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martedì 23 luglio 2013

La visita in Uruguay, Argentina e Brasile di Eugenio Marino, responsabile per gli italiani nel mondo del Pd


PARTITI

La visita in Uruguay, Argentina e Brasile di Eugenio Marino, responsabile per gli italiani nel mondo del Pd

Oggi una conferenza stampa per far conoscere gli esiti degli incontri avuti insieme a Fabio Porta, deputato eletto nella ripartizione America meridionale. Segnalate incoraggianti “aperture” da parte argentina per la risoluzione delle problematiche connesse al pagamento in pesos delle pensioni italiane e per il mantenimento a Buenos Aires della statua di Colombo

 

ROMA – Un’agenda fitta di appuntamenti quella che ha contraddistinto il viaggio in Uruguay, Argentina e Brasile di Eugenio Marino, responsabile per gli italiani nel mondo del Partito democratico, accompagnato in Sud America anche da Fabio Porta, deputato eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale.
 

Nel programma, incontri con i circoli del Pd, ma anche con esponenti dei partiti politici locali, con rappresentanti di istituzioni italiane e governi locali, imprenditori, associazioni, connazionali e organismi di rappresentanza loro dedicati.


“Si tratta della prima missione del partito all’estero dopo le elezioni politiche di febbraio – ha spiegato Marino oggi nel corso di una conferenza stampa organizzata per riportare gli esiti degli incontri in quella che definisce “un’area strategica per il Pd dal punto di vista politico, per le nostre relazioni internazionali e per il mondo degli italiani all’estero”, vista la numerosa collettività ivi residente. Un viaggio a breve distanza da un risultato elettorale “particolarmente incoraggiante per il Pd”, che testimonia un “segnale di apertura e fiducia nei confronti del partito” proveniente dai cittadini residenti in quest’area geografica, partiti e istituzioni, “che guardano al Pd come ad un interlocutore serio e affidabile”. Serietà e affidabilità che il Pd non vuole disperdere, ma investire in un crescente confronto con gli interlocutori locali, sia per discutere e condividere proposte per affrontare le grandi sfide dell’agenda globale, dalla lotta alla criminalità organizzata alla cooperazione sui temi della giustizia, dell’ambiente e quelli riguardanti un nuovo modello di sviluppo, senza dimenticare le problematiche che più stanno a cuore alle collettività italiane. Il partito ribadisce così la sua identità “progressista” e la sua intenzione di porsi quale interlocutore di tutte le realtà, da quelle di veduta diversa alle più affini, come il mondo dell’associazionismo, “parte importante della storia dell’emigrazione italiana”, mondo “con cui si vuole ragionare” – evidenzia il responsabile democratico – rispettandone l’autonomia.


Marino richiama così gli obiettivi del viaggio: “avviare il percorso congressuale che culminerà con l’elezione del segretario nazionale e con quella degli organismi dirigenti dei Paesi e dei circoli Pd all’estero”, “sviluppare e incentivare le relazioni politiche con i partiti fratelli e il dialogo con i governi”, ribadendo il ruolo assunto dal Pd quale “interlocutore istituzionale e di governo” nelle sue relazioni con i rappresentanti di altri esecutivi, e una ripresa di quelle “iniziative concrete” già articolate prima delle elezioni politiche. Tra esse, “il dialogo avviato con il comune di Rosario per rilanciare e avviare il gemellaggio con il comune di Torino”: Marino richiama a questo proposito un primo contatto avvenuto nel 2012 con il sindaco della città di Rosario, ora proseguito con l’annuncio di una lettera da parte del sindaco di Torino, Piero Fassino, per invitare il suo omologo argentino alla firma del gemellaggio prevista nel capoluogo sabaudo dopo l’estate. Un gemellaggio – spiega il responsabile democratico - in cui si propongono azioni concrete di valorizzazione della collettività italiana presente a Rosario e di quella argentina a Torino.


Sempre incentrata su “progetti concreti” l’iniziativa di internazionalizzazione delle imprese italiane elaborata dalla consulta del Pd estero, in cui sono coinvolti anche imprenditori ed associazioni – anche associazioni di categoria, - cui hanno mostrato interesse sia “diverse componenti ed aree economiche del nostro Paese” che gli interlocutori sudamericani, in particolare uruguayani, che “hanno chiesto di approfondire e creare contatti con nostro governo e gli enti locali per dare seguito all’iniziativa”. L’idea è quella – spiega Marino - di incentivare “l’apertura commerciale e gli scambi tra le imprese attraverso la valorizzazione delle imprese degli italiani all’estero e delle collettività degli italiani all’estero”.
 

