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giovedì 18 luglio 2013

Alla Farnesina la riunione degli addetti scientifici della rete diplomatico-consolare


DIPLOMAZIA DELLA CRESCITA

Alla Farnesina la riunione degli addetti scientifici della rete diplomatico-consolare

La sessione inaugurale aperta dai saluti del segretario generale del Mae, Michele Valensise, e dagli interventi del ministro degli Esteri, Emma Bonino, e dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. Firmato un protocollo di intesa tra Mae e Cnr per sviluppare ulteriormente la promozione di ricerca e innovazione italiana all’estero

 

 


ROMA – Tornano a riunirsi alla Farnesina, dopo 10 anni, gli addetti scientifici che operano presso le sedi diplomatico-consolari italiane all’estero, in una due giorni di confronto incentrata su priorità d’azione e prospettive della ricerca internazionale e sul ruolo di ricerca ed innovazione per la crescita economica del nostro Paese.



Una chiamata a raccolta formulata da Mae e Miur in un contesto nazionale particolarmente difficile, contraddistinto dal perdurare della crisi economica, condizione di cui si avverte il progressivo incidere sul tessuto industriale – e di conseguenza occupazionale – italiano.



A salutare i partecipanti all’incontro il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, che ha segnalato come l’obiettivo della riunione sia “non solo valorizzare gli aspetti di rilevanza accademica dell’attività dei nostri preziosi addetti scientifici, ma anche collegare quanto più possibile tale loro attività, e quella della nostra rete all’estero, al mondo delle imprese e alle nostre aziende che oggi hanno bisogno più che mai di essere sostenute”. Un obiettivo – rileva il segretario generale - che si iscrive nel “quadro di riferimento generale dell’azione del Mae sotto la guida del ministro Emma Bonino”, che è quello del “sostegno costante e sistematico all’internazionalizzazione delle imprese”, cui si collega anche l’attrazione degli investimenti esteri. Valensise ribadisce dunque come periodi difficili come quello attuale possano essere superati attribuendo a innovazione e ricerca l’importanza dovuta e ringrazia gli addetti scientifici per aver risposto “di tasca propria” all’invito formulato in tempi contrassegnati dalla spending review.



“Scienza e diplomazia sono alleate naturali. Non c’è sfida globale, dalle minacce alla sicurezza energetica e alimentare alla lotta al cambiamento climatico e alle pandemie, che la diplomazia possa illudersi di vincere senza l’aiuto della scienza – ha affermato il ministro Bonino, che sollecita un coinvolgimento degli scienziati nei processi decisionali, in particolare quelli legati alla politica estera. Coinvolgimento che necessita di “un cambio di passo” che la Farnesina si propone di avviare con questa riunione, anche “nella ferma convinzione che le interazioni tra scienza e diplomazia siano particolarmente necessarie in questo momento difficile che l’Italia sta vivendo”. Per l’Italia, priva di materie prime, infatti, “intelligenza e talento, ricerca e innovazione sono componenti imprescindibili del dinamismo delle imprese – afferma il ministro, richiamando la loro importanza nel garantire competitività alle aziende in un mercato globale. Per Emma Bonino l’incontro tra scienziati e imprenditori fa parte della “diplomazia della crescita”, consapevolezza che ha guidato anche l’attenzione alle imprese innovative riservato dalla cabina di regia per l’Italia internazionale riunitasi al Mae la scorsa settimana. Il ministro esorta dunque a cogliere anche le “opportunità di crescita che ci offre l’Europa con i finanziamenti alla ricerca”, richiamando l’accresciuto investimento in questo settore previsto nel Programma quadro “Horizon 2020”. “Non solo non possiamo più permetterci il lusso di sprecare queste importati risorse o sottoutilizzarle - dice, - ma dobbiamo anche esplorare nuove forme di finanziamento, favorendo ad esempio i partenariati tra il pubblico e il privato”. Per Emma Bonino “gli addetti scientifici hanno un ruolo cruciale per mettere la ricerca al centro dell’azione di rilancio dell’economia e della mentalità del Paese “, mentalità “che deve uscire dal guscio del provincialismo, superare la paura dei cervelli in fuga e aiutare piuttosto i nostri talenti all’estero a fare esperienza e poi tornare in Italia”. “Per accrescere la nostra competitività occorre metterci di più in gioco, attrarre i cervelli in movimento, entrare in rete con loro, avere un approccio aperto al mondo globale – afferma Bonino, che sottolinea anche come “scienza e diplomazia possono lavorare fianco a fianco per promuovere i valori universali della tolleranza e della libertà”, grazie “all’approccio pluralistico” che le contraddistingue, approccio “volto al superamento di steccati, basato su curiosità, senso di critica, capacità di ascolto e comprensione, miglior antidoto contro ogni forma di fanatismo e autoritarismo”. La libertà di ricerca è legata dunque alla promozione delle libertà fondamentali, ma “il prestigio del patrimonio scientifico” concorre anche a rafforzare il “soft power di un Paese”, la sua immagine e la sua capacità di attrazione. Il ministro richiama poi l’appuntamento con Expo 2015, invitando gli addetti scientifici a valorizzarne all’estero le potenzialità innovative e Innovitalia, la piattaforma di networking tra ricercatori avviata da Mae e Miur che ritiene debba essere completata con il raccordo tra ricercatori e mondo dell’impresa.



