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martedì 24 dicembre 2013

All’Accademia d’Ungheria a Roma la mostra “L’icona di Semmelweis”

ANNO CULTURALE UNGHERIA-ITALIA 2013
All’Accademia d’Ungheria a Roma la mostra “L’icona di Semmelweis”

Sino al 31 gennaio l’iniziativa dedicata alla figura del medico ungherese e al suo decisivo contributo alla ricerca scientifica, riconosciuto solo dopo la sua tragica morte

ROMA – Sino al 31 gennaio l’Accademia di Ungheria a Roma (Galleria del Palazzo Falconieri) ospita la mostra “L’icona di Semmelweis”, dedicata alla figura di Ignác Semmelweis, noto medico ungherese che diede un decisivo contributo alla ricerca medica sulle infezioni batteriche delle gestanti – venne definito “Salvatore delle madri” – riconosciuto solo dopo la sua morte. La sua scoperta sulla febbre puerperale nella prima metà dell’Ottocento non venne infatti riconosciuta dai suoi contemporanei, che lo osteggiarono sino al ricovero in manicomio che ne causò la morte nel 1865.

L’allestimento, che si svolge nell’ambito dell’Anno culturale Ungheria Italia 2013, avviene dopo che l’Unesco ha inserito Semmelweis, su proposta di Museo, Biblioteca ed Archivio di Storia della Medicina ungherese – che organizzano la mostra insieme all’Accademia d’Ungheria – nel registro della Memoria del mondo, per l’alto contributo che seppe dare al progresso della scienza medica.

L’iniziativa, curata da Ildikó Horányi e Benedek Varga, direttore del Museo di storia della medicina di Semmelweis, presenta la nascita della figura del medico moderno, disposto ad auto sacrificarsi per il suo lavoro. L’attività del medico ungherese viene esaminata sia sotto il profilo storico-epistemologico che ricostruendo le vicende che portarono ad un vero e proprio culto di Semmelweis, attraverso documentari e film a lui dedicati, e presentando memorie provenienti dai secoli XIX-XX, testi caratteristici della letteratura storica e divulgativa e rievocando la tragicità della sua vita. L’interrogativo verte su come si svilupparono gli eventi tragici della vita di Semmelweis, e su chi ne fosse responsabile: i suoi contemporanei, o forse lui stesso?

Dopo la morte di Semmelweis, nel fuoco incrociato delle discussioni, solo alcuni suoi alunni e amici presero le difese delle sue teorie; ma dato che le ricerche batteriologiche avevano rivalutato e successivamente confermato le sue dottrine il suo culto cominciò ad estendersi progressivamente. In Ungheria la svolta decisiva si ebbe con l’istituzione della Commissione Esecutiva per la commemorazione di Semmelweis, i cui obiettivi tra l’altro prevedevano: l’elaborazione e la divulgazione della sua opera completa, la degna sepoltura delle sue ceneri, la riproduzione in serie del suo ritratto, l’innalzamento di un monumento in suo onore, in uno spazio pubblico, e il riconoscimento del suo operato a livello internazionale.

Il 2 settembre del 1894, presso il cimitero Kerepesi di Budapest, venne così svelato il sarcofago realizzato da Albert Schikedanz (1846-1915), mentre in piazza Erzsébet venne inaugurata una statua in suo onore, ed in occasione della cerimonia ebbe luogo un simposio commemorativo internazionale a lui dedicato. Nel 1930 Semmelweis veniva considerato in tutto il mondo un medico modello, pieno di abnegazione e salvatore di migliaia di vite. (Inform)

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