PARTITI
L’editoriale di
“PD cittadini nel mondo” del 20.12.2013
Marco Fedi: Il Patto per l’Italia e per gli Italiani
nel mondo
I primi otto mesi di Governo Letta
si chiudono, per gli italiani nel mondo, con un bilancio sostanzialmente
negativo. Avremmo potuto chiuderli in pareggio se fossimo riusciti, anche in
questa legislatura come in quelle precedenti, a prorogare le detrazioni fiscali
per carichi di famiglia, o addirittura positivo se fossimo riusciti a dare una
risposta duratura e credibile alla questione IMU per i residenti all’estero.
Per l’IMU tutto rimane come prima.
Per la TASI, invece, sarà
possibile accedere a una detrazione, solo per il 2014, dal fondo comune di 500
milioni per gli indigenti, esteso anche ai residenti all’estero.
Davvero poco.
È vero che abbiamo attraversato
periodi peggiori. Eravamo abituati ai tagli lineari, a quelli feroci, che fanno
male, che allontanano le nostre comunità dall’Italia e dalla prospettiva di una
dimensione globale di presenza italiana nel mondo. Grazie al lavoro svolto al
Senato, che ha recuperato 5 milioni di euro, siamo riusciti a contrastare
l’ennesima riduzione lineare di tutti i capitoli, circa il 10%, che nella mia
matematica ci porta esattamente dove eravamo a fine 2012. Non oltre.
La condizione di oggi è l’assenza
d’interlocuzione diretta con il Governo.
Nei quattro anni del Governo
Berlusconi, infatti, i tempi erano segnati dalla logica dei tagli lineari e
dalla linearità di deleghe affidate a chi meglio interpretava quelle scelte. Il
Governo di transizione di Mario Monti ci aveva riconsegnato capacità di confronto
che si è drammaticamente estinta con il Governo Letta. La fase dell’ascolto e
del confronto è stata la caratteristica, invece, del Governo di Romano Prodi.
Abbiamo però un fatto positivo: il
Governo ha annunciato una fase di ripensamento della nostra presenza
diplomatico-consolare nel mondo. Non chiuderanno Adelaide e Brisbane e si
conferma l’avvio di una fase di confronto parlamentare per ridisegnare anche i
criteri per garantire diplomazia, sviluppo, servizi. Non è ancora sufficiente.
Sarebbe utile, anche per il Governo, poter contare su un confronto diretto con
il Parlamento sui temi degli italiani all’estero.
Eviterebbe incomprensioni e
consentirebbe la nascita di proposte serie, coordinate, in un momento in cui
rimettiamo in discussione regole elettorali e rappresentanza diretta.
Sui temi della rappresentanza la
parola torni alle nostre comunità.
Dicano cosa pensano di Comites,
CGIE, Parlamentari eletti all’estero e ci consegnino una visione alternativa a
quella che noi abbiamo pensato e sviluppato in questi anni. Sarebbe comunque
utile anche per misurare la distanza che siamo riusciti a costruirci attorno.
Dobbiamo tutti essere pronti a un nuovo modello di rappresentanza. Non ci
spaventa e non ci rattrista.
Ma non è possibile prescindere
dall’esercizio in loco del diritto di voto o dalla garanzia costituzionale che,
insieme all’effettività del voto, ne garantisca la pari dignità e quindi la
pienezza del valore anche nel rapporto fiduciario con il Governo.
Il Partito Democratico racconta
oggi una storia di partecipazione politica rilevante attraverso le primarie. Il
Partito Democratico propone oggi un ricambio generazionale.
Deve essere il Partito Democratico
del cambiamento, di un nuovo patto per l’Italia.
Per queste ragioni, al nuovo patto
per l’Italia, è necessario affiancare anche una proposta nuova per gli italiani
nel mondo. (Marco Fedi* - PD cittadini nel mondo n. 12 del 20 dicembre 2013
/Inform)
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