CONSIGLIO
ITALIANO PER I RIFUGIATI
“Papa Francesco a Lampedusa, gesto umanitario ma anche
di profondo contenuto politico ”
Appello a Governo e Parlamento : “Modificare la legge
Fini-Bossi, attuare il dettato costituzionale sul diritto d’asilo e spingere
l’Unione Europea a farsi carico del problema”
ROMA - Il
Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) accoglie con estrema
soddisfazione – si legge in una nota - la commemorazione di Papa Francesco ai
morti del Mediterraneo, ben più di 18mila negli ultimi 15 anni. Per più di più
il Papa alla commemorazione ha fatto seguire un monito molto severo ai
responsabili politici e all’opinione pubblica condannando l’indifferenza.
Il Cir da
alcuni anni propone di istituire vie di accesso legale e protette di rifugiati
in Italia e in Europa, di costruire ponti che permettano l’entrata nella
fortezza che il Sistema Europa ha creato.
“Non
possiamo essere silenziosi e inerti - dichiara Christopher Hein direttore del
Cir - di fronte al fatto che il Mediterraneo sia ormai di fatto utilizzato per
impedire l’arrivo dei migranti, invece di essere un mare comune, che unisce.
L’Europa si è trincerata dietro un errato senso di protezione che si
concretizza nel rendere impossibile ogni forma di accesso legale e che
costringe i migranti a compiere viaggi troppo spesso mortali. Per noi la
protezione è dare, innanzitutto, possibilità e accoglienza a chi fugge da
guerre e persecuzioni, non è innalzare confini invalicabili. La politica
Europea e Italiana devono essere ripensate: il monito del Papa è
inequivocabile, non possiamo più essere indifferenti”.
“Come
Consiglio Italiano Rifugiati, abbiamo seguito con viva emozione - dichiara
Savino Pezzotta,presidente del Cir- la visita di Papa Francesco a
Lampedusa. Per noi, che da anni operiamo con e a favore delle persone che sono
costrette per molti motivi a lasciare il loro paese, ad abbandonare le loro
case per trovare un rifugio dove poter vivere da persone libere, è stato
significativo vedere che una barca dipinta che simboleggiava le “carrette del
mare” essere trasformata in un altare. Vedere il Papa che getta in mare una
corona di fiori –crisantemi gialli e bianchi – in ricordo delle persone che
hanno visto il loro viaggio di speranza trasformarsi in morte. Espressiva e
indicativa è stata la scelta del brano del Vangelo per la messa: la strage
degli innocenti”
La scelta
dell’isola siciliana che ospita un flusso continuo e interrotto d’immigrati e
richiedenti asilo provenienti da aree svantaggiate, di conflitto o di
persecuzione politica e religiosa: Somalia, Etiopia, Iraq, Siria, Afghanistan,
Mali, e che rappresenta il territorio europeo più vicino a quello nordafricano,
sono da cogliersi – sottolinea il Cir - come un invito a modificare gli
atteggiamenti e il rapporto con chi è spinto ad approdarvi. Il Cir spera
che dopo il viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, non si ricorra più al gesto
inumano dei respingimenti com’è avvenuto negli scorsi anni.
“Siamo
convinti – prosegue Pezzotta - che il gesto del Papa oltre che un significato
umanitario e solidale, abbia anche un profondo contenuto politico che il
Governo italiano e i governi europei non possono ignorare. Sulla base delle
sollecitazioni che sono venute da questa visita, per superare il muro
d’indifferenza ed evitare che quello che, con forte tensione emotiva e
partecipazione, abbiamo udito questa mattina restino parole vuote, il Cir
rinnova il suo invito al Governo e al Parlamento perché si modifichi la legge
Fini-Bossi, si attui il dettato costituzionale sul diritto d’asilo e si spinga
l’Unione Europea a farsi carico del problema”, conclude Savino Pezzotta.
(Inform)
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