Per il reindirizzamento cliccate link to example

venerdì 19 luglio 2013

Eugenio Marino e Fabio Porta (Pd):"Dobbiamo reimpostare la politica per gli italiani nel mondo"

STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Da “Gente d’Italia” del 19.7.2013
Eugenio Marino e Fabio Porta (Pd):"Dobbiamo reimpostare la politica per gli italiani nel mondo"
A Montevideo la tavola rotonda nella redazione di Gente d'Italia

MONTEVIDEO - “All‘Italia manca una politica per gli italiani nel mondo, ci sono numeri, organizzazioni e risorse, ma ci manca pensiero politico. Persino nel periodo fascista c’era una politica per gli italiani nel mondo! Negli ultimi trent’anni e soprattutto nel periodo berlusconiano, è scomparsa. Si tratta di reimpostarla”.
Comincia così Eugenio Marino, Responsabile del PD all'estero nella tavola rotonda organizzata da Gente d’Italia nella redazione di Montevideo. Marino, insieme con Fabio Porta, deputato del Pd eletto nella circoscrizione estera e Renato Palermo, consigliere del Cgie e responsabile del Pd in Uruguay hanno  risposto alle domande dei nostri giornalisti Letizia Baz, Silvano Malini, Stefania Pesavento e Stefano Casini nel corso della tappa uruguayana compresa nel viaggio latinoamericano del Responsabile del PD all'estero e di Fabio Porta, che dopo la prima tappa in Brasile sono arrivati qui da noi per far rotta poi su Mar del Plata, Rosario e Buenos Aires. Nella capitale uruguayana, accompagnati dal consigliere del CGIE Renato Palermo, si sono riuniti con le massime autorità del nostro Paese: con l'Ambasciatore Massimo Andrea Leggeri e il Console Cinzia Frigo, ma anche con il segretario generale della Camera di commercio Gerardo Giglio, rappresentante di un’istituzione dal ruolo chiave per l’Italia.
Durante la tappa uruguayana, Fabio Porta ha voluto porre più volte l’accento sulla necessità di lavorare per un’ulteriore internazionalizzazione delle imprese italiane, al fine di permettere l’avviamento di nuovi e più forti rapporti tra il settore industriale italiano e quello uruguayo, che siano il punto di avvio per una serie di investimenti importanti che permettano lo sviluppo di tecnologie e know how italiani nella terra di Artigas.
Fondamentale dal punto di vista politico, l’incontro tra Marino e Porta con la Presidente del Frente Amplio Monica Xavier, sinceramente interessata alla situazione politica italiana e decisa a lavorare per l’ intensificazione dei rapporti politici tra Frente Amplio e PD. Sul piano della cooperazione, la Xavier ha sottolineato che la carenza di infrastrutture in Uruguay, può rappresentare un’eccellente opportunità per l’Italia, che ovviamente ne potrebbe ricavare evidenti vantaggi economici. Non solo a livello di imprese, ma anche di mercato del lavoro, dato che i lavoratori italiani, soprattutto quelli con un buon livello di formazione, possono trovare un impiego con estrema facilità e dopo cinque anni di residenza, acquistano anche il diritto di voto passivo e attivo.
Immancabile la riunione con i circoli PD dell'Uruguay, alla presenza di Renato Palermo, José Mendez Zilly e l’ex candidata della lista PD Filomena Narducci; durante la quale si è parlato chiaramente dell’Italia e della sua situazione politica, oltreché del percorso congressuale del PD, che culminerà nel rinnovo delle cariche dei circoli e dell’assemblea.
Ultima tappa per Marino e Porta, prima di ripartire, è stata quindi la nostra redazione, dove abbiamo discusso con loro alcuni dei temi chiave per noi italiani all’estero.
Dunque, Eugenio Marino, come modificherebbe il ruolo degli italiani all’estero e il voto all’estero?
