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venerdì 25 ottobre 2013

Un documento di Fabio Porta (Pd) su doppia imposizione fiscale e rinnovo della convenzione bilaterale di sicurezza sociale

 ITALIANI ALL’ESTERO
Alla Farnesina quinta riunione Italia-Brasile per la Cooperazione economica, industriale, finanziaria e per lo sviluppo

Un documento di Fabio Porta (Pd) su doppia imposizione fiscale e rinnovo della convenzione bilaterale di sicurezza sociale

ROMA – Fabio Porta, deputato eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale, presidente del Comitato per gli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera, ha inviato un documento all’attenzione della quinta riunione Italia-Brasile per la Cooperazione economica, industriale, finanziaria e per lo sviluppo, in programma a Roma. Un appuntamento previsto dall’Accordo quadro firmato dai due Paesi nel 1997 e che “suggella e supporta al più alto livello amministrativo i già eccellenti rapporti tra Italia e Brasile - scrive il parlamentare nella nota diffusa in proposito

Nel documento inviato, Porta richiama in particolare alcuni temi prioritari dei rapporti tra i due Paesi, soffermandosi sulle questioni ancora in sospeso “che attengono ai diritti e agli interessi concreti delle collettività italiane in Brasile e brasiliane in Italia”. Sollecitata in particolare “la soluzione dei problemi fiscali che si sono innescati negli anni a causa di una discordante e confusa interpretazione dell’accordo contro le doppie imposizioni fiscali, che tanti disagi sta provocando ai pensionati italiani sia residenti in Brasile che rientrati in Italia, e il rinnovo della convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale la cui ratifica migliorerebbe in maniera importante la tutela dei diritti previdenziali e sanitari dei cittadini dei due Paesi”. Il parlamentare suggerisce inoltre le soluzioni relative “all’iniquo trattamento fiscale riservato ai nostri connazionali” stigmatizzando “un contenzioso tecnico addebitabile esclusivamente all’inadempienza delle autorità competenti” a danno dei pensionati italiani. A questo proposito chiede che “i Governi italiano e brasiliano si impegnino a garantire la riapertura dei negoziati sulla Convenzione al fine di eliminare la doppia imposizione anche promuovendo la modifica dell’articolo 18 e introducendo il principio della tassazione in un solo Paese come previsto dal modello Ocse attualmente applicato nella stragrande maggioranza delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall’Italia, o perlomeno al fine di garantire l’elevazione dell’importo soglia al di sopra del quale si applica la doppia tassazione (attualmente pari a 5.000 dollari statunitensi) ad un importo più adeguato”. Tra le richieste anche quella di “un’intesa al fine di rimborsare ai pensionati italiani le somme loro indebitamente trattenute a causa della contrastante interpretazione dell’accordo da parte dei due Stati contraenti e conseguentemente dell’impropria applicazione del principio della tassazione concorrente o doppia tassazione finora mai compensata dalla deduzione fiscale prevista invece dall’articolo 23 dell’accordo stesso”.

Per ciò che riguarda la sicurezza sociale e le pensioni, Porta definisce “obsoleto” “l’accordo attuale di emigrazione e di sicurezza sociale tra l’Italia ed il Brasile, entrato in vigore il 9 dicembre 1960”, cui affianca il protocollo aggiuntivo entrato in vigore il 3 agosto 1977. “Nonostante i numerosi negoziati tra i due Paesi per realizzare il necessario aggiornamento, fino ad oggi gli esiti sono sempre stati negativi – rileva l’esponente democratico, segnalando come la ratifica del nuovo accordo firmato a Brasilia dalle due parti contraenti nel giugno 1995 introdurrebbe “una serie di positive modifiche e innovazioni”. A questo proposito la richiesta rivolta ai due Governi nel documento è quella di una rapida riapertura dei negoziati “volti alla ratifica di questo accordo che beneficerebbe in maniera tangibile i lavoratori e i pensionati italiani e brasiliani che si spostano da un Paese all’altro consolidando ed ampliando sia la tutela socio-previdenziale che quella sanitaria”. (Inform)

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