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mercoledì 31 luglio 2013

L’audizione del vice ministro del Mae Bruno Archi

CAMERA DEI DEPUTATI
Al Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese

L’audizione del vice ministro del Mae Bruno Archi

Rete consolare, nuove mobilità, rappresentanza degli italiani all’estero, lingua e cultura tra i temi affrontati dal vice ministro con delega alle politiche per i connazionali nel mondo. Nel corso del dibattito sono intervenuti Laura Garavini (Pd), Elena Centemero (Pdl) e Alessio Tacconi (M5S). Il seguito dell’audizione rinviato alla prossima settimana

ROMA – L’audizione del vice ministro del Mae, Bruno Archi, cui è stata assegnata la delega alle politiche relative agli italiani all’estero, ha aperto stamani formalmente l’attività del Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera dei Deputati per la corrente legislatura.

L’audizione, che segue quella svolta all’omologo Comitato del Senato (vedi Inform dell’11 luglio: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/al-comitato-per-le-questioni-degli.html), era attesa anche per il “momento particolare” richiamato dal presidente Fabio Porta, ossia “a pochi giorni dalla notizia che riguarda la chiusura di 13 strutture consolari italiane all’estero”. Porta, eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale, segnala anche in questa sede come tale decisione non sia stata condivisa con i Comitati di Camera e Senato, né con gli altri organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, ribadendo la necessità “di un confronto su metodo e merito” di questi provvedimenti. “Noi vogliamo essere dei riferimenti anche per il governo rispetto alle decisioni importanti che si prendono in questo senso – afferma l’esponente democratico, chiarendo come proprio nell’ambito della spendig review sia emersa l’esigenza di comprendere “criteri e politiche alla base di tale scelte”, “che devono avere come obiettivo non solo il contenimento di spesa, ma anche una ridefinizione, un riorientamento, così come è stato definito, della valorizzazione della nostra presenza all’estero, presenza che trova nella rete consolare un punto di riferimento essenziale”. Tra le preoccupazioni del Comitato, il presidente segnala anche i tagli che hanno riguardato la promozione di lingua e cultura italiana all’estero, in particolare il ridimensionamento di personale e dirigenti scolastici, riduzione che sta fortemente penalizzando proprio l’area di provenienza di Porta.

Archi, dopo aver espresso apprezzamento per il “marcato interesse per la promozione del sistema Paese” richiamata nella stessa denominazione del Comitato, ha chiarito in primis la suddivisione delle deleghe del Mae, ricordando come siano state affidate al sottosegretario Mario Giro le questioni relative alla promozione di lingua e cultura italiana e al vice ministro Marta Dassù quella della riorganizzazione degli uffici all’estero e della revisione della gestione delle risorse umane e finanziarie del Mae. Come già annunciato nel suo intervento di apertura all’ultima assemblea plenaria del Cgie, ha poi confermato la sua presenza l’8 agosto a Marcinelle, per la commemorazione del disastro minerario in cui morirono 136 connazionali.

In merito ai servizi resi dalla rete consolare alle collettività italiane all’estero, Archi ha richiamato la complessità dovuta da un lato alle esigenze espresse da queste realtà, “che non sono mai omogenee, anche nello stesso ambito europeo”, sia alle nuove dinamiche innescate dalla globalizzazione. A questi fattori di complessità si aggiunge la difficoltà determinata da “risorse che sono in continuo calo a fronte di oneri che sono in continua crescita”, per cui, “pur forti della conoscenza del territorio, delle comunità stanziali e delle loro esigenze, anche rendere i più tradizionali servizi consolari diventa ogni giorno assai più difficile, nonostante l’ottimizzazione delle risorse e il sempre più intensivo uso degli strumenti informatici”, strumenti che sono però “poco diffusi tra le comunità più anziane”. A ciò si aggiunge “la nuova mobilità internazionale che esula dei tradizionali strumenti consolari di rilevamento e assistenza” e necessita “di un approccio del tutto innovativo”. Se metodi e strumenti adottati possono quindi essere ancora adeguati per “le comunità tradizionali più stanziali”, spesso non sono adeguate “sempre e ovunque” le risorse – ammette Archi, segnalando poi l’esigenza di un intervento diverso “nei conforti delle nuove generazioni, figli e nipoti di emigrati, in cui si incontra un divario culturale generato dalla più profonda integrazione nei rispettivi Paesi di accoglienza”. In questo caso risulta indispensabile un intervento che sappia “conciliare integrazione e radici”, così da non disperdere un potenziale prezioso per il nostro Paese. “La nuova mobilità internazionale richiede un adeguamento di metodi e strumenti ancor prima che di risorse – afferma il vice ministro, rilevando come l’attuale sistema normativo (per esempio quello che regola l’iscrizione all’Aire) e organizzativo riscontrabile nella rete consolare rispecchi le esigenze di “un’emigrazione intesa come residente e in larga misura stanziale”, ben diversa dalla dinamicità delle nuove forme di mobilità in crescita.

