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lunedì 30 dicembre 2013

Emma Bonino: “Iniziativa a tutto campo per riaccendere i riflettori nel nostro Paese sul continente africano


INIZIATIVA ITALIA-AFRICA

Presentata oggi alla Farnesina

Emma Bonino: “Iniziativa a tutto campo per riaccendere i riflettori nel nostro Paese sul continente africano”

L’Italia punta a una conferenza con l’Africa nel 2015. Auspicata dal ministro degli Esteri prossima apertura di un’Ambasciata italiana a Mogadiscio. In gennaio Bonino in Ghana, Senegal e  Sierra Leone. Vice ministro Pistelli ad Addis Abeba per il Vertice dell’Unione Africana

 

ROMA – Un’iniziativa “a tutto campo, per riaccendere i riflettori nel nostro Paese” sull’Africa rilanciando il partenariato politico, economico, culturale tra l’Italia e l’intero continente africano. Così il ministro degli Esteri Emma Bonino ha presentato oggi alla Farnesina l’Iniziativa Italia-Africa, in una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato  il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray e il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge.

L’iniziativa Italia-Africa, ha rimarcato Bonino, non “non vuole essere solo una ricognizione di quanto si sta facendo” ma “vuole dare impulso e andare oltre”, riaccendendo i riflettori sul continente africano “al fine di mostrare chiaramente in Italia e in Africa le possibilità offerte da una reciproca collaborazione a tutto campo: politico, economico, sociale e culturale”. L’Italia, attraverso un’azione di sistema, “vuole così inserirsi con la sua capacità di fare e con le proprie eccellenze nelle positive dinamiche in atto” in Africa. Anche perché quello africano, se da un lato, come tutti, è un luogo di luci e ombre, dall’altro presenta grandi opportunità che ben si coniugano con la diplomazia per la crescita messa in atto dal MAE. Con una popolazione femminile media al 50%, un tasso di crescita medio annuale del 2,3% e una popolazione inferiore ai 14 anni che comprende il 40,8% di quella totale, l’Africa mostra una classe imprenditoriale giovane, dinamica, dove fondamentale è il ruolo delle donne, ha spiegato Emma Bonino ricordando come, secondo le stime del FMI, “ben 7 delle 10 economie che registreranno i più elevati tassi di crescita nel quinquennio 2011-15 appartengono a Paesi sub-sahariani”: nell’ordine, saranno infatti, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Zambia e Nigeria.

“Vogliamo ripercorrere la dinamica dell’iniziativa Italia-America Latina” arrivando, “se riusciremo a lavorare bene”, ad una conferenza Italia-Africa nel 2015, ha poi rimarcato Bonino, auspicando la prossima apertura di un’Ambasciata italiana a Mogadiscio e annunciando le prossime missioni in Ghana e Senegal - dal 5 all’ 8 gennaio - e in Sierra Leone, a partire dal 13 dello stesso mese. E, sempre in gennaio, il vice ministro Lapo Pistelli si recherà ad Addis Abeba per partecipare al Vertice dell’Unione Africana.

L’iniziativa Italia-Africa, quindi, si pone l’obiettivo di rilanciare rilanciare l’azione italiana in diversi settori: dai diritti umani alla stabilizzazione democratica, dalla prevenzione dei conflitti a rinnovabili, agricoltura e ambiente, facendo sì che “il processo di partenariato si sviluppi in settori individuati assieme” agli interlocutori africani, ha ancora spiegato Emma Bonino ricordando il ruolo che la comunità africana in Italia potrà avere nell’iniziativa e sottolineando come, anche l’Expo 2015 di Milano, al quale i Paesi africani hanno aderito massicciamente, sia una grande opportunità per il rafforzamento della collaborazione economica tra le imprese italiane e il continente.

Continente che, come tanti altri luoghi del pianeta, presenta comunque delle aree di crisi. “La questione del Mali resta aperta, con addentellati importanti in altri Paesi della riva Sud del Mediterraneo per le interconnessioni creatisi con gruppi jihadisti la cui mobilità è preoccupante”, ha ricordato la titolare della Farnesina che, soffermandosi sulla situazione in Sud Sudan, ha evidenziato il sostegno alla mediazione in corso di Kenya e Etiopia, spiegando: “Abbiamo ora un coordinamento europeo e anche a livello Onu, lì non si agisce a livello bilaterale. Il problema è che anche a livello multilaterale, la discussione non è facile, le opinioni sono divergenti e non c’è grande entusiasmo su un intervento”.(Inform)

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