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mercoledì 24 luglio 2013

“Lacus Timavi” vince il Mefest di Belgrado


DOCUMENTARI

Realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e presentato dall’Istituto Italiano di Cultura a Belgrado

“Lacus Timavi” vince il Mefest di Belgrado

 

TRIESTE - Il film documentario Lacus Timavi, realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso l'Ufficio Stampa (sezione produzioni televisive) della Presidenza della Giunta e presentato dall'Istituto italiano di Cultura a Belgrado, ha vinto il primo premio nella categoria Turismo culturale alla XVII edizione dell'International Soustainable Tourfilm Festival/Mefest, l'edizione serba del Festival internazionale del Cinema per il Turismo ecosostenibile, culturale, sportivo ed enogastronomico.


La produzione filmografica internazionale approdata al Festival è stata ristretta a circa 250 film ammessi alla selezione, da cui sono risultati ulteriormente selezionati 75 film provenienti da 30 Paesi del mondo. Importante la partecipazione italiana al Festival, con un risultato di eccellenza: 23 film selezionati in concorso, con nove classificati, di cui tre hanno ottenuto il primo premio nelle categorie culturale, rurale, religioso.
 

Alla premiazione, in diretta su RTS, ha partecipato il primo ministro della Serbia Ivica Dacic che ha voluto con la sua presenza sostenere l'importanza della manifestazione culturale per la promozione del turismo, dell'arte, del territorio e dell'economia della Serbia. Il Lacus Timavi, spazio attorno alle foci del Timavo e lungo l'antica linea di costa, abitato fin da epoche preistoriche, è stato uno dei terminali dell'antichissima Via dell'Ambra. Chiuso da un cordone litoraneo di isole, oggi scomparse, sulle sue rive sorgevano luoghi sacri e sontuose ville di epoca romana.
 

Per far rivivere ciò che in parte è perso per sempre, nel documentario si è utilizzata la tecnologia digitale del 3D ricostruendo, ad esempio, i modelli virtuali di un tempio repubblicano, del ponte sul fiume Lokavaz nei pressi di San Giovanni di Duino (a cui lavorarono i legionari di Giulio Cesare), di impianti termali e della Mansio, una sorta di albergo dell'antichità tornato alla luce nel Parco dell'Acquedotto del Randaccio. Poi il silenzio di secoli con le acque del Timavo che perdono forza, la terra si impaluda, cambia la linea di costa, il mare si allontana ed il Lacus diventa il "Lisèrt": il deserto. Insieme al Comune di Monfalcone, sono state coinvolte nella produzione la Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, i Musei croati di Pola e di Rovigno, le Università di Trieste e Lecce, il Museo archeologico di Villa Badoer a Fratta Polesine ed il Comune di Rovigo con il nuovo Museo dei Grandi Fiumi. Infine, il Ministero per l'Ambiente della Slovenia ha autorizzato le riprese nel Parco dell'Abisso di San Canziano nel Carso sloveno dove il Timavo inizia il suo percorso sotterraneo. (Inform)

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