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lunedì 9 settembre 2013

Alla Festa Democratica di Genova l’incontro “La svolta mancata? Quale politica per gli italiani nel mondo”

ITALIANI ALL’ESTERO
Alla Festa Democratica di Genova l’incontro “La svolta mancata? Quale politica per gli italiani nel mondo”

Da segnalare gli interventi del consigliere del Cgie Anna Ruedeberg e dei deputati del Pd Laura Garavini, Marco Fedi, Francesca La Marca e Nico Stumpo
Eugenio Marino: “Io temo che se il Governo e il Parlamento continueranno così, a colpi di maxi decreti legge su cui è posta la fiducia, la svolta  per le politiche per gli italiani all’estero non potrà esserci”
Elio Carozza: “Se entro prossimo novembre non verrà dato mandato ai consoli per la convocazione dell’elezione dei Comites, in qualità di segretario generale del Cgie mi dimetterò, e credo che vi possa essere anche una presa di posizione di tutto il Consiglio Generale”

GENOVA- Nell’ambito della Festa Democratica nazionale di Genova si è svolto il dibattito, organizzato dal Dipartimento per gli italiani nel Mondo del Pd, sul tema “ La svolta mancata? Quale politica per gli italiani nel mondo”. L’incontro è stato introdotto dal responsabile del Pd per gli Italiani nel Mondo Eugenio Marino che ha ricordato come negli ultimi anni il Partito democratico abbia lavorato ad una svolta, dopo i tagli lineari delle risorse per i nostri connazionali nel mondo imposti dal Governo Berlusconi, per imprimere una svolta alle politiche in favore delle nostre comunità all’estero. Un percorso nuovo, basato sul radicamento del partito nei territori e nelle società all’estero, sull’iniziativa politica anche di protesta al fianco degli italiani nel mondo, ad esempio contro la chiusura dei consolati, e su una riflessione politica e programmatica all’interno mondo dell’emigrazione con seminari e conferenze. Un lavoro che si è interrotto bruscamente quando nelle votazioni politiche dello febbraio scorso il Pd non ha ottenuto la maggioranza nei due rami del Parlamento. Marino ha inoltre evidenziato come a tutt’oggi le deleghe che riguardano gli italiani nel mondo, ad esempio rete e consolare e lingua e cultura, siano suddivise fra vari vice ministri e sottosegretari agli esteri che comunque non fanno parte dell’area di riferimento del Partito democratico.

“Nell’attuale situazione, - ha spiegato Marino - dove ogni iniziativa viene inserita in maxi decreti legge su cui è posta la fiducia e che vengono catapultati in Aula come un pacchetto prendere o lasciare, si espropria di fatto il Parlamento delle sue funzioni e si riduce l’incisività dell’azione dei parlamentari e in particolare di quelli eletti all’estero. Quindi tutto si decide nel Consiglio dei Ministri in raccordo con i vice ministri ed i sottosegretari. Io temo – ha aggiunto Marino - che se il Governo e il Parlamento continueranno così la svolta per le politiche per gli italiani all’estero non potrà esserci… Vi sono dunque questioni – ha concluso Marino ricordando i problemi dell’Imu e della riduzione della rete consolare - da cui non possiamo più prescindere e il partito e i nostri gruppi parlamentari devono intervenire sui ministri competenti per dare alle nostre comunità nel mondo qualche momento di attenzione e alcuni servizi fondamentali. Il rischio è che gli italiani all’estero perdano interesse per il paese d’origine, ad esempio non partecipando più al voto all’estero”.

Ha poi preso la parola la coordinatrice dell’incontro, il consigliere del Cgie Anna Ruedeberg che ha sottolineato come, di fronte ai rapidi cambiamenti della realtà internazionale e migratoria, ci si debba interrogare sulla necessità di adeguare a questi nuovi contesti gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero e le nostre istituzioni nel mondo, ovvero la rete diplomatico consolare e gli Istituti di cultura. Strumenti che sono stati concepiti per un’emigrazione diversa. Dalla Ruedeberg è stato inoltre evidenziato come a tutt’oggi il Partito democratico, nonostante venga percepito dai nostri connazionali nel mondo come una forza politica affidabile, non abbia saputo comunicare fino in fondo alle comunità all’estero la proria immagine volta al rinnovamento. La Ruedeberg, dopo aver ricordato che i partiti non hanno sempre saputo utilizzare al meglio i collaboratori all’estero, ha infine precisato come “Tanto più coraggiose ed innovative saranno le nostre proposte avanzate nel nome del cambiamento e non dello scollamento, tanto più convinta sarà la disponibilità del Partito democratico ad ascoltare”.

