CULTURA
A margine dell’Assemblea di
Federculture
Mario Giro: “Per fare sistema, si deve delineare anche
una visione condivisa della promozione della cultura italiana all’estero”
“La cultura ,
fattore competitivo strategico per molti comparti della nostra economia”
ROMA - “L’Italia è una potenza culturale inconsapevole e talvolta riluttante.
Dobbiamo cambiare. La cultura è occasione di crescita economica per l’export,
l’internazionalizzazione e l’attrazione d’investimenti esteri. Per sbloccarne
il potenziale, è necessaria cooperazione, coordinamento e sussidiarietà tra i
vari attori dell’azione culturale del nostro Paese, come ha sottolineato anche
il ministro Bray. Per fare sistema, si deve delineare anche una visione
condivisa della promozione della cultura italiana all’estero.” E’ quanto
dichiarato dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro a margine dell’Assemblea
nazionale di Federculture .
“La cultura - ha aggiunto Giro - rappresenta un fattore competitivo
strategico per molti comparti della nostra economia. Le produzioni culturali e
creative rendono unici e riconoscibili le nostre attività all’estero. Il
comparto culturale dimostra una buona capacità di reazione alla crisi. Le
imprese italiane del sistema culturale sono cresciute del 3,3% lo scorso anno,
a fronte di un contesto in difficoltà. L’export culturale è cresciuto nel 3,4%
l’ultimo anno e del 11,5% nell’ultimo triennio.”
Il sottosegretario Giro ha sottolineato che il merito è anche della
rete di “ambasciatori culturali” di cui dispone il Ministero degli Affari
Esteri: con Istituti Italiani di cultura, lettori, scuole private, pubbliche,
enti gestori e società Dante Alighieri, vi è la presenza in più di 250 città
del mondo che contribuisce a formare la domanda dell’Italia all’estero. “I
ritorni economici della rete sono evidenti: per ogni euro di risorse pubbliche
investito negli Istituti Italiani di Cultura, essi ne generano 1,39, grazie ai
corsi e alle sponsorizzazioni” ,ha detto Giro . “Tali risultati – ha
concluso il sottosegretario agli Esteri - indicano un grande potenziale su cui
costruire puntando alla razionalizzazione della presenza territoriale e
garantendo una maggiore cooperazione di tutti gli attori, non solo dei soggetti
pubblici, ma anche delle associazioni e delle industrie culturali e creative.
Per questo è necessaria una revisione della rete della promozione della cultura
all’estero per renderla più flessibile e facilitare partnership
pubblico-private”. (Inform)
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