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giovedì 11 luglio 2013

Il Presidente del Consiglio Letta risponde in Aula ad un’interrogazione di Giorgia Meloni (FdI) sul caso dei due marò

CAMERA DEI DEPUTATI
Il Presidente del Consiglio Letta risponde in Aula ad un’interrogazione di Giorgia Meloni (FdI) sul caso dei due marò

L’impegno del Governo è di arrivare al più presto ad una soluzione della questione. Oggi dobbiamo evitare polemiche e strumentalizzazioni che rischierebbero di compromettere il buon esito della vicenda”

ROMA – Nella seduta di ieri alla Camera c’è stato lo svolgimento di alcune interrogazioni a risposta immediata alle quali ha risposto il presidente del Consiglio Enrico Letta. Tra queste, un’interrogazione della deputata Giorgia Meloni (FdI) sui due fucilieri del reggimento San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, detenuti a Nuova Delhi con l'accusa di avere ucciso due pescatori indiani mentre erano in servizio a bordo della nave ‘Enrica Lexie’.

Nell’interrogazione si chiede quali opportune ed urgenti iniziative il Governo intenda adottare, anche alla luce delle nuove risultanze delle indagini che potrebbero scagionare i due imputati italiani, “al fine di risolvere in modo tempestivo e definitivo la questione dei marò, garantendo il rispetto delle norme internazionali, anche attraverso il coinvolgimento dei competenti organismi internazionali, e l'immediato ritorno in patria dei due militari”.

Nella risposta il presidente del Consiglio ha in primo luogo ribadito che il ritorno in Italia dei due fucilieri rappresenta un impegno prioritario per l’esecutivo. Subito dopo la nascita del Governo, - ha ricordato Letta - abbiamo formato un Comitato tra ministri per evitare i problemi di coordinamento che in passato ci sono stati, e nella sua prima riunione abbiamo nominato Staffan De Mistura inviato speciale della Presidenza del Consiglio per gestire questa vicenda. De Mistura si è recato tre volte in India per seguire sul posto l'inchiesta negli ultimi settanta giorni. La sua attività e i contatti con le autorità indiane stanno ricostituendo quel capitale di fiducia che è indispensabile nelle fasi cruciali del processo che sta per aver luogo. La sua azione è accompagnata da quella paziente di tutti i soggetti coinvolti, a partire dal nostro ambasciatore a Delhi.

Il nostro obiettivo - ha proseguito il presidente del Consiglio - resta chiudere la questione in modo rapido ed equo. Come sapete, oggi Latorre e Girone risiedono presso la residenza del nostro ambasciatore a Nuova Delhi, ricevono visite dei propri familiari, la fase inquirente si sta svolgendo speditamente, come volevamo, per far sì che il processo possa celebrassi immediatamente dopo e concludersi in tempi brevi. Secondo quanto riferito dai difensori indiani dei fucilieri, tutti i testi indiani sono già stati interrogati dall’autorità inquirente, come pure lo è stato il comandante italiano della ‘Enrica Lexie’ e, a breve, dovrebbe esserlo anche il vice comandante. Si stanno poi discutendo con le autorità indiane le modalità di espulsione dei quattro commilitoni di Latorre e Girone che erano imbarcati con loro. Oggi stesso, è stata resa la testimonianza di Latorre e Girone, i cui dettagli sono stati concordati dal collegio di difesa indiano, in coordinamento con i nostri avvocati dello Stato. Nella testimonianza – ha precisato Letta - si è ribadito che essi operavano sull’Enrica Lexie come agenti dello Stato, nell’ambito di quanto previsto dalla legislazione italiana e dal diritto internazionale consuetudinario e pattizio vigente.

Nel processo, lo ribadiremo subito come punto di principio, la richiesta è di esercitare la nostra giurisdizione sul caso, come dimostrano l’apertura di due distinti procedimenti da parte della magistratura italiana penale e militare, e di far valere l’immunità giurisdizionale dei fucilieri in quanto agenti dello Stato nell'esercizio delle rispettive funzioni. Come è noto, la Corte suprema indiana, nella sentenza del 18 gennaio, da una parte non ha accolto queste due petizioni, dall’altra ha lasciato alla Corte speciale appositamente istituita il compito di deliberare non solo sul merito, ma a monte, sulla stessa giurisdizione”.

Il presidente del Consiglio, dopo aver ribadito vicinanza alle famiglie dei fucilieri, ha sottolineato l’impegno del Governo ad arrivare al più presto ad una soluzione della questione. “Quando questo accadrà, - ha aggiunto - dovremo certo confrontarci per bene su come è stata gestita fin dall’inizio questa vicenda. Oggi dobbiamo evitare polemiche e strumentalizzazioni che rischierebbero di compromettere il buon esito della vicenda”.

Nell’interrogazione l’on. Meloni aveva osservato che noi facciamo parte di alcune organizzazioni anche per avere solidarietà dai nostri alleati nei momenti di difficoltà, aggiungendo che sarebbe opportuno richiamare il nostro ambasciatore da Nuova Delhi e rimandare indietro l’ambasciatore indiano. In sede di replica la deputata si è detta insoddisfatta della risposta ed ha evidenziato l’immobilità del governo su questo punto. “Uno degli strumenti che avremmo dovuto attivare dall’inizio – ha affermato la Meloni - era il coinvolgimento delle organizzazioni sovranazionali delle quali facciamo parte. Noi non facciamo parte dell'Unione europea solamente per prendere ordini dalla Merkel e non facciamo parte della NATO solamente per mandare i nostri ragazzi a morire in Afghanistan”. (Inform)

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