“La modalità e la tecnicalità del voto, come si esercita e la circoscrizione estero, la rappresentanza, sono distinte, separate. – ha spiegato il responsabile Pd per gli italiani nel mondo - E così vanno considerate, separatamente. La sfera di esercizio, la tecnica del voto, è stato un esempio per gli altri paesi. Nei sistemi anteriori a quello italiano si votava per eleggere in loco. La rappresentanza diretta degli italiani all’estero è fondamentale. Perché l’Italia ha una presenza di emigrazione storica in una grande comunità mondiale. L’organizzazione di un numero di emigrati così alto come quello italiano, non lo può vantare nessun altro nel mondo. Se si potesse votare per i collegi di origine, il numero enorme degli emigrati di alcune zone altererebbe gli equilibri tra gli italiani all’estero e quelli che vivono nel Paese. L’idea innovativa delle circoscrizioni estero è espressione di una società globalizzata, è positiva. Se il Parlamento desse realmente ai parlamentari rappresentanti le circoscrizioni estero la possibilità di lavorare, sarebbe un vanto, una vera risorsa.”
Perché, lei crede che è il Parlamento il vero responsabile della dimenticanza dell’Italia verso i nostri connazionali?
“La teoria, purtroppo, non si traduce in pratica. Ad esempio, i parlamentari eletti in Sud America non sono mai stati in condizione di lavorare per sviluppare i rapporti tra America Latina e Italia. Per incapacità di alcuni, penso a Caselli o Di Girolamo… Ma ne abbiamo avuti di buoni, ne abbiamo di grande qualità che il Parlamento non riesce a mettere in condizioni di lavorare, anche perché gli squalificati hanno creato molta sfiducia verso questo ruolo.”
Puó darsi, ma le verità è che manca una vera politica per gli italiani nel mondo…
“Sì, è vero. Ci sono numeri, organizzazioni e risorse, ma ci manca pensiero politico. Persino nel periodo fascista c’era una politica per gli italiani nel mondo! Negli ultimi trent’anni e soprattutto nel periodo berlusconiano, è scomparsa. Si tratta di reimpostarla. Gli eletti all’estero possono dare il proprio contributo, ma va modificato il meccanismo di voto”
Già, ma come?
“Il voto per corrispondenza ha dei punti deboli, ci si possono infiltrare la criminalità organizzata, i faccendieri e i politici improvvisati. Il PD vuole attivare l’inversione dell’opzione: non basta essere iscritti all’Aire per ricevere il plico elettorale, chi voglia votare lo dichiara, quindi è interessato realmente, assicura l’aggiornamento degli iscritti all’Aire, garantisce la sicurezza del voto e la coscienza. Vanno anche introdotti i comitati elettorali locali, formati dai rappresentanti delle varie liste, che possano vigilare affinché non avvengano frodi. Si controllerebbero a vicenda. Infine, il voto online va bene, ma a fianco a quello per corrispondenza in un sistema misto”.
On. Porta, lei che ne pensa? In un momento di riflessione e progetti di revisione sul voto all’estero, un viaggio come questo si arricchisce ancor più di significato. Come sintetizzerebbe gli obiettivi e le finalità di questo viaggio?
“Innanzitutto l’organizzazione del viaggio è merito di Eugenio Marino, è stato lui l’ideatore di questa tappa in Sud America – spiega il parlamentare Pd - Sul voto all’estero, posso dire che siamo in un momento particolarmente delicato perché, in queste settimane, i saggi stanno lavorando per il Presidente del Consiglio e per il Governo, con l’obiettivo di elaborare una prima bozza di riforma istituzionale che contenga anche delle indicazioni riguardanti la circoscrizione estero e quindi il cammino verso una modifica della legge elettorale. Dopo l’estate, precisamente ad ottobre, queste proposte arriveranno alla Commissione dei 40 (20 deputati e 20 senatori, delle due Commissioni Affari Costituzionali) che elaboreranno la proposta definitiva,successivamente sottoposta al voto del Parlamento. Noi come Partito Democratico abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio e ovviamente anche al nostro Segretario Epifani, la conferma, convinta e forte, delle motivazioni che portarono alla modifica costituzionale che introdusse la Circoscrizione Estero. Siamo stati i primi nella legislatura scorsa a chiedere delle modifiche alla legge elettorale per l’estero e quindi pensiamo che sia adesso il momento di apportarle. Non siamo contrari a nessun tipo di revisione delle modalità del voto e di un adeguamento della presenza degli eletti all’estero nelle riforme istituzionali e quindi del nuovo bicameralismo che sorgerà (in cui il Senato non avrà le stesse funzioni della Camera). Non difendiamo la nostra poltrona…”
E questa forse è l’accusa più frequente….
