata dai grandi poteri mediatici interessati a raggiungere e suggestionare per tempismo e capacità persuasiva milioni di consumatori. Da qui l’esigenza di promuovere gente scaltra e capace di “bucare lo schermo” sulla falsa riga del grande venditore di illusioni, che ha segnato la storia italiana degli ultimi venti anni. Così com’è stato per la glasnost e la perestroika alcuni lustri orsono, anche la politica mediatica è irreversibile.
Non ci meravigliamo se questo fenomeno di nuovismo abbia influenzato anche il partito democratico, che a soli sei anni dalla sua fondazione è ancora alla ricerca di una sua collocazione in Italia e in Europa. A differenza di altre forze politiche e movimenti che possono permettersi di giocare sulle ambiguità della modernità, il partito democratico ha una sua tradizione ed una storia, che non possono essere archiviate a cuor leggero. Anzi, proprio perché la politica è sottoposta a un severo giudizio popolare ed è in affanno di credibilità, una forza politica come il Partito democratico avrebbe interesse a caratterizzarsi introducendo nel suo processo decisionale forme nuove di partecipazione e di democrazia.
Sono tante e inesauribili le ragioni per le quali oggi la politica praticata nel vecchio continente ha perso il suo nobile ruolo .Sicuramente una di queste è riconducibile al fatto che si siano ridotte le distanze ideali e concettuali tra i blocchi sociali, tra le forze conservatrici e progressiste, tra la destra e la sinistra. Nonostante ciò, le differenze continuano ad essere vive e presenti e quindi il congresso che si sta svolgendo nei circoli del PD servirà anche a definire il profilo del futuro partito democratico, che dovrà finalmente chiarire chi e cosa vuole rappresentare e come vuole rispondere alle istanze sociali e legislative che emergono oggi in Italia e in Europa.
Per queste ragioni mi trovo in completa sintonia con l’affermazione di Gianni Cuperlo su valore dei simboli: “quando ci si candida a guidare il più grande partito della sinistra italiana bisogna avere anche l'orgoglio di rivendicare la bellezza del simbolo di quel partito, perché noi non dobbiamo chiederci quanto quel simbolo ha bisogno di ciascuno di noi, ma dovremmo cominciare a chiederci di nuovo quanto tutti noi assieme abbiamo bisogno di quel simbolo”. (Michele Schiavone* - Inform)
* Segretario del Pd in Svizzera, membro del Comitato di presidenza del Cgie
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