ESTERI
Il ministro
al Forum organizzato oggi a Radio Radicale
Emma Bonino: “Iran, la finestra
semi-aperta di Rohani e Zarif non ci sarà sempre. Importante che l’Occidente
non ripeta lo “spreco Khatami”. Nei paesi arabi transizione lunga e con poche
certezze”
“Farnesina struttura eccellente. Ha voglia
e desiderio di fare”. “Da diplomatica non chiuderei nessuna sede ma se devo
farlo in base alla spending review, la struttura lo capisce”.“Il Mae segue
direttamente 10mila casi di italiani nel mondo. Sono 3120 i connazionali
detenuti all’estero”
ROMA - “La finestra semi-aperta di
Rohani e Zarif non ci sarà per sempre”. Per questo, nel dialogo dell’Occidente
con l’Iran il fattore tempo “è essenziale”. E’ questo uno dei passaggi
principali dell’intervento del ministro degli Esteri Emma Bonino al Forum
organizzato oggi a Radio Radicale. Le tensioni in Turchia, la transizione
mediorientale ma anche l’Europa che si prepara alle elezioni del Parlamento Ue
della prossima primavera sono stati alcuni degli altri temi toccati nel
dibattito tra la titolare della Farnesina e un gruppo di giornalisti invitati
al Forum.
“Sono fiduciosa su una maggiore
consapevolezza, in Occidente" rispetto alle aperture iraniane, ha
evidenziato la titolare della Farnesina augurandosi che le visite a Teheran da
aperte dei suoi colleghi "si intensifichino". Per Bonino, infatti,
"ci sono resistenze giustificate anche da parte nostra, legittime paure, ma
è importante che i nostri colleghi europei si rendano conto che non va ripetuto
lo 'spreco Khatami'". E in questo contesto, il fattore tempo diventa
“essenziale. La finestra semi-aperta di Rohani e Zarif non ci sarà sempre, per
mille ragioni", ha sottolineato Emma Bonino ricordando come, rispetto alla
presidenza di Mohammad Khatami, oggi ci sia un elemento economico “non
marginale”, dovuto ad “una situazione economica più grave” e “ad una pressione
demografica di una società giovane che ha la caratteristica di non essere
anti-occidentale”.
Soffermandosi sulla situazione dei
Paesi arabi, il ministro ha poi evidenziato come in quella regione si stia
“affrontando una transizione lunga, con pochissime certezze. Dobbiamo essere
consapevoli che è una partito di lungo corso” dove uno dei fattori chiave è
dovuto allo “sconvolgimento interno” in atto nel mondo sunnita. In questo
contesto, emerge la crisi siriana. E in vista della Conferenza di Pace Ginevra
2, Emma Bonino ha rimarcato la necessità di “tentare di far sì che durante i
negoziati si abbassi la violenza. Una crisi umanitaria fuori controllo e il suo
aggravarsi non aiuta una soluzione politica ma un'ulteriore fragilizzazione di
tutta la regione". Per quanto riguarda le possibilità di arrivare ad una soluzione,
il ministro Bonino ha mostrato prudenza, manifestando l’augurio che si facciano
passi avanti rispetto allo status quo e che “nessuno tra i Paesi partecipanti
abbia velleità di fare il primo della classe. Se sarà così non andiamo da
nessuna parte”.
Ampio spazio, infine, è stato
dedicato anche alle attività della Farnesina. Il MAE, ha ricordato Emma Bonino,
segue direttamente 10mila casi di italiani nel mondo mentre sono 3120 i
connazionali detenuti all’estero. E, ha precisato il capo della diplomazia italiana,
i fondi a disposizione non sono certo paragonabili a quelli di altri grandi
Paesi europei. “Non mi deprimo più di tanto, lo lascio agli atti. La struttura
è eccellente, ha voglia e desiderio di fare, capisce ad esempio che bisogna
smagrire in Europa”, ha spiegato il ministro ricordando come il Ministero
l’abbia accompagnato nelle scelte degli ultimi tempi. “Da diplomatica non
chiuderei nessuna sede ma se devo farlo in base alla spending review, la
struttura lo capisce”, ha concluso Emma Bonino.
(Inform)
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