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martedì 30 luglio 2013

Canada. Per volare alto e libero

ITALIANI ALL’ESTERO
Dal “Messaggero di sant’Antonio”
Canada. Per volare alto e libero

VANCOUVER - Sembra una favola, è invece una storia vera. C’era una volta un giovane friulano di Ovaro (Udine) che coltivava il sogno di diventare pilota di linea. Petronio Olivieri il suo nome. Con in tasca brevetti di volo di primo e secondo grado, conseguiti nei primi anni Cinquanta presso l’Aero Club di Campoformido (UD), decise di trasferirsi nel lontano west canadese, allora considerato «un paradiso dei piloti». Era il 1957. A Vancouver, dove approdò, gli dissero che quei brevetti non avevano valore in Canada. Decise di ricominciare ma… bisognava lavorare per mantenersi e, soprattutto, per finanziare il conseguimento del sogno. Si inventò qualcosa di inesistente allora nel mercato alimentare locale: avrebbe confezionato e venduto tortellini! Dalla terra carnica aveva ereditato il culto del lavoro e del risparmio. Li mise a frutto, per poter volare alto e libero. E così nacque la Olivieri Pasta, trasformatasi negli anni, grazie alla straordinaria dedizione del titolare, da piccola impresa artigianale a solida industria di produzione e distribuzione.

Oggi la ricca e varia linea Olivieri, assorbita qualche anno fa da una multinazionale, è presente nei mercati alimentari dell’intero Nordamerica. E lui, quel lontano giovane sognatore, è un esperto pilota, da decenni socio attivissimo dell’Aero Club della British Columbia. «Non sono diventato pilota di linee aeree – afferma – ma mi sono creato un lavoro che mi ha dato la possibilità di volare ogni qualvolta lo desideravo». Petronio Olivieri è stato presidente della Famèe Furlane e da sempre ha fatto volontariato in favore del Centro culturale italiano. «A lei il successo sembra non aver dato alla testa» mi sono permessa di dirgli mentre, umile e sorridente, interveniva il mese scorso a una cerimonia presso la scuola cattolica di San Francesco d’Assisi in Vancouver. «Mah… penso di essere un po’ francescano anch’io» la sua risposta, indicando una targa ricordo, da lui appena scoperta, dedicata all’indimenticabile padre Emanuele Rosaia a vent’anni dalla scomparsa. «Con l’esempio egli ha predicato carità, modestia, compassione, unità e amore», si legge. Al frate francescano, per ventisei anni al servizio della parrocchia di St. Francis, Olivieri era molto legato, e non solo perché aveva benedetto il suo matrimonio con Bruna e battezzato il loro figlio Daniele.

Nel 1993, con un gruppetto di amici era stato promotore della «Father Emanuele Rosaia Scholarship» (due borse di studio annuali di mille dollari ciascuna). Per vent’anni sono stati aiutati decine di studenti italocanadesi che accedevano agli studi universitari. «L’educazione è una chiave per il Paradiso» c’è anche scritto nella targa ricordo. Ora Olivieri e i suoi amici stanno cercando di raccogliere fondi per la ristrutturazione del vecchio edificio con l’aggiunta di una palestra. Il progetto sta particolarmente a cuore al parroco, padre Gino Aloisio, alla preside della St. Francis School, Jodie Sussex, e soprattutto ai molti genitori.(Anna Maria Zampieri Pan-Messaggero di sant'Antonio, edizione italiana per l'estero, n.luglio-agosto/Inform)

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