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mercoledì 11 settembre 2013

Ice. L'Italia punta al mercato Usa. Il presidente Riccardo Monti incontra i giornalisti a New York

 STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Da “America Oggi”, 10.9.2013

Ice. L'Italia punta al mercato Usa. Il presidente Riccardo Monti incontra i giornalisti a New York

NEW YORK - Un futuro più roseo sulla ripresa dell'economia italiana è quello tracciato ieri mattina da Riccardo Maria Monti, presidente dell'Ice (ora Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). Una predizione basata sull'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti che, secondo Monti, rafforzerà il vantaggio competitivo delle aziende italiane.

Con accanto il direttore della sede di New York e coordinatore degli uffici dell'Ice negli Stati Uniti, Pier Paolo Celeste che ha fatto gli onori di casa, Monti incontrando i giornalisti italiani nell'istituto a Manhattan, ha tracciato una panoramica delle iniziative in corso annunciando, tra l'altro, che a breve la sede di Miami verrà riaperta.

"L'Italia cresce e quest'anno dovremmo superare i 15 miliardi di euro nel surplus commerciale. Un record storico", ha detto aggiungendo che "Gli Stati Uniti sono un mercato consolidato. A molte aziende italiane consigliamo di lasciare la Cina e di continuare con gli investimenti in America". Per questo l'Ice guarda "Con il massimo interesse al mercato americano dove abbiamo cinque uffici. I dati sono positivi anche se il cambio euro-dollaro non è tra i più favorevoli".

Anche se l'Italia soffre una situazione di crisi interna, con forte stagnazione, Monti ha ricordato che "il sistema industriale italiano continua ad avere forza e capacità di crescere fuori dai confini e che le aziende non smettono di investire all'estero".

‘'Ci sono aree negli Stati Uniti che hanno dimostrato una dinamicita' incredibile. Noi come sistema Italia presidiamo solo in parte questo mercato, e la sfida è quella di una presenza ‘light', non continuativa ma intelligente, anche in realtà geografiche dove non abbiamo una presenza diretta''. 

"New York - sostiene il presidente Ice - continua a essere il punto di riferimento principale, ma anche la riapertura della sede di Miami dà all'Italia la possibilità di continuare a espandersi in un mercato in crescita, e di diventare un "hub per attrarre le elite sudamericane". Un po' come Londra è stata la calamita per i ricchi orientali, Miami lo è per la "wealthy elite" latino americana sia per l'industria nautica, sia per quella immobiliare.

La parte del leone della presenza italiana in America continua ad essere l'industria meccanica (rappresenta il 20%) seguita dalla moda (15%) e dal settore alimentare (10%). "Per questo settore - ha detto Monti - dobbiamo essere grati alla nostra comunità presente negli Stati Uniti che è riuscita ad imporre i prodotti alimentari del proprio Paese di origine".

La nuova sfida secondo Monti - che ieri sera alla sede dell'Ice di New York ha ospitato un incontro per promuovere la moda italiana durante lo svolgimento a Manhattan della settimana della moda - è quella di svecchiare il concetto di Made in Italy, proponendo anche diverse realtà rispetto a quelle consolidate: dalle biotecnologie all'industria farmaceutica. 

Monti sottolinea come gli Stati Uniti siano un partner di rilievo per l'Italia, e un mercato di straordinaria importanza. Nel primo semestre del 2013 gli Stati Uniti hanno importato dalla Penisola merci per un valore di 18,6 miliardi di dollari registrando un aumento del 2,95% rispetto allo stesso periodo del 2012. Un dato importante se paragonato al perdurante calo di importazioni dal mondo, con meno 2,11%, e dall'Ue, con meno 1,03%. Per questo l'Ice punta a creare una rete più capillare negli Stati Uniti. Nonostante i tagli della spending review, l'Agenzia riceverà globalmente un aumento di risorse dal governo che porterà il fondo promozionale a 50 milioni di euro. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, questo permetterà quindi una presenza più capillare, con uffici in almeno 20 città americane.

Monti ha quindi concluso parlando della necessità di rinnovare e rilanciare il lavoro dell'agenzia facendola diventare "una casa aperta per chiunque voglia promuovere l'Italia". (Massimo Jaus - America Oggi del 10 settembre 2013 /Inform)

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