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lunedì 2 dicembre 2013

Il presidente del Comites di Monaco di Baviera Claudio Cumani sulla scomparsa del fondatore del circolo Filef di Landshut Giacomo Lando

ITALIANI ALL’ESTERO
Il presidente del Comites di Monaco di Baviera Claudio Cumani sulla scomparsa del fondatore del circolo Filef di Landshut Giacomo Lando

“Con lui ci lascia un pezzo di storia degli italiani in Germania. Una storia spesso sconosciuta o dimenticata. Ma una storia di dignità, generosità, impegno”

MONACO DI BAVIERA – “Quando ci lascia qualcuno che stimiamo ed ammiriamo, se ne va anche una parte di noi. Con lui ci lascia un pezzo di storia degli italiani in Germania. Una storia spesso sconosciuta o dimenticata. Ma una storia di dignità, generosità, impegno”. Lo scrive il presidente del Comites di Monaco di Baviera Claudio Cumani sulla scomparsa di Giacomo Lando, fondatore del circolo Filef Landshut.

“Giacomo Lando – ricorda Cumani - arriva a Landshut (nella Bassa Baviera) a 31 anni, nel 1960. Nella nativa Sicilia era stato licenziato perché attivo nel movimento operaio e sindacale, impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori. Un impegno che Giacomo riprende in Germania, nell’organizzazione dei lavoratori italiani e delle loro famiglie. Nel 1967 fonda il circolo Filef di Landshut, che insieme alla moglie Giuseppina ha tenuto in vita fino ad oggi. Un circolo molto attivo, che - attraverso feste, attività sportive e tornei di boccia, ma anche momenti di discussione politica, culturale e sociale - ha rappresentato un importante punto di incontro per molte generazioni di italiani e tedeschi, accogliendo negli ultimi anni anche i nuovi immigrati di altre nazionalità. Un angolo dal quale, con silenziosa generosità, Giacomo e Giuseppina hanno saputo creare occasioni di vera integrazione, in una zona altrimenti periferica e socialmente difficile. Venendo per questo unanimemente apprezzati con riconoscenza ed affetto anche dai concittadini tedeschi e dalle autorità cittadine. Ora – continua Cumani - Giacomo ci ha lasciato. E con lui se ne vanno un’esperienza umana e politica irripetibile. Ma la sua umanità ed il suo esempio restano con noi, con coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, con coloro che sono stati accolti e riscaldati dalla sua generosa umanità ed aiutati dal suo disinteressato impegno. Con sincera commozione, con profondo affetto ci stringiamo attorno alla moglie Giuseppina, ai figli Antonina, Salvatore, Paolo e Graziella, ai 13 nipoti ed ai 4 pronipoti che Giacomo ha lasciato. Insieme, tutti insieme, noi italiani in Baviera sapremo proseguire nell’impegno per l’integrazione e lo sviluppo della nostra comunità, rendendo così il più vero omaggio alla memoria di Giacomo e di tutti coloro che negli anni passati, nel periodo dell’emigrazione più difficile e dolorosa, hanno saputo impegnarsi e lottare per la dignità di ciascuno di noi”.(Inform)

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