Dal canto suo la deputata del Pd Laura Garavini, eletta nella ripartizione Europa, ha ricordato sia la preziosa opera svolta dai circoli del Pd nel mondo, sia quanto sia difficile portare l’attenzione del Governo e del Parlamento sulle migliori politiche per gli italiani nel mondo. “Tutto questo è reso ulteriormente complicato – ha precisato la Garavini – quando si deve intervenire in favore delle nostre comunità laddove dal precedente Bilancio le risorse siano state cancellate o comunque così ridotte da portare a collasso le politiche degli italiani all’estero. Quindi mentre il Governo è alle prese con tutta una serie di emergenze, trovare delle risorse per gli italiani all’estero diventa un problema”. Dalla Garavini è stato inoltre segnalato come su alcune tematiche, ad esempio la privatizzazione dell’insegnamento della lingua e cultura italiana nel mondo, gli stessi eletti all’estero del Pd non abbiano idee condivise, riducendo così l’incisività dell’azione dei parlamentari. “ Premesso tutto questo – ha aggiunto la Garavini - per le politiche degli italiani all’estero noi abbiamo bisogno, più ancora di quanto non sia avvenuto fino adesso, di avere il partito dalla nostra parte. Un Pd che si deve rendere conto del valore aggiunto e straordinario delle comunità italiane all’estero e sostenerci in queste campagne importanti volte ad esempio a porre fine all’ingiustizia che costringe gli italiani nel mondo a pagare la tassa sull’abitazione in Italia come se fosse una seconda casa, anche se spesso non lo è”. E’ poi intervenuto Alferiero Nicolini (Pd Svizzera), che ha sottolineato la necessità sia di superare il distacco e il muro di incomprensione presente nel Partito democratico nel confronti della realtà degli italiani nel mondo, sia di portare avanti battaglie non solo in difesa dei diritti ma propositive che prendano spunto dalle esperienze maturate dai connazionali all’estero. Nicolini ha anche evidenziato l’esigenza, da parete del Pd, di seguire con la massima attenzione il fenomeno della nuova emigrazione italiana che appare molto più stanziale di quanto si pensi. Giovani che seguono con grande interesse la politica e devono essere coinvolti nelle varie iniziative. 

Della carenza di attenzione da parte del sistema politico italiano nei confronti degli italiani all’estero ha parlato anche il deputato del Pd Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa , Asia, Oceania e Antartide, che ha ricordato la necessità, prima di appoggiare i candidati in vista del prossimo Congresso del Pd, di capire cosa questi pensino del variegato e importante mondo presente all’estero. “Quindi prima di fare queste scelte – ha affermato Fedi – noi eletti all’estero dobbiamo fare questa profonda riflessione politica e cominciare a ragionare su quali siano i contenuti che riguardano questa presenza nel mondo che i futuri candidati speriamo vogliano portare all’interno del dibattito congressuale”. Dopo aver segnalato che su alcune questioni tecniche che riguardano gli italiani nel mondo il Governo ha compiuto degli errori, Fedi ha sottolineato la necessità che il partito porti avanti una battaglia per raggiungere la piena parità di trattamento, ad esempio nel caso dell’Imu, fra gli italiani in patria e quelli all’estero. “Oggi noi abbiamo – ha continuato Fedi - un elemento di gravità politica istituzionale e sociale, e cioè il fatto che l’emigrazione è ripresa ed ogni giorno decine di migliaia di giovani lasciano l’Italia per recarsi sopratutto in Europa ma anche in altri paesi come l’Australia . L’Italia rischia di abbandonare questi giovani, che sono ricercatori, professionisti ma anche manodopera più o meno qualificata, perché quando arrivano nei paesi di destinazione non trovano più un’adeguata rete di sostegno da parte dei consolati, delle ambasciate ma anche dei patronati che hanno subito forti riduzioni, Questo è un problema serio – ha concluso Fedi - che dobbiamo porre all’attenzione delle nostre istituzioni. L’Italia non può abbandonare di nuovo i giovani che lasciano il nostro paese”.

A seguire è intervenuto il segretario generale del Cgie Elio Carozza che ha sottolineato la necessità di rispettare i diritti degli italiani all’estero e ha ricordato come negli ultimi anni il Consiglio Generale ed i Comites abbiano resistito alla volontà di smantellamento dellle politiche per i nostri connazionali nel mondo da parte del Governo Berlusconi.

“Gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, ovvero i Comites ed il Cgie - ha poi spiegato Carozza - devono essere rieletti . Non è più infatti tollerabile un ulteriore rinvio delle consultazioni. Se entro prossimo novembre il governo non avrà dato mandato ai consoli per la convocazione delle elezioni, io, in qualità di segretario generale del Cgie, non diverrò complice dello smantellamento e mi dimetterò, e credo che vi possa essere anche una presa di posizione di tutto il Cgie. Scriverò tutto questo al ministro degli Esteri – ha continuato Carozza - per ricordargli l’impegno che ha preso nell’ultima plenaria del Consiglio Generale e l’Ordine del giorno approvato in proposito dal Cgie . Se la convocazione delle consultazioni avverrà per tempo allora potremo votare entro marzo del prossimo anno, cioè prima del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea”. Carozza ha inoltre sottolineato l’esigenza sia di riflettere sul problema della modifica della circoscrizione Estero, una sua eventuale trasformazione dovrà però tenere conto del rispetto dei diritti nei nostri connazionali nel mondo, sia di riformare gli organi di rappresentanza per far fronte alle nuove esigenze delle moderne comunità nel mondo, oggi in maggioranza composte da nostri connazionali nati all’estero. Per quanto poi concerne la nuova mobilità verso l’estero che a causa della crisi riprende slancio dall’Italia, il segretario generale del Cgie ha evidenziato la priorità di analizzare a fondo questo fenomeno migratorio che si distingue dalle precedenti diaspore, finendo per impoverire l’Italia, in quanto porta all’estero anche ragazzi di alto spessore culturale e professionale. Una questione, quest’ultima, che verrà dibattuta nelle prossime Commissioni continentali che si terranno in Germania, in Canada e in America Latina entro il meso di settembre. Carozza ha anche invitato i parlamentari eletti all’estero del Pd ha prendere spunto per le loro iniziative dal seminario sulla lingua e cultura italiana svoltosi alla Farnesina e dalla Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo ospitata dalla Fao. Due eventi promossi dal Cgie da cui sono scaturiti interessanti documenti programmatici. Carozza ha infine criticato il ministro degli Esteri Bonino per la mancata comunicazione alla Plenaria del Cgie del piano di riduzione della rete consolare che poi sarebbe stato varato pochi giorni dopo la conclusione dei lavori del Consiglio Generale.

Dal canto suo la deputata del Pd Francesa La Marca, eletta nella ripartizione America Settentrionale e Centrale, ha ricordato come “l’Italia abbia bisogno dei suoi cittadini residenti all’estero molto di più di quanto essi abbiano bisogno dell’Italia”. La deputata ha poi posto in evidenza come la drastica riduzione delle risorse per i corsi di lingua e cultura abbia colpito soprattutto i numerosi figli e nipoti degli italiani all’estero che avevano interesse ad apprendere la lingua d’origine per poi recarsi per viaggi di studio o vacanze in Italia. Un fenomeno, quello del turismo di ritorno che, per La Marca, andrebbe aiutato attraverso specifici incentivi atti a rendere più appetibili i pacchetti di viaggio. La Marca ha inoltre segnalato come le complicate procedure burocratiche presenti in Italia, di fatto impediscano a numerosi giovani italiani all’estero di avviare una piccola attività commerciale in Italia. 

Ha poi preso la parola il deputato del Pd Nico Stumpo che ha ricordato come le elezioni del 24 febbraio scorso abbiano rappresentato un’occasione mancata, nonostante la vittoria del Pd nella circoscrizione Estero, anche per gli italiani nel mondo. Dopo aver sottolineato la necessità di lavorare per promuovere l’idea di un grande partito e di un paese che non abbia paura di guardare contemporaneamente al futuro e alle proprie radici e sappia mantenere un collegamento con i tanti italiani che vivono all’estero, Stumpo ha evidenziato l’esigenza di portare avanti da subito quelle iniziative che, anche attraverso la mobilitazione del partito, diano ai connazionali nel mondo alcune risposte concrete ad esempio per l’insegnamento della lingua e cultura all’estero e il pagamento dell’Imu. 

“Il partito – ha concluso Stumpo dopo aver ricordato che la circoscrizione Estero non va eliminata ma aggiornata per garantire modalità di voto sicure - ha l’obbligo di ragionare in un capo più ampio in quanto non è pensabile che esaurisca la sua discussione in ambito nazionale, perché sui grandi temi non basta il dibattito nel solo paese”.

Da segnalare inoltre le domande di Italo Stallone (Inca Francia), che ha chiesto quanto siano coesi gli eletti all’estero del Pd e quali rapporti abbiano questi deputati e senatori con i circoli del partito nel mondo, e di Francesco Cerasani (Bruxelles) che ha sollevato il problema delle politiche per le nuove generazioni italiane che oggi affrontano l’avventura dell’emigrazione.

In sede di replica Laura Garavini ha sottolineato la straordinaria attenzione degli eletti all’estero del Pd per i circoli sul territorio ed ha precisato come le diverse prese di posizioni di alcuni parlamentari possano anche essere in futuro ricucite e superate. 

Dopo le parole di Marco Fedi che ha segnalato la necessità di trovare una mediazione nel partito sulle diverse posizioni riguardanti ad esempio l’uso del personale di ruolo all’estero, Eugenio Marino ha concluso l’incontro ricordando che da sempre esiste un raccordo fra i parlamentari eletti all’estero che su alcune tematiche ha consentito di fare battaglie comuni. Marino ha infine sottolineato come per le politiche degli italiani nel mondo il sistema di approvazione dei provvedimenti a colpi di fiducia non potrà continuare all’infinito e dovrà lasciare il passo a una discussione e ad un confronto preventivo.(Goffredo Morgia /Inform)

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