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venerdì 26 luglio 2013

Mario Giro: “A nome del governo chiedo scusa alla vittima”

RASSEGNA STAMPA
Su “Il Mattino” di oggi intervista al sottosegretario agli Esteri

Mario Giro: “A nome del governo chiedo scusa alla vittima”

ROMA - L’ allarme è nascosto tra le pieghe di un eloquio gentile. «Gli stranieri rispettano il nostro patrimonio artistico e culturale molto più di quanto non facciamo noi stessi». Il sottosegretario agli Esteri Mario Giro fa il ritratto di un Paese che potrebbe ma non vuole. Almeno, non abbastanza. «L`Italia esercita un fascino enorme in tutto il mondo, ma non riesce a valorizzare a sufficienza i propri tesori. Eppure la nostra rete culturale all`estero è da grande potenza».

Sottosegretario, abbiamo davvero bisogno dell`Ue per ricordarci del valore inestimabile di Pompei?

«Il ministro Bray ha le idee molto chiare su come mettere ordine nella gestione dei beni artistici e culturali italiani. Tra l`altro, l`idea di utilizzare i beni artistici che non esponiamo per farli girare e ammirare, realizzata in accordo col ministro Giovannini, è vincente».

Al degrado si aggiunge ora la microcriminalità. Due turisti americani sono stati scippati all`interno degli scavi.

«Come esponente del ministero degli Esteri, esprimo il mio rincrescimento e chiedo scusa agli Stati Uniti a nome del popolo italiano e campano per un episodio che ci fa vergognare tutti, ma che non corrisponde alle tradizioni di accoglienza e di amicizia che sempre connotano la nostra gente. Il governo farà di tutto perché certi episodi non si ripetano».

Anche il centro storico di Napoli, patrimonio dell`Unesco, presenta molte ombre. Come tutelare le nostre ricchezze?

«L`immagine di Napoli è ancora molto buona. Il Cristo velato, ad esempio, è conosciutissimo, e in genere la città esercita un grande appeal. Girando il mondo mi sono reso conto che c`è una fortissima voglia di Italia. Uno spazio immenso con notevoli margini di espansione. Tocca a noi creare nuove offerte, e in questo senso è fondamentale la sinergia tra i ministeri».

Quanto sono importanti nella promozione della nostra immagine gli 87 Istituti di Cultura italiana all`estero?

«Svolgono un ruolo fondamentale, in primis per l’ insegnamento: mi ha sorpreso scoprire che l’ italiano, la 19ma lingua parlata al mondo, è la quarta più insegnata. Solo a Lima, per fare un esempio, ben 8mila peruviani studiano l`italiano. E non è gente che vuole emigrare in Italia. Questo significa centinaia di migliaia di persone che hanno passione per la nostra cultura e il nostro Paese, il che si traduce in flussi turistici, quindi in crescita economica. Basti pensare che per ogni euro pubblico gli Istituti di Cultura ne generano 2,4. Bisognerebbe investirci di più».

Intanto, il Forum delle Culture è stato ridimensionato.

«Purtroppo la spending review riguarda tutto, anche queste manifestazioni. Ma gli eventi culturali organizzati dall`Italia sono sempre un successo».

Ieri è stato a Napoli con de Magistris e Caldoro. Quanta cultura esportano Napoli e la Campania?

«Tantissima. Napoli, Pompei, Ercolano, sono luoghi mitici. Io dico che l`Italia è una potenza culturale inconsapevole. Abbiamo un tesoro che dobbiamo imparare a conoscere e rispettare di più». (Davide Cerbone - Il Mattino del 26 luglio 2013)

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