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venerdì 12 luglio 2013

Approvato in Aula il disegno di legge che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali

SENATO DELLA REPUBBLICA
Approvato in Aula il disegno di legge che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali

Accolto dal governo un odg, illustrato da Aldo Di Biagio (Sc), che impegna l’esecutivo ad un confronto attivo con i rappresentanti della circoscrizione Estero. Gli interventi di Roberto Calderoli (Ln), Luis Alberto Orellana (M5S), Alessia Petraglia (Sel), Pier Ferdinando Casini (Sc) e della relatrice Anna Finocchiaro (Pd)

ROMA – Il Senato della Repubblica ha approvato ieri, con 203 voti favorevoli, 54 contrari e 4 astenuti, il disegno di legge che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali, illustrato in Aula dalla relatrice Anna Finocchiaro (vedi anche Inform del 9 luglio: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/in-aula-il-ddl-che-istituisce-il.html). Il provvedimento, approvato in prima deliberazione, passerà ora all’esame della Camera dei Deputati.

Accolto dal governo nell’ambito dell’esame del ddl un ordine del giorno presentato da Aldo Di Biagio (Sc – eletto nella ripartizione Europa) e sottoscritto dai colleghi Claudio Zin (Maie – ripartizione America meridionale) e i democratici Claudio Micheloni (ripartizione Europa), Renato Turano (America settentrionale e centrale) e Francesco Giacobbe (ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide), che impegna l’esecutivo a “valutare l’opportunità di consentire, nei limiti delle proprie competenze e responsabilità, un confronto attivo con i rappresentanti della circoscrizione Estero, eventualmente attraverso il coinvolgimento del Comitato per le questioni degli Italiani nel Mondo istituito presso il Senato della Repubblica, segnatamente per quanto riguarda il procedimento legislativo relativo alla riforma della legge elettorale”.

Il confronto attivo con gli eletti all’estero e il coinvolgimento del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato viene ritenuto infatti dai proponenti dell’odg indispensabile all’elaborazione delle riforme che riguarderanno anche la composizione di Camera e Senato – di cui la rappresentanza espressa dai connazionali all’estero fa parte – e la legge elettorale, che all’estero prevede l’esercizio del voto per corrispondenza e quindi “dinamiche elettorali distinte rispetto a quelle vigenti sul territorio nazionale”. Nell’odg si legge inoltre che la sussistenza di specifiche tematiche e progettualità affrontate nel Comitato per le riforme “necessitano di quell’attenzione, approfondimento ed analisi che soltanto attraverso il riferimento di un parlamentare eletto oltre confine è possibile garantire”.

Di Biagio spiega come l’odg raccolga lo spirito di due proposte emendative al ddl da lui stesso formulate per “fornire un elemento di completezza al Comitato ed ai suoi componenti”. Per l’esponente di Scelta Civica, infatti, avrebbero concorso alla legittimazione del Comitato per le riforme, oltre che la presenza in esso di un rappresentante delle minoranze linguistiche - presenza garantita dal ddl a ragione della “pluralità” necessaria al corretto svolgimento del delicato compito assegnato al Comitato – anche quella di un parlamentare eletto oltre confine, quale “espressione di una minoranza, quella degli italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire”.

Di Biagio spiega dunque di aver ritenuto di ritirare queste proposte emendative “consapevole della criticità” di una tale modifica e “soprattutto alla luce delle sollecitazioni che mi sono state poste”, avanzando invece l’odg sopra richiamato per compiere “un gesto di responsabilità, ma nello stesso tempo di sana provocazione, anche per far capire che noi eletti all’estero ci siamo e vogliamo dare il nostro contributo quando si tratta di avviare procedimenti legislativi delicati e complessi, partecipando attivamente all’urgente ed improrogabile stagione di riforme di cui il nostro Paese ha bisogno”. (Per l’intervento di Di Biagio sull’accoglimento dell’odg vedi anche Inform di ieri: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/07/aldo-di-biagio-su-parlamentari-eletti.html).

“Con questo mio gesto di buonsenso e di responsabilità ritengo opportuno rivolgere all’assemblea del Senato e ai Gruppi parlamentari che saranno chiamati a delineare la composizione del Comitato un invito a garantire la presenza di un rappresentante della circoscrizione Estero, proprio per assicurare la dovuta legittimità alla composizione del Comitato in fieri – conclude Di Biagio.

A suscitare le perplessità di Roberto Calderoli (Lega Nord) il riferimento che egli legge nell’odg “a un qualunque tipo di ruolo del Governo quando si dovranno nominare i membri del Comitato per le riforme”, ruolo che l’esponente leghista contesta, come contesta il coinvolgimento del Comitato per le questioni degli italiani all’estero, perché “con buona pace di senatori e deputati eletti all’estero, la riforma elettorale, così come quella costituzionale – rileva, - la fa il Parlamento e non i Comitati, né dei saggi né degli eletti all’estero”.

“All’interno del Comitato il Governo sarà la controparte, sarà seduto al banco del Governo – precisa in risposta all’obiezione di Calderoli il ministro per le Riforme istituzionali, Gaetano Quagliariello. “Poiché l’odg non è formulato dal Governo bensì da un membro del Parlamento che chiede al Governo una interlocuzione, nei limiti delle proprie competenze e responsabilità, a me pare che la risposta del Governo non avrebbe potuto essere differente. È evidente che quei limiti e quelle competenze – rileva il ministro - sono estremamente circoscritti”.

