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lunedì 29 luglio 2013

L’accoglienza della Missione Cattolica Italiana di Rio de Janeiro


GMG

L’accoglienza della Missione Cattolica Italiana di Rio de Janeiro

 

RIO DE JANEIRO - Ha aperto le porte per la GMG: 112 i pellegrini che hanno dormito, provenienti da varie parti del Brasile – Paraiba, Manaus, Sorocaba – e dalla Florida, a cui si sono aggiunti gruppi di cileni e messicani per i pasti, totalizzando 150-200 ospiti ogni volta che veniva servito il caffè o la cena. È una storia di “ordinaria” accoglienza per la giornata mondiale della gioventù quella della Paróquia S. Cecilia e São Pio X e del suo parroco, padre Cesare Ciceri. Se non fosse che questa parrocchia ha scritto in modo particolare nel suo dna la vocazione all’accoglienza, essendo nata nel 1955 come Missione cattolica italiana a Rio de Janeiro. Si trova nel quartiere di Botafogo, non distante da Copacabana, che viene raggiunta attraverso un viadotto. “Sono anni che vado parlando di accoglienza e potrei dire che la gente era stanca solo di parole: ecco, adesso si è potuta davvero impegnare”, racconta padre Cesare in un servizio che comparirà integralmente sul prossimo numero di Migranti Press, il mensile della Fondazione Migrantes. “La parrocchia – precisa – non ha speso nulla, hanno fatto tutto i volontari”. Proveniente da Senago, nell’hinterland milanese, il parroco è missionario scalabriniano, sacerdote da 21 anni, venti dei quali li ha trascorsi in missione: 5 a Boston, poi i restanti in Brasile, di cui gli ultimi cinque a Rio. Qui non c’è più il “problema” degli immigrati italiani e le seconde/terze generazioni sono ormai completamente integrate nel tessuto sociale carioca. Mentre ci sono dei nuovi migranti provenienti da Perù, Colombia, Cile. Ed è verso costoro che ora si vuol rivolgere il carisma della parrocchia dedito all’accoglienza. “Tanti – spiega il parroco – sono poveri; altri vengono qui per studiare”. Verso costoro, complici anche le parole di papa Francesco, padre Cesare chiede di “aumentare l’attenzione” offrendo sia una proposta spirituale, sia promuovendo “la giustizia e i diritti di queste persone”. (F.R.-Migrantes online/Inform)

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