DOCUMENTARI
Realizzato dalla
Regione Friuli Venezia Giulia e presentato dall’Istituto Italiano di Cultura a
Belgrado
“Lacus Timavi” vince il Mefest di Belgrado
TRIESTE - Il film documentario Lacus Timavi, realizzato dalla Regione
Friuli Venezia Giulia attraverso l'Ufficio Stampa (sezione produzioni
televisive) della Presidenza della Giunta e presentato dall'Istituto italiano
di Cultura a Belgrado, ha vinto il primo premio nella categoria Turismo
culturale alla XVII edizione dell'International Soustainable Tourfilm
Festival/Mefest, l'edizione serba del Festival internazionale del Cinema per il
Turismo ecosostenibile, culturale, sportivo ed enogastronomico.
La produzione filmografica
internazionale approdata al Festival è stata ristretta a circa 250 film ammessi
alla selezione, da cui sono risultati ulteriormente selezionati 75 film
provenienti da 30 Paesi del mondo. Importante la partecipazione italiana al
Festival, con un risultato di eccellenza: 23 film selezionati in concorso, con
nove classificati, di cui tre hanno ottenuto il primo premio nelle categorie
culturale, rurale, religioso.
Alla premiazione, in diretta su
RTS, ha partecipato il primo ministro della Serbia Ivica Dacic che ha voluto
con la sua presenza sostenere l'importanza della manifestazione culturale per
la promozione del turismo, dell'arte, del territorio e dell'economia della
Serbia. Il Lacus Timavi, spazio attorno alle foci del Timavo e lungo l'antica
linea di costa, abitato fin da epoche preistoriche, è stato uno dei terminali
dell'antichissima Via dell'Ambra. Chiuso da un cordone litoraneo di isole, oggi
scomparse, sulle sue rive sorgevano luoghi sacri e sontuose ville di epoca
romana.
Per far rivivere ciò che in parte
è perso per sempre, nel documentario si è utilizzata la tecnologia digitale del
3D ricostruendo, ad esempio, i modelli virtuali di un tempio repubblicano, del
ponte sul fiume Lokavaz nei pressi di San Giovanni di Duino (a cui lavorarono i
legionari di Giulio Cesare), di impianti termali e della Mansio, una sorta di
albergo dell'antichità tornato alla luce nel Parco dell'Acquedotto del
Randaccio. Poi il silenzio di secoli con le acque del Timavo che perdono forza,
la terra si impaluda, cambia la linea di costa, il mare si allontana ed il
Lacus diventa il "Lisèrt": il deserto. Insieme al Comune di
Monfalcone, sono state coinvolte nella produzione la Soprintendenza
archeologica del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, i Musei croati di Pola e
di Rovigno, le Università di Trieste e Lecce, il Museo archeologico di Villa
Badoer a Fratta Polesine ed il Comune di Rovigo con il nuovo Museo dei Grandi
Fiumi. Infine, il Ministero per l'Ambiente della Slovenia ha autorizzato le
riprese nel Parco dell'Abisso di San Canziano nel Carso sloveno dove il Timavo
inizia il suo percorso sotterraneo. (Inform)
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