Il responsabile democratico parla anche di “discussioni aperte” nel corso della visita “su cui vogliamo mantenere riservatezza perché puntano a risolvere problemi estremamente concreti delle nostre collettività: l’ipotesi di spostamento della statua raffigurante Cristoforo Colombo da Buenos Aires e la pesificazione delle pensioni versate ai cittadini italiani residenti in Argentina”.


Marino parla di incoraggiati “aperture” da parte del governo argentino sia per il mantenimento della statua a Buenos Aires che sulla questione del pagamento in pesos delle pensioni. Su quest’ultima questione in particolare, che incide – ricorda il responsabile democratico - “sulla carne viva” di oltre 30.000 connazionali, la soluzione potrebbe essere quella di prevedere delle “compensazioni” al cambio applicato attualmente dal governo argentino per la conversione degli euro in pesos. Marino sottolinea infatti come sia impraticabile l’ipotesi del pagamento in euro delle pensioni, che finirebbe con l’avallare il ricorso al mercato nero in loco per ottenere un cambio più favorevole ma illecito. Sulle questioni si è discusso in particolare con il presidente della Commissione esteri del Parlamento argentino, Guillermo Carmona, con cui Porta annuncia sia in corso la valutazione della possibilità di organizzare in autunno una Commissione bilaterale tra Italia e Argentina proprio per risolvere “a livello di parlamento” le principali tematiche che interessano entrambi i Paesi.


Richiama la “lunga tradizione di relazioni internazionali” con l’America latina Francesca D’Ulisse, responsabile per l’America latina e coordinatrice del Dipartimento internazionale del Pd, che parla di “un laboratorio politico estremamente importante e in grado di esprimere politiche molto innovative nel campo delle politiche sociali, dell’inclusione e della lotta alla povertà pur con i vincoli di bilancio esistenti”. Relazioni che il partito si propone di consolidare e valorizzare in termini di parità, condividendo proposte e soluzioni a problemi comuni. Atteggiamento necessario anche per risolvere le questioni sopra richiamate, che nell’ultimo periodo – in vista delle elezioni argentine previste per il prossimo mese di ottobre - rischiano invece di essere strumentalizzate a fini politici e assumere inappropriate valenze simboliche.
 

“L’America latina deve rappresentare un asse privilegiato dei rapporti dell’Italia con l’estero, in primis per la presenza così rilevate di connazionali che, insieme agli italo-discendenti, si stima raggiungano un numero pari a quello degli abitanti dell’Italia – afferma Porta – e poi perché si tratta di un’area del mondo di grandi opportunità per il nostro Paese”. Il parlamentare definisce inoltre una “bella coincidenza” l’aver formalizzato la costituzione del Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera proprio nei giorni della visita in America latina, ribadendo come il Pd sia “il partito italiano più sensibile” a tutte le questioni che riguardano quest’area geografica. Richiamata anche una “presenza importante” di giovani riscontrata in particolare negli incontri in Brasile, le potenzialità dell’Uruguay, specie nel settore ambientale, per le imprese italiane e l’atteggiamento responsabile assunto dal partito per la soluzione delle problematiche sopra richiamate.
 

Nel corso della conferenza stampa Marino ha risposto ad una nostra domanda sull’atteggiamento degli iscritti incontrati in Sud America di fronte al governo guidato da Enrico Letta, e che include anche esponenti del Pdl, segnalando come a suo avviso “sia passato il messaggio della necessità di aver dovuto fare questo governo”. “I connazionali che abbiamo incontrato di sicuro non si sono mostrati contentissimi di dover governare con chi è molto diverso da noi ed ha idee, in particolare delle comunità all’estero, molto diverse dalle nostre – ha aggiunto Marino, sottolineando nello stesso tempo la consapevolezza diffusa della mancanza di soluzioni alternative, “con questa legge elettorale, con l’area grillina che non voleva assolutamente avere alcun dialogo per costruire un governo alternativo e considerando che un ritorno al voto avrebbe riproposto la stessa situazione di instabilità”. Tre le questioni che determinano giocoforza l’appoggio a questo governo “anomalo” il responsabile democratico ha richiamato la necessità di dare risposte alla crisi economica e a quella istituzionale, a partire da una riforma della legge elettorale, risposte che devono essere trovate senza scalfire un più positivo atteggiamento nei confronti delle politiche che riguardano gli italiani nel mondo. (Viviana Pansa – Inform)

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