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venerdì 27 dicembre 2013

Emma Bonino: “Iran, la finestra semi-aperta di Rohani e Zarif non ci sarà sempre. Importante che l’Occidente non ripeta lo “spreco Khatami”.


ESTERI

Il ministro al Forum organizzato oggi a Radio Radicale

Emma Bonino: “Iran, la finestra semi-aperta di Rohani e Zarif non ci sarà sempre. Importante che l’Occidente non ripeta lo “spreco Khatami”. Nei paesi arabi transizione lunga e con poche certezze”

“Farnesina struttura eccellente. Ha voglia e desiderio di fare”. “Da diplomatica non chiuderei nessuna sede ma se devo farlo in base alla spending review, la struttura lo capisce”.“Il Mae segue direttamente 10mila casi di italiani nel mondo. Sono 3120 i connazionali detenuti all’estero”

 

ROMA - “La finestra semi-aperta di Rohani e Zarif non ci sarà per sempre”. Per questo, nel dialogo dell’Occidente con l’Iran il fattore tempo “è essenziale”. E’ questo uno dei passaggi principali dell’intervento del ministro degli Esteri Emma Bonino al Forum organizzato oggi a Radio Radicale. Le tensioni in Turchia, la transizione mediorientale ma anche l’Europa che si prepara alle elezioni del Parlamento Ue della prossima primavera sono stati alcuni degli altri temi toccati nel dibattito tra la titolare della Farnesina e un gruppo di giornalisti invitati al Forum.

“Sono fiduciosa su una maggiore consapevolezza, in Occidente" rispetto alle aperture iraniane, ha evidenziato la titolare della Farnesina augurandosi che le visite a Teheran da aperte dei suoi colleghi "si intensifichino". Per Bonino, infatti, "ci sono resistenze giustificate anche da parte nostra, legittime paure, ma è importante che i nostri colleghi europei si rendano conto che non va ripetuto lo 'spreco Khatami'". E in questo contesto, il fattore tempo diventa “essenziale. La finestra semi-aperta di Rohani e Zarif non ci sarà sempre, per mille ragioni", ha sottolineato Emma Bonino ricordando come, rispetto alla presidenza di Mohammad Khatami, oggi ci sia un elemento economico “non marginale”, dovuto ad “una situazione economica più grave” e “ad una pressione demografica di una società giovane che ha la caratteristica di non essere anti-occidentale”.

Soffermandosi sulla situazione dei Paesi arabi, il ministro ha poi evidenziato come in quella regione si stia “affrontando una transizione lunga, con pochissime certezze. Dobbiamo essere consapevoli che è una partito di lungo corso” dove uno dei fattori chiave è dovuto allo “sconvolgimento interno” in atto nel mondo sunnita. In questo contesto, emerge la crisi siriana. E in vista della Conferenza di Pace Ginevra 2, Emma Bonino ha rimarcato la necessità di “tentare di far sì che durante i negoziati si abbassi la violenza. Una crisi umanitaria fuori controllo e il suo aggravarsi non aiuta una soluzione politica ma un'ulteriore fragilizzazione di tutta la regione". Per quanto riguarda le possibilità di arrivare ad una soluzione, il ministro Bonino ha mostrato prudenza, manifestando l’augurio che si facciano passi avanti rispetto allo status quo e che “nessuno tra i Paesi partecipanti abbia velleità di fare il primo della classe. Se sarà così non andiamo da nessuna parte”.

Ampio spazio, infine, è stato dedicato anche alle attività della Farnesina. Il MAE, ha ricordato Emma Bonino, segue direttamente 10mila casi di italiani nel mondo mentre sono 3120 i connazionali detenuti all’estero. E, ha precisato il capo della diplomazia italiana, i fondi a disposizione non sono certo paragonabili a quelli di altri grandi Paesi europei. “Non mi deprimo più di tanto, lo lascio agli atti. La struttura è eccellente, ha voglia e desiderio di fare, capisce ad esempio che bisogna smagrire in Europa”, ha spiegato il ministro ricordando come il Ministero l’abbia accompagnato nelle scelte degli ultimi tempi. “Da diplomatica non chiuderei nessuna sede ma se devo farlo in base alla spending review, la struttura lo capisce”, ha concluso Emma Bonino.

(Inform)

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