Si associa alle critiche sul ruolo del governo Luis Alberto Orellana (M5S): “l’intervento del Governo è del tutto inopportuno, per quanto previsto nei limiti delle proprie competenze, perché non credo ne abbia affatto e quindi non interviene – afferma Orellana, che contesta un ipotetico “trattamento speciale riservato agli eletti all’estero, perché – sostiene - sono eletti come tutti gli altri, non c’è alcuna particolarità”. Contestato anche il confronto auspicato dall’odg con il Comitato per le questioni degli italiani all’estero: “non fa parte degli obiettivi del Comitato, che è nato per altri motivi, come seguire i Comites e altre attività – evidenzia il senatore del Movimento 5 Stelle.

Contraria a “trattamenti speciali” per gli eletti all’estero anche Alessia Petraglia (Sel).

Condivide invece lo spirito dell’odg Pier Ferdinando Casini (Sc) che evidenzia come “semplicemente i colleghi eletti all’estero sono preoccupati di essere coinvolti nell’elaborazione di un’eventuale disciplina nuova che riguarderà anche loro come eletti all’estero”. “La preoccupazione è condivisibile: se fossi un eletto all’estero – aggiunge - avrei esattamente la stessa preoccupazione. Non vedo come possa ledere le prerogative dell’assemblea o del Parlamento il fatto che il Governo si premuri di dire che terrà un collegamento ed un confronto con gli eletti all’estero”. Per Casini il coinvolgimento di questi ultimi discende dunque dal loro coinvolgimento al processo legislativo, sancito dall’istituzione della circoscrizione Estero. “Non è che abbiamo scherzato - dice: - prima li abbiamo associati al processo legislativo facendoli eleggere all’estero, oggi non li vogliamo neanche associare nella discussione su un’eventuale modifica di questa disciplina”.

Si associa alle osservazioni di Casini anche la relatrice Finocchiaro (Pd): “mi pare – dice – che lo spirito autentico dell’odg sia nel collegamento con i colleghi eletti alla Camera e al Senato che non fanno parte del Comitato per le riforme, perché l’emendamento che ne prevedeva l’inserimento è stato ritirato. Ricordo invece che fanno parte del Comitato tutti i Gruppi: lo dice il testo e non un’interpretazione libera”. Per l’esponente democratica dunque la richiesta è di un confronto degli eletti all’estero con il Governo su disegni di legge in materia di revisione costituzionale e di legge elettorale ad essa conseguente. “Il Comitato per le riforme è parlamentare e avrà cura di mantenere il contatto con i colleghi eletti all’estero. Questo impegno – precisa Finocchiaro - è rivolto al Governo e, quindi, nella fase non parlamentare, ma, come diceva il ministro Quagliariello, nella fase delle attribuzioni del Governo ed anche nella fase di elaborazione dei disegni di legge di iniziativa governativa”.

Di Biagio accetta le proposte di riformulazione avanzate dal ministro Quagliariello e dalla relatrice Finocchiaro, riformulazione a seguito della quale il Governo procede all’accoglimento dell’odg senza che sia necessaria la sua votazione. (Viviana Pansa – Inform)

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Di seguito il testo completo dell’odg accolto dal governo.

Il Senato, premesso che:

il disegno di legge costituzionale in esame prevede l’istituzione di un Comitato parlamentare per le riforme costituzionali, prevedendo in seno allo stesso un procedimento legislativo speciale per l’esame dei progetti di legge di revisione costituzionale e dei connessi progetti di legge ordinaria di riforma dei sistemi elettorali, con l’obiettivo di avviare un celere processo riformatore che superi l'impasse operativa istituzionale degli ultimi mesi;

l’articolo 1, comma 2, del provvedimento in esame dispone che all’interno del Comitato sia garantita la presenza, tra l’altro, di almeno un rappresentante delle minoranze linguistiche, al fine di garantire quella pluralità inderogabile all’interno di un comitato predisposto alla funzionalità di cui in premessa;

alla luce di quanto evidenziato sarebbe stato auspicabile garantire la presenza di uno dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero al fine di consentite un opportuno equilibrio di rappresentanze all’interno del Comitato che data la sua natura di straordinarietà e di significativa responsabilità costituzionale in un momento delicato sotto il profilo politico-sociale non poteva esimersi dal coinvolgere una platea parlamentare e dunque elettorale, complessa e distinta;

l’esigenza di garantire la presenza di un parlamentare eletto nella Circoscrizione estero è legittimata dalla specialità della configurazione parlamentare dello stesso: non soltanto in ragione di dinamiche elettorali distinte rispetto a quelle vigenti sul territorio nazionale, ma anche e soprattutto della sussistenza di specifiche tematiche e progettualità affrontate nel Comitato in fieri, che necessitano di quell’attenzione, approfondimento ed analisi che soltanto attraverso il riferimento di un parlamentare eletto oltre confine è possibile garantire;

si ritiene auspicabile al fine di garantire opportuna legittimità alla composizione del Comitato in fieri, che vi sia appropriata ed equilibrata rappresentanza all’interno di essa e che comprenda dunque anche un parlamentare eletto oltre confine, quale espressione di una minoranza, quella degli italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire,

impegna il Governo a valutare l’opportunità di consentire, nei limiti delle proprie competenze e responsabilità, un confronto attivo con i rappresentanti della circoscrizione Estero, eventualmente attraverso il coinvolgimento del Comitato per le questioni degli Italiani nel Mondo istituito presso il Senato della Repubblica, segnatamente per quanto riguarda il procedimento legislativo relativo alla riforma della legge elettorale.

Inform

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