Archi si sofferma poi su alcune “sollecitazioni” ricevute proprio nel corso dell’ultima assemblea plenaria del Cgie, in particolare la necessità di conoscere più in profondità i fenomeni connessi alle nuove forme di mobilità e la “questione della rappresentanza”. Riconosce ai membri di Comites e Cgie eletti nel 2004 “l’enorme sforzo” compiuto per esercitare il loro ruolo in vista del rinnovo procrastinato al 2014 e ribadisce il suo impegno a far sì che l’iter di approvazione del regolamento per la revisione delle modalità di voto dei Comites – l’ultimo decreto di rinvio delle elezioni prevede l’adozione del voto in modalità elettronica – “si svolga il più rapidamente possibile”. La modalità elettronica include il voto presso le sedi consolari e in altre strutture sul territorio, ove sia possibile predisporle, e la possibilità di voto in remoto, attraverso il proprio pc personale, con una procedura di autenticazione. Il rinnovo dei Comites servirà anche a riportare nella composizione degli organismi i cambiamenti intervenuti nelle collettività italiane all’estero – sottolinea Archi, - mentre si profilano novità anche per l’esercizio di voto all’estero, su cui il processo di riforme istituzionali avviato in Parlamento avrà ripercussioni che Archi giudica “ancora non decifrabili”. Il vice ministro richiama i limiti legati all’esercizio di voto per corrispondenza, messo alla prova dei fatti dal 2006 ad oggi, segnalando come “il vulnus” dovuto all’invio “generalizzato” – oltre 3 milioni sono i cittadini che votano all’estero - dei plichi elettorali ad indirizzi non aggiornati sia difficilmente colmabile e richiamando la proposta di invertire l’opzione per l’esercizio di voto, proposta che consentirebbe di mantenere il voto per corrispondenza, modalità “finanziariamente meno onerosa del voto in loco”, con un invio più sicuro del plico (l’interessato ad esprimere il proprio voto per corrispondenza dovrebbe iscriversi ad un apposito elenco confermando l’indirizzo di residenza). L’inversione dell’opzione si inserirebbe quindi “in un meccanismo già rodato”, mentre coinvolgere nella platea di votanti anche le nuove mobilità viene giudicato impossibile “senza una riforma organica dell’intero impianto normativo”.

Richiamata anche l’importanza, tra le forme di rappresentanza, dell’associazionismo italiano all’estero e la necessità di “andare oltre il concetto di associazione come luogo meramente fisico” per ricomprendere anche le modalità di aggregazione privilegiate dalle nuove forme di mobilità, che avanzano nuove istanze ed esigenze concrete che vanno considerate. Per conoscere meglio quest’ultimo fenomeno, Archi segnala come occorra andare oltre i dati resi disponibili dagli elenchi anagrafici e “che comprendono situazioni già cristallizzate”, “affinando i dati in nostro possesso” con strumenti alternativi, coinvolgendo i gruppi informali di espatriati all’estero, le strutture locali di accoglienza e per la ricerca di un impiego e “dedicare all’indagine un’apposita sezione dei siti web istituzionali”. In seguito all’acquisizione di tale quadro più completo, le rete consolare potrà coinvolgere le strutture presenti all’estero (Ice, Istituti di Cultura, Camere di commercio, etc.) chiedendo di orientare le loro attività alle esigenze emerse.