Anche il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, considera la rete degli addetti scientifici “centrale per lo sviluppo di strategie di crescita del Paese”, ribadendo come il suo sia “non un ministero di spesa, ma un ministero di investimento, perché scienza e tecnologia sono fondamentali per uno sviluppo economico e sociale inclusivo, duraturo e sostenibile”.



“Scienza e tecnologia parlano per loro natura un linguaggio fortemente internazionale e si muovono sulla base di logiche globali ed inclusive ed è nostro compito – prosegue il ministro - definire un piano d’azione che renda il sistema delle scuole, della formazione e della ricerca il più possibile collegato con le dinamiche internazionali”, sistema di cui gli addetti scientifici rappresentano “i nostri terminali all’estero”, “uno strumento essenziale per promuovere le eccellenze e favorire le collaborazioni”. Carrozza ha poi richiamato i temi su cui intende lavorare insieme ai partecipanti all’incontro e nel corso del suo mandato, in primis la “chiamata europea”, “sfruttando al meglio il prossimo ciclo di finanziamenti europei per la ricerca”. “Nel programma quadro europeo che si è appena concluso la performance italiana che riguarda l’attrazione di investimenti per la ricerca non è stata esaltante – spiega il ministro, rilevando come solo il 9% dei fondi disponibili siano stati assegnati all’Italia, conto il 14% di quota messa a disposizione dal nostro Paese, determinando “una perdita complessiva per il sistema nazionale della ricerca di oltre 2,5 miliardi di euro”. “Se nel Programma Horizon 2020 la performance non dovesse migliorare, la perdita sarebbe di 3,5 miliardi, una cifra che il nostro sistema non può più permettersi – ha affermato Carrozza, richiamando l’importanza di solidi partenariati internazionali quali “punto di partenza per competere nei processi valutativi che determinano l’assegnazione delle risorse”, collaborazioni a cui gli stessi addetti scientifici possono contribuire. Richiamata anche la necessità di attrarre investimenti stranieri nel nostro Paese, investimenti “crollati negli ultimi anni – rileva Carrozza, e per la cui realizzazione gli addetti possono essere “antenne utili ad identificare possibilità e vincoli”. “Nei vostri Paesi di attività vi invito a immaginare e realizzare nuovi progetti nell’alta formazione e nella ricerca, come laboratori di ricerca congiunti e proposte che siano veicolo di investimenti mirati, scambi di competenze e persone – aggiunge il ministro, ribadendo la necessità di focalizzare gli sforzi su progettualità ben definite, “per non disperdere le nostre forze”. Analogo spirito di iniziativa e di sistema dovrebbe guidare anche il “potenziamento delle cooperazione universitaria”. “Il Miur sta lavorando alla definizione di strumenti per agire sul sistema dell’innovazione, allo sviluppo di nuove forme di finanziamento e a iniziative, come i challenge prize già adottati da altri Paesi, che premino studenti e ricercatori per risultati ottenuti in sfide tecnologiche, innovazioni sociali e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale – ha concluso Carrozza.



Di seguito sono intervenuti anche il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Luigi Nicolais, che ha sottolineato come compito del Cnr sia non solo l’incremento della conoscenza, quanto la sua applicazione ai fini della politica industriale e della crescita complessiva del Paese, e Paolo Zegna, presidente del Comitato tecnico di Confindustria, che auspica una proficua collaborazione con gli addetti scientifici anche nello svolgimento di missioni imprenditoriali all’estero. Al termine della sessione inaugurale è stato sottoscritto un protocollo di intesa e una convenzione operativa tra Mae e Cnr utili a rafforzare ulteriormente la collaborazione per promuovere ricerca e innovazione italiana sui mercati esteri.



A evidenziare le positive ricadute sul mondo delle imprese determinate dallo sviluppo di ricerca ed innovazione la prima sessione della riunione, intitolata “La rete degli addetti scientifici al servizio degli enti di ricerca italiana”. Segnaliamo in quest’ambito gli interventi del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese, del presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Giovanni Bignami, del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Fabrizio Oleari, di quello di Elettra Sincrotrone di Trieste, Carlo Rizzuto e di Catia Bastioli, amministratore delegato della Novamont. Nelle relazioni è stata presentata l’attività internazionale dei singoli enti di ricerca, i progetti in corso di attuazione con i principali partner stranieri, il potenziale di sviluppo economico ed industriale delle diverse attività. Mentre Saggese ha rilevato il ruolo che gli addetti scientifici potrebbero ricoprire nell’identificare, anche in materia di ricerca aerospaziale, percorsi e interessi comuni europei, Bignami ha evidenziato il “ruolo di traino rivestito dall’Istituto per imprese altamente tecnologiche”. Oleari ha sottolineato “la collaborazione stretta e fattiva con gli addetti scientifici” nelle attività di ricerca e di collaborazione a livello internazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, alle prese in particolare con scenari in veloce mutamento, mentre Rizzuto ha illustrato la vocazione alla ricerca della città di Trieste, sede anche di un consorzio europeo di ricerca (Esfri). Bastioli infine si è soffermata sull’attività di ricerca di Novamont, ente privato specializzato nel settore chimico, che sviluppa progetti di riqualificazione industriale e prodotti bio-based. Nella sessione finale della mattinata sono stati illustrati invece iniziative e strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione del sistema universitario italiano. (Viviana Pansa-Inform)

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