ONG
L’auspicio di Save the Children: La visita del Papa a
Lampedusa segni una svolta per i minori soli non accompagnati
ROMA -“La visita del Papa a Lampedusa in memoria delle troppe vittime
morte in mare nel tentativo di raggiungere un’opportunità di futuro migliore è
un segno di straordinario valore per tutti e anche per i tanti operatori, come
noi, impegnati ogni giorno a Lampedusa e sulle altre aree di sbarco per
assistere e tutelare le persone più vulnerabili come i minori – afferma
Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children - Le
storie dei tanti minori soli non accompagnati, talvolta giovanissimi, che
incontriamo quotidianamente nelle nostre continue attività di assistenza e
supporto sull’Isola, sono segnate da terribili percorsi di fuga dai paesi di
origine, detenzioni e violenze di ogni genere, e in ultimo da un viaggio in
condizioni precarie, spesso tentato per più volte, e che per alcuni loro
fratelli, parenti o amici ha significato la perdita della vita” .
“I minori sbarcati dall’inizio dell’anno a Lampedusa sono 460, di cui
411 sono minori soli non accompagnati, un numero 3 volte superiore a quelli
sbarcati fino dal 1 gennaio al 19 giugno del 2012”, spiega Save the Children ,
che è stabilmente presente a Lampedusa con un team di operatori, per incontrare
e assistere i minori sin dal momento dello sbarco, assieme ad Unhcr, Oim e
Croce Rossa nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno.
“Tra i 227 migranti presenti oggi, dopo l’ultimo sbarco di
questa mattina, a Lampedusa, 75 sono minori soli non accompagnati in
maggioranza eritrei (48) e somali (22), di età compresa tra i 13 e i 17 anni.
Alcuni di loro sono cristiani, la maggioranza è mussulmana, ma al di là
dell’appartenenza religiosa – sottolinea la Ong - hanno vissuto l’incontro di
oggi con il Papa con grande emozione e con la speranza che la loro voce,
insieme a quella del Santo Padre, possa essere ascoltata per migliorare le
condizioni di accoglienza sull’Isola e si possa realizzare un percorso di
integrazione per una vera e concreta opportunità di futuro in Italia e negli
altri paesi europei. Nell’incontro di Papa Francesco con i migranti questa
mattina al molo di Favarolo, c’erano – informa Save the Children - anche 3
ragazze eritree di 15, 16 e 17 anni. La più piccola tra di loro, Amina, ha
lasciato l’Eritrea per evitare l’addestramento militare, è stata fermata nel
Sinai e arrestata, poi rimpatriata. E’ fuggita di nuovo per raggiungere la
Libia dove si è imbarcata nella speranza di raggiungere l’Italia dove sogna di
fare la segreteria di azienda e poi l’università. Tra i minori presenti c’era
anche Osnam, 17 anni, eritreo anche lui, che in Libia è stato rinchiuso nei
centri di detenzione dove è stato picchiato duramente e, a seguito dell’assenza
totale di cure anche minime per 5 mesi, è rimasto zoppo ad una gamba, ma è
riuscito a sfuggire e ad imbarcarsi”.
“Auspichiamo - continua Raffaela Milano - che la presenza e il
messaggio del Papa possano segnare una svolta in positivo nel modo in cui il
nostro Paese affronta l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, in
particolare dei più vulnerabili, come i minori soli non accompagnati o le donne
spesso in compagnia dei loro bambini anche piccolissimi. La situazione della
prima accoglienza a Lampedusa assume infatti spesso carattere di emergenza, a
causa dell’inadeguatezza dell’unico centro di accoglienza disponibile e
dell’assenza di un piano di intervento efficace rispetto ai flussi di arrivo
più intensi del periodo estivo . L’aspetto più grave è la mancanza, più volte
denunciata da Save the Children in questi ultimi anni, di un sistema
nazionale strutturato di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati,
che preveda misure adeguate di protezione e la capacità di reperire rapidamente
i posti di accoglienza disponibili su tutto il territorio nazionale, per poter
disporre un trasferimento dall’Isola il più rapido possibile” , conclude
Raffaela Milano. (Inform)
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