ASSOCIAZIONI
Vincenzo
Arcobelli (Ctim Nord America) : Chiusura del Consolato di Newark non in linea
con interessi di Italia e connazionali nel ‘Garden State’
“Delusione” del Ctim- Coordinamento Nord America per l’annunciata
chiusura del Consolato di Newark .
“Accogliamo con estrema negatività l'annuncio emesso dalla Farnesina
in merito alla chiusura di alcuni Consolati nei vari continenti ed in
particolar modo per quanto concerne il nostro territorio , la sede di Newark in
New Jersey” commenta in una nota il coordinatore del Ctim in Nord America
Vincenzo Arcobelli parlando di decisione che “non è certamente in linea con gli
interessi del Paese e dei connazionali residenti nel ‘Garden State’”. Arcobelli
non ritiene giustificata ,quali che siano le motivazioni della decisione del
MAE, “la chiusura di una sede dove risiede un alta densità di italiani ed italo
americani, dove i rapporti commerciali con l'Italia sono tra i più alti degli
USA, soprattutto nel settore eno-gastronomico,logistico e dei trasporti , quindi
delle importazioni e distrubuzioni”.
Arcobelli ricorda che alla fine del 2011 l'allora ministro degli
Esteri, ambasciatore Terzi, “ebbe il coraggio di imporsi al Governo con il
congelamento della chiusura delle sedi consolari a rischio”
Arcobelli ricorda anche che “era arrivata all'orecchio la possibilità
di chiusura di alcuni consolati negli USA , ma fino ad un mese fa e cioè
dall'ultima riunione del CGIE non si era parlato dell'eventuale
cancellazione”. Arcobelli rammenta che “vi erano stati degli allarmi
,interventi” del rappresentante Ctim Ribaudo, presidente del Comites di
Newark, e dal consigliere CGIE Sorriso, responsabile del Maie in Usa, perché
“da mesi sia la posizione del console generale che di altre rimanevano vacanti
, con il personale ridotto al di sotto dei minimi necessari per soddisfare le
richieste da parte dei connazionali”. Arcobelli fa anche presente che
“dell'argomento chiusura consolati in Usa,il Comitato dei presidenti ne
ha discusso alle ultime riunioni del New Jersey del 2012 e di Boston nel
mese di aprile 2013” e lamenta l’assenza, in quelle occasioni, dei
parlamentari eletti in Nord America.
“Qualcuno riferisce che la decisione è stata presa a causa della
spending review” ,ma fa osservare Arcobelli, “quante volte abbiamo riferito,
anni fa, tramite Comites e Cgie alle sedi competenti, di rivedere gli affitti
delle sedi?.Con un risparmio di milioni di dollari , si potevano e si
potrebbero comprare facendo risparmiare allo Stato centinaia di milioni di
dollari ,inoltre rimarrebbero come proprietà dello Stato Italiano ,non pagando
più l'affitto, cosi come il personale in missione che dovrebbe essere
ridotto,assumendo personale in loco riducendo notevolmente le spese”. Arcobelli
afferma che “lascia un po' perplessi” che “la decisione finale sia stata presa
in tempi rapidi senza confrontarsi con le realtà locali e della rappresentanza”
e sottolinea che “le soluzioni si possono trovare, questione di buona volontà,
di buona strategia politica, di interesse generale”.
Vincenzo Arcobelli assicura che “il Ctim farà intervenire la propria
rete, la segreteria generale per affrontare il problema”. “La speranza –
conclude - è l'ultima a morire, ci impegneremo per qualsiasi iniziativa ,
staremo vicino ai nostri colleghi dei Comites e del Cgie e delle Associazioni
del New Jersey per fare il possibile affinché questa decisione possa cambiare e
quindi essere a favore e nell'interesse specifico delle nostre comunità e
dell'Italia” (Inform)
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