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mercoledì 18 settembre 2013

Porta (Pd) all’audizione del vice ministro degli Esteri Dassù sulla chiusura di 12 sedi consolari


RETE CONSOLARE

Commissioni Esteri di Camera e Senato

Porta (Pd) all’audizione del vice ministro degli Esteri Dassù sulla chiusura di 12 sedi consolari

“E’ un provvedimento di cui non condividiamo né il metodo, né il merito. Necessario il passaggio da una ‘spending review’ di puro contenimento ad una ‘incoming review’, un’analisi attenta che ottenga risparmi selezionando spese improduttive ed inutili o addirittura introiti rendendo più efficaci i servizi della rete consolare”

 

ROMA – “Del provvedimento di chiusura di 12 sedi consolari nel mondo non condividiamo né il metodo né il merito” E’ questa la valutazione che il presidente del Comitato sugli Italiani nel Mondo della Camera Fabio Porta ha espresso al vice ministro degli Esteri Marta Dassù nel corso dell’audizione che si è tenuta oggi davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato.

Porta, dopo aver criticato il mancato coinvolgimento nella decisione sulla rete consolare del Parlamento, delle Commissioni Esteri e dei Comitati per gli italiani nel mondo di Camera e Senato e Cgie, ha sottolineato come nel merito questo provvedimento sembri orientato ad un mantenimento dello status quo, piuttosto che ad una vera strategia di rafforzamento e penetrazione. “Non si affronta inoltre seriamente – ha aggiunto Porta - il problema del patrimonio immobiliare all’estero; si parla sempre di costi e mai delle percezioni consolari che, almeno in parte significativa, andrebbero destinate al potenziamento della rete e dei suoi servizi; non si tiene conto della presenza della ‘nuova emigrazione italiana all’estero. Soprattutto non si procede con decisione al riequilibrio del rapporto tra personale di ruolo inviato da Roma a costi elevati e impiego di personale locale che ha un livello retributivo più basso e conosce meglio il contesto nel quale si opera. Voglio ricordare –  ha precisato il deputato del Pd eletto nella ripartizione America Meridionale - che tale rapporto per l’Italia è fortemente squilibrato rispetto a quello dei nostri più attivi partner europei”.  Da Porta è stato poi auspicato il passaggio da una “spending review’ di puro contenimento ad una “incoming review”, ovvero ad un’analisi attenta di come e dove poter ottenere dei risparmi selezionando spese improduttive ed inutili o addirittura introiti rendendo più efficaci i servizi della rete consolare.

“Una ‘incoming review’ – puntualizza il deputato del Pd -  che ribalterebbe la paradossale equazione secondo la quale alla presenza di una grande collettività italiana corrisponderebbe un proporzionale ‘problema’ consolare da affrontare”. “Le mie parole – ha proseguito Porta – non sono di resistenza al cambiamento, pur necessario. Si tratta piuttosto di non mettere in alternativa il riorientamento della rete consolare verso aree di interesse strategico con l’abbandono ed il sacrificio delle nostre comunità. Queste comunità, voglio sottolineare, sono di fatto il maggiore fattore di internazionalizzazione di cui l’Italia possa godere in questo particolare momento. La rete-diplomatico consolare, - ha concluso Porta - così come la estesa presenza della comunità italiana nel mondo, costituiscono un fattore di forza del ‘Sistema Italia’ all’estero; un potenziale sul quale investire… Facciamo della ‘spending review’ una vera e propria revisione della spesa pubblica, in maniera moderna e intelligente” . (Inform)

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