STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Da “America
oggi” on line
Il ministro Kyenge ospite del Gei.
"Gli immigrati lavorano e pagano le tasse"
NEW YORK
- Gli immigrati in Italia sono visti sotto una cattiva luce, ma è un errore.
"Non c'è solo Lampedusa: a livello informativo è passata la nozione di
un'invasione di massa, meno noti sono invece i migranti che lavorano e pagano
le tasse". Lo ha detto il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge a un
pranzo del Gei, il Gruppo Esponenti Italiani di New York, un'associazione di
cui fanno parte i rappresentanti delle maggiori aziende italiane che operano
negli Stati Uniti. Il Gei è diretto da Lucio Caputo, presidente dell'Italian
Wine and Food Institute, che ha fatto gli onori di casa e ha presentato il
ministro a una cinquantina di commensali.
Al
ministro Lucio Caputo ha consegnato anche il Friendship Award del Gei.
"Noi
abbiamo 2,3 milioni di stranieri che versano otto miliardi di contributi
all'Inps", ha detto la Kyenge: l'immigrazione, insomma, se gestita bene
diventa risorsa, un contributo che non impoverisce affatto il Paese.
La
Kyenge ha parlato anche di razzismo, dopo che due giorni fa un editoriale del
Guardian aveva definito il razzismo un problema profondamente radicato, nella
società italiana.
"L'Italia
non è un paese razzista. Ci sono persone che urlano più forte di altre ma
abbiamo anche valori che dobbiamo far valere. La Solidarietà,
l'accoglienza".
Secondo
la Kyenge la massiccia migrazione che ha investito l'Italia a partire dagli
anni Novanta doveva essere accompagnata da strumenti giusti a livello centrale
sia sul fronte dell'accoglienza e del controllo: "Controllo non centrato
solo sull'origine delle persone perché quello alla sicurezza è un diritto per
tutti".
Prima di
prendere parte alla colazione al Gei il ministro Kyenge aveva partecipato ai
lavori informali dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla
"responsabilità di proteggere".
"Ogni
stato ha la responsabilità di proteggere i suoi stessi cittadini da genocidi,
crimini di guerra, pulizie etniche e crimini contro l'umanità". ha detto
il ministro riferendosi al rapporto presentato dal segretario generale dell'Onu
Ban Ki-moon, che si basa su fattori di rischio propri delle realtà sociali dei
vari Paesi. "Oggi le persone con meno diritti sono i nuovi poveri, un
gruppo che include i migranti" ha detto il ministro.
"I
migranti spesso non godono di diritti, cosa che li rende facili bersagli di
violazioni serie", ha spiegato Kyenge chiarendo che un rischio simile non
riguarda solo questo specifico gruppo di persone. "Quando un gruppo è
soggetto a gravi ineguaglianze trascina con sé altre fasce della
popolazione".
Infatti,
"una battaglia tra poveri aumenta la competizione e mette a rischio il
mercato del lavoro e i diritti civili spesso conducendo a situazioni di
schiavitù o di arruolamento da parte di gruppi criminali".
Kyenge
ha detto che "non vogliamo più assistere a condizioni di schiavitù,
sfruttamento, umiliazione e disumanizzazione. Il dovere delle istituzioni, ha
continuato, è quello di proteggere i più vulnerabili".(Giuseppe
Greco-America Oggi.info del 12 settembre /Inform)
Nessun commento:
Posta un commento