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lunedì 29 luglio 2013

Il Pd di Buenos Aires risponde ai dirigenti del Maie Gazzola e Romanello

PARTITI
Il Pd di Buenos Aires risponde ai dirigenti del Maie Gazzola e Romanello

Una nota di chiarimento sulle questioni del possibile trasferimento della statua di Colombo e della pesificazione delle pensioni italiane

BUENOS AIRES – Il circolo del Partito democratico di Buenos Aires risponde con una nota a Mariano Gazzola e Marcelo Romanello, presidente e segretario del Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie) in Argentina, che avevano evidenziato il “silenzio dei dirigenti del Pd” sul trasferimento della statua raffigurante Cristoforo Colombo da Buenos Aires e sulle problematiche legate alla conversione in pesos delle pensioni italiane versate dall’Inps ai connazionali residenti in Argentina (vedi Inform del 23 luglio:http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/gazzola-e-romanello-maie-sul.html).

Ribadendo argomenti già chiariti dal responsabile del Pd per gli italiani nel mondo, Eugenio Marino, nel corso della sua conferenza stampa sugli esiti del suo recentissimo viaggio in Sud America (vedi Inform del 23 luglio:http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/la-visita-in-uruguay-argentina-e.html), la nota ricorda come sulla questione della pesificazione delle pensioni italiane si siano svolti incontri di natura tecnica e politica, “con i più alti livelli del governo argentino” e come, trattandosi di negoziazioni tra due Stati, ambo le parti mantengano la debita riserva. Obiettivo di questi incontri è appunto trovare una soluzione a questo delicato problema – si legge nella nota, che ribadisce come l’impegno del partito a fianco dei pensionati italiani sia di lunga data e di competenza riconosciuta.

Diversamente stanno le cose per la statua raffigurante Cristoforo Colombo, la cui ipotesi di spostamento viene ricondotta al dibattito pre-elettorale tra esponenti del governo argentino e opposizione.

“Non crediamo sia di interesse discutere della figura di Cristoforo Colombo – prosegue la nota, segnalando come la sua impresa di “condottiero cosmopolita al servizio di un impero” nulla avesse a che fare con le sue presunte origini. “Non siamo interessanti a creare antagonismi sull’indipendenza e la conquista spagnola del continente, né crediamo che la conquista dell’America sia una prodezza degna di essere rivendicata. Tanto meno crediamo che queste cose abbiano a che fare con l’italianità. Rivendichiamo però il processo di immigrazione avvenuto negli ultimi 2 secoli, che coinvolse milioni di uomini e donne spinti dalla necessità di nuovi orizzonti [..], rivendichiamo la cultura del lavoro che portarono qui i nostri padri e i nostri nonni, e non quella del saccheggio che portò alla conquista spagnola”. Evidenziato in definitiva dalla nota il processo del “meticciato” che ha dato luce ad una nuova società multiculturale e multietnica, di cui i cittadini del latino-america di oggi sono il prodotto, ossia un “ponte” tra diverse realtà.

“L’unico dato che lega la collettività italiana alla statua di Colombo è il fatto che essa sia stata un dono della collettività italiana all’Argentina, ormai un secolo fa” ed è “diritto del governo argentino disporre del suo patrimonio nel modo in cui ritiene opportuno ed è questo il tema di cui si tratta: non di distruggere un monumento, ma di cambiarne la posizione”. Il Pd di Buenos Aires ritiene comunque opportuno che il governo nazionale discuta della sua proposta sia con i dirigenti della collettività spagnola – in quanto l’opera si riferisce alla conquista spagnola – sia con quelli della collettività italiana – erede naturale dei donatori della stessa.

La collettività italiana viene dunque invitata a non prestarsi a strumentalizzazioni di tipo politico, a conflitti “creati artificialmente” e che nulla hanno a che vedere con l’identità italiana. “L’America latina, il continente più diseguale del mondo, vive oggi il momento migliore dei suoi ultimi 500 anni, l’Europa, culla della democrazia e dell’uguaglianza, si trova invece immersa in una crisi che sta investendo la sua economia, sovranità nazionale, stili e livelli di vita e la sua vita stessa. La collaborazione tra i due continenti potrebbe aprire immense possibilità per affrontare le sfide del presente e riscrivere il futuro – conclude la nota. (Inform)

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