Ribadita l’importanza che il Mae attribuisce alla promozione di lingua e cultura italiana, pur nella consapevolezza di un quadro finanziario sempre più critico, e richiamati, proprio per giungere ad un uso ottimale delle poche risorse a disposizione, il recente processo di revisione e razionalizzazione relativo agli Enti gestori (vengono ricordati a questo proposito i vantaggi che l’accorpamento degli Enti gestori può generare, in termini di abbattimento dell’impatto dei costi fissi e di una maggiore condivisione delle competenze, che si riflette sulla qualità dell’offerta) e di ridimensionamento del personale scolastico (che il decreto di spendig review ha stabilito debba passare da 1024 a 624 unità nel 2017). Archi segnala come una rimodulazione dei tagli sul personale sia attualmente in fase di elaborazione attraverso la predisposizione di un emendamento alla spendig review che consenta l’invio di personale docente o dirigenziale “in alcuni posti prioritari al fine della nostra politica scolastica”, rispondendo in questo modo alla preoccupazione avanzata da Porta. Il vice ministro ripercorre poi i passi compiuti verso un coordinamento dei soggetti impegnati in politiche e interventi che riguardano la promozione di lingua e cultura italiana all’estero, coordinamento “non più procrastinabile” ed esprime apprezzamento per la proposta di legge presentata in ultimo da Angela Fucsia Nissoli (Sc), deputata eletta nella ripartizione America settentrionale e centrale, per dare continuità al Museo dell’Emigrazione Italiana (vedi Inform dell’8 luglio:http://comunicazioneinform.blogspot.it/search?q=nissoli+mei). Una proposta su cui chiede il sostegno di Comitato e Parlamento, sottolineando il positivo riscontro dell’iniziativa. Infine, richiama la sua attività orientata alla “diplomazia della crescita”, ossia il sostegno all’internazionalizzazione della struttura produttiva italiana, composta soprattutto di piccole e medie imprese, che possono trovare all’estero occasioni di crescita e coglierle attraverso la sinergia tra istituzioni, altre imprese italiane e collettività presenti in loco, specie la diffusa e altamente qualificata presenza scientifica.

Nel corso del dibattito è intervenuta Laura Garavini, deputata eletta per il Pd nella ripartizione Europa, che, pur apprezzando i numerosi argomenti sviluppati da Archi, ha sottolineato la sua preoccupazione per le chiusure consolari annunciate in questi giorni. “C’era stato un impegno del precedente ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, a consultare il Parlamento nel caso si presentasse l’esigenza di ulteriori chiusure e invece – afferma Garavini – ne veniamo a conoscenza attraverso gli organi di stampa e a ridosso della pausa estiva. Segnalo poi che l’effetto di queste chiusure comporterà aggravi di lavoro per sedi già oberate, come Ginevra, nel caso della chiusura di Sion, o Charleroi, che già sopperisce alla chiusura di Liegi”. L’esponente democratica chiede quindi a governo e amministrazione – presente all’audizione anche il direttore generale per gli Italiani all’estero del Mae, Cristina Ravaglia – la sensibilità e l’impegno utile a garantire standard di servizi adeguati ai connazionali, tenendo conto delle esigenze delle collettività, ed uno sforzo di coordinamento dei servizi a livello europeo.

Ribadisce l’esigenza di un coordinamento tra i soggetti che si occupano di promuovere la lingua e cultura italiana Elena Centemero (Pdl) che segnala inoltre come occorra considerare il rinnovo del personale scolastico all’estero anche nell’ottica di un nuovo contratto atteso per il 2015 e considerando la possibilità di ricorrere maggiormente al personale in loco. Centemero ritiene inoltre opportuno riprendere l’indagine sugli IIC e sulla promozione di lingua e cultura italiana all’estero già avviata dalla Commissione Esteri con la Commissione Cultura della Camera nella scorsa legislatura e segnala l’importanza di Expo 2015 per l’internazionalizzazione delle imprese. Sul voto all’estero viene evidenziata la necessità di un coordinamento tra Comitato e Commissione Affari costituzionali della Camera – di cui la deputata fa parte – in questa delicata fase di avvio delle riforme istituzionali.

Infine, Alessio Tacconi (M5S), eletto nella ripartizione Europa, rileva come le parole del vice ministro non rispecchino quella che è stata negli ultimi anni la “realtà delle politiche rivolte ai connazionali all’estero”, lamentando i tagli di risorse apportati e le chiusure nuovamente annunciate di strutture consolari. Evidenzia poi la necessità di conoscere meglio le nuove forme di mobilità per rispondere alle loro istanze, proponendo l’istituzione di appositi sportelli nelle strutture consolari all’estero in cui i connazionali possano ricevere un primo orientamento in materia di accoglienza, assistenza sanitaria, lavoro, lingua. Rileva come le risorse destinate al Cgie potrebbero essere dirottate ai Comites, suggerendo la cancellazione del Consiglio generale, ritenuto "pleonastico" con l'istituzione della circoscrizione Estero..

Nel chiudere i lavori, il presidente Porta invita Archi a proseguire l’audizione, se possibile, la prossima settimana, così da consentire un seguito degli interventi e la replica del vice ministro, e propone un’audizione congiunta del ministro degli Esteri o del vice ministro competente alle Commissioni Esteri di Camera e Senato per un confronto sui provvedimenti di chiusura delle strutture consolari. (Viviana Pansa - Inform)

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