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martedì 9 luglio 2013

Un'alternativa alla «globalizzazione dell’indifferenza»

ASSOCIAZIONI
Il presidente delle Acli Bottalico sulla visita di papa Francesco a Lampedusa

Un'alternativa alla «globalizzazione dell’indifferenza»

Da papa Francesco uno sguardo profetico sui migranti

ROMA - “Dopo la sobria testimonianza di carità cristiana compiuta da papa Francesco a Lampedusa per ricordare ai fedeli ed alla società globale il dramma del fenomeno migratorio connesso alla fuga dalla miseria e dalla guerra, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”. Questo il commento di Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli alla prima visita del papa fuori dalla diocesi di Roma, a Lampedusa, luogo simbolo che da anni accoglie migliaia di migranti, vivi e morti.

"Nel monito di papa Francesco - continua Bottalico - c'è il richiamo ad un nuovo umanesimo planetario e le Acli sono grate a papa Bergoglio per aver contribuito a rompere il muro di indifferenza che per troppo tempo ha nascosto le tragedie che si consumano nel Mediterraneo attraversato da grandi flussi migratori di persone che rischiano la vita alla ricerca di un'esistenza migliore. Si generino nei loro confronti pensiero e azioni di solidarietà. I singoli, le organizzazioni sociali, le istituzioni nazionali ed europee non possono rimanere indifferenti ai drammi che si consumano sui barconi della speranza, vicino alle nostre coste.

In particolare – prosegue Bottalico -occorre rivedere la legge sull'immigrazione, abolendo il reato di immigrazione clandestina e dare attuazione alla riforma della cittadinanza, estendendola agli immigrati di seconda generazione. Anche l'Europa deve sentirsi più corresponsabile nella gestione dei flussi migratori che si registrano ai sui confini meridionali.

Ma l'omelia di Papa Bergoglio chiama in causa un più generale stile di vita che ha perso di vista l'orizzonte della fraternità: l'incapacità di sentirsi custodi gli uni degli altri, che sfocia in una indifferenza su scala planetaria. Dobbiamo essere più autocritici sulle “bolle di sapone” che ci costruiamo some singoli, come associazioni, come istituzioni, che ci isolano dalle necessità del prossimo.

C'è una domanda – conclude Bottalico -che rimane senza risposta, nell'omelia di papa Francesco a Lampedusa, perché la risposta non la deve dare il pontefice ma la devono cercare gli uomini, a cominciare dai laici cristiani impegnati nella società: come si possono contrastare e vincere quelle decisioni socio-economiche che sono state prese nell’anonimato a livello mondiale e che hanno creato situazioni che conducono a questi drammi?

Ciò vale sia per il dramma dell'immigrazione, sia per la situazione in cui versa il lavoro nel mondo, sia per la grande crisi economica e finanziaria in corso. Impegnarsi a trovare delle soluzioni significa costruire una alternativa a quella globalizzazione dell’indifferenza che appesantisce la sofferenza dei migranti. (Inform)

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