RASSEGNA STAMPA
Da “La Stampa.it”
Natale in
missione per 5200 soldati
Dove sono
impegnati i nostri militari
Contingenti in
25 Paesi, i più numerosi in Afghanistan e Libano. «Vediamo i nostri figli
soltanto su Skype». I due marò raggiunti in India dalle famiglie
Sarà un Natale “operativo” all’estero per circa 5200 soldati italiani
in missione in 25 Paesi, impegnati nelle 33 attività internazionali a cui
partecipa l’Italia. Circa 2.700 sono in attività in Afghanistan tra Kabul e
Herat e 1.300 in Libano, a questi si aggiungono, per ricordare le operazioni
più importanti, 565 nei Balcani e 79 in Egitto, 352 in Oceano indiano impegnati
in azioni di antipirateria, 27 in Mali, 52 in Libia, 7 in Darfur, 3 in
Pakistan, 4 a Cipro, 4 in Georgia, 25 a Malta e 5 Marocco. Da ricordare anche i
due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che sono stati
raggiunti in India dalle loro famiglie.
Come i loro colleghi in varie parti del mondo, i militari italiani in Afghanistan
trascorreranno il Natale lontano dalle loro famiglie, rispettando per quanto è
possibile la tradizione, con la Messa la sera del 24 ma comunque «sempre
operativi», spiegano dal comando del contingente italiano a Herat. «Sono
partito per la missione quando mio figlio aveva tre mesi, lo rivedrò domani
sera attraverso Skype che ne ha nove», dice un ufficiale. Sarebbe stato il
nostro primo Natale, ma le famiglie hanno chiaro il senso del nostro impegno in
questo Paese e si sacrificano per questo”.
Qualcuno è tornato a casa per una breve licenza, altri andranno
successivamente, ma la maggior parte rimane in servizio. I soldati della base
di Herat, tanto per sentirsi a casa, hanno realizzato qualche albero di Natale
e un piccolo presepe. La sera della vigilia, anche se non sarà proprio un
cenone all’italiana, per loro ci sarà un brindisi sobrio «tanto per creare
un’atmosfera diversa». Il panettone «ancora non si è visto, probabilmente sarà
la sorpresa dell’ultimo momento del maresciallo addetto alla mensa». Sempre
all’insegna della tradizione italiana anche il pranzo di Natale. Nessun
particolare piatto da gourmet ma solo la voglia di trascorrere le feste anche
con i colleghi spagnoli e ucraini ospitati nella base di Herat. Ma soprattutto,
ci sarà per tutti un momento particolare, il collegamento con la famiglia in
Italia attraverso Skype. (La Stampa.it,23dicembre 2013)
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