Per il reindirizzamento cliccate link to example

giovedì 19 settembre 2013

La risposta del ministro Emma Bonino ad una interrogazione del deputato Mario Borghese (MAIE)

ITALIANI ALL’ESTERO
Pagate in valuta locale le pensioni italiane ai residenti in Argentina, Brasile e Venezuela

La risposta del ministro Emma Bonino ad una interrogazione del deputato Mario Borghese (MAIE)

“Ad oggi, nonostante le pressioni, nessuna apertura da parte delle autorità argentine, brasiliane e venezuelane”

ROMA - Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha risposto alla Camera dei Deputati, in aula, all’interrogazione del deputato italo argentino Mario Borghese (Maie) sulla cosiddetta “pesification” delle somme in euro l’Italia invia ai circa 30.000 connazionali residenti in Argentina titolari di una pensione italiana.

Nell’interrogazione a risposta immediata Borghese, rilevato che il danno economico – tra tasso di cambio sfavorevole e commissioni per il cambio obbligatorio – si aggira intorno al 60 per cento del valore iniziale della pensione, ha chiesto al ministro “quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di evitare che i nostri connazionali residenti in Argentina subiscano indebitamente una perdita economica così rilevante e se non ritenga di dover adottare misure atte a garantire un equo trattamento rispetto ai connazionali residenti in Italia e a predisporre una procedura – applicabile eventualmente solo ai richiedenti – che consenta la riscossione in euro delle pensioni presso la nostra rete consolare presente in Argentina”.

Il ministro Bonino ha ricordato innanzitutto che il problema posto non è relativo solo all'Argentina, ma che sia il Brasile che il Venezuela hanno adottato esattamente la stessa politica di pagamento in valuta locale delle pensioni relative ai nostri italiani in loco. Questa disposizione, per quanto riguarda l'Argentina, ha riguardato anche pensionati di altri Stati europei con cui stiamo lavorando per fare le debite pressioni – fino ad ora inutili – e cioè la Spagna e la Francia. Abbiamo fatto numerosi passi, il Governo precedente e noi, sia convocando l'ambasciatore d'Argentina a Roma sia nei confronti delle autorità argentine, congiuntamente anche all'ambasciata spagnola. In particolare, abbiamo avuto incontri con il vicedirettore generale del Banco Centrale Argentino, il vice direttore generale dell'amministrazione federale delle entrate, il sottosegretario agli Esteri competente per la materia. Tuttavia - ha precisato il ministro - tutte queste iniziative hanno trovato una posizione di chiusura netta da parte delle autorità argentine, che peraltro finora non hanno rilasciato, né a noi né ad altri, alcuna possibilità e alcuna apertura per una revisione di questa decisione.

Gli interlocutori hanno indicato che la decisione del Banco Centrale del luglio 2012 ha modificato la regolamentazione del possesso di valuta, e quindi l'acquisto di divisa straniera è consentito solo per effettuare viaggi all'estero, inviare denaro in Paesi come rimesse per i familiari ed alcune marginalissime fattispecie (a titolo esemplificativo, tipo pagamento di multe o aiuto umanitario).

La possibilità di predisporre una procedura che consenta la riscossione in euro delle pensioni presso la nostra rete consolare in Argentina purtroppo giuridicamente non è un'ipotesi percorribile. I nostri uffici non possono infatti avvalersi dell'immunità della giurisdizione locale per adottare misure che rappresentano l'elusione di una disposizione di legge argentina e che potrebbero portare comportare sanzioni nei confronti dei nostri connazionali.

Sicché - ha concluso il ministro Bonino -, l'unica strada che rimane e quella che stiamo perseguendo – e in questo senso il Governo continuerà ad impegnarsi con determinazione, insieme con tutti gli altri partner – è quella di cercare, insieme alle autorità argentine, alcune soluzioni possibili alla questione, nel pieno interesse dei nostri pensionati. Questo facciamo con determinazione, ma mi corre l'obbligo, per serietà, di dire che ad oggi, nonostante tutte queste pressioni, non abbiamo potuto verificare alcuna apertura da parte delle autorità argentine, brasiliane e venezuelane. (Inform)

Nessun commento:

Posta un commento