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martedì 30 luglio 2013

Luca Zaia: “La Trevisani nel Mondo è la migliore testimonianza del nostro modello veneto di integrazione”

ASSOCIAZIONI
Luca Zaia: “La Trevisani nel Mondo è la migliore testimonianza del nostro modello veneto di integrazione”

VENEZIA - Il presidente del Veneto Luca Zaia è intervenuto domenica 28 luglio al 21° Raduno Internazionale dell’emigrazione della “Trevisani nel mondo” a Pian del Cansiglio. Erano presenti oltre 50 sindaci della Marca trevigiana, esponenti di tutte le istituzioni e migliaia di emigrati rientrati in precedenza o residenti in Europa e Oltreoceano.

“La Trevisani nel Mondo – ha detto Zaia nel suo intervento – è la migliore testimonianza del nostro modello veneto di integrazione. Uno dei migliori, uno dei più accoglienti e inclusivi. Ci siamo fatti onore in tutti i Paesi in cui siamo immigrati, non riempiendo le carceri, bensì riempiendo le fabbriche col nostro senso del dovere, il nostro sudore, le nostre capacità, il nostro duro lavoro quotidiano. E dobbiamo a quei quasi cinque milioni di emigrati se, grazie alle loro rimesse, si è riusciti a sviluppare nella nostra provincia, uno dei sistemi industriali più forti e innovativi d’Europa”.

Accogliendo le istanze alla solidarietà nei confronti di chi - come tanti anni fa i trevigiani - emigrò per cercare un lavoro e una dignità che mons. Andreatta aveva rivolto durante l’omelia, Zaia ha proseguito: “Sono d’accordo, noi trevigiani siamo gente che non dimentica l’antica povertà. Ma, come noi sapemmo integrarci e rispettare le regole delle Nazioni che ci ospitavano, ora noi chiediamo semplicemente che l’immigrazione obbedisca a regole: chi viene per lavorare e mantenere la sua famiglia è bene accetto, chi viene per altri scopi deve trovare la porta sbarrata. Lo dirò anche al ministro dell’integrazione Cecile Kyenge che vedrò in un dibattito a Cervia il 3 agosto, con la quale mi sono personalmente scusato per le offese che le sono state rivolte, che condanno senza se e senza ma”.

Zaia ha poi riproposto la sua adesione alla campagna del quotidiano “Avvenire” per la concessione del Nobel per la pace a Lampedusa e ai suoi abitanti: “Che si abbiano idee diverse sull’immigrazione appartiene al confronto democratico, ma che i cittadini di Lampedusa siano vittime di un’Europa sorda e menefreghista, che ha avuto anche il coraggio di sospendere il diritto chiudendo le frontiere qualche anno fa, è sotto gli occhi di tutti. Quindi questa gente merita altro che un Nobel”. (Inform)

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