“No! Noi difendiamo solo un principio che ci sembra importante: proprio nel momento in cui l’Italia attraversa la crisi più importante della sua storia, crediamo sia il momento per ribadire e rafforzare questa presenza, non per mortificarla”.
C’è possibilità quindi di riduzione del numero di Parlamentari eletti all’estero?
“Nella logica di una riduzione generale ci potrà essere anche una discussione sul numero dei Parlamentari. Crediamo che il numero sia già ridotto di per sé, ma non è questo il punto, noi ne facciamo una questione di principi”.
La recente plenaria del CGIE a Roma ha messo in luce ancora una volta la necessità di una riforma, di un cambiamento non più rinviabile. Quali sono a suo parere i cambiamenti che vanno immediatamente attuati in ambito di rappresentanza? I Comites attuali hanno ancora un senso così come sono?
“I Comites devono essere rinnovati immediatamente – ribatte Porta - Lo abbiamo chiesto al CGIE, lo avevamo chiesto anche prima. Il Ministro degli Esteri è venuto al CGIE e ha risposto positivamente a questa nostra richiesta perentoria. Quindi si voterà entro i primi mesi del 2014 nell’ipotesi peggiore, con la legge attuale, che non ci sembra una legge cattiva. Per il CGIE, noi dobbiamo avere il buon senso di sapere e di capire, di aspettare che cosa succederà nella Circoscrizione Estero. Che ne sarà dei parlamentari eletti all'estero, del nuovo assetto istituzionale? Poi bisogna decidere che cosa faremo del CGIE, perché potrà essere rafforzato, modificato, ma lo dovremo fare collegandolo col nuovo equilibrio, col nuovo assetto del Parlamento”.
Gente d’Italia promuove e organizza per il 3 novembre prossimo la Giornata delle Associazioni Italiane in Uruguay, alla quale speriamo potrete partecipare lei, Marino e lei Porta… Un’iniziativa che si propone di riavvicinare gli italiani presenti in questo Paese, aldilà delle associazioni e delle appartenenze regionali.Crede che iniziative come questa possano essere un utile strumento per rafforzare l’italianità, concetto spesso dimenticato e l’unione delle comunità italiane all’estero?
“Io credo che tutte le iniziative che uniscano una comunità divisa, oltre i regionalismi, siano da considerarsi positive. Il contenuto nuovo di questo viaggio è proprio l’innovare l’idea all’estero del Sistema Italia: innovare e avvicinare i giovani. Mi pare sia anche questo un obiettivo della giornata delle Associazioni Italiane in Uruguay, è estremamente positivo. Ci vede e mi vede consenziente. Lo abbiamo detto oggi e lo ribadiamo. Tra l’altro, proprio oggi la Camera dei Deputati ha ufficializzato l’istituzione del Comitato per gli italiani all’estero, che su nostra richiesta si chiamerà Comitato per gli italiani nel mondo e per il Sistema Paese. Li abbiamo uniti perché crediamo debbano andare insieme e sia questo il segnale da dare all’Italia. Noi non siamo una questione, come recitava la dicitura del Comitato del Senato, non siamo un problema, ma una risorsa e se vogliamo passare dalla retorica ai fatti…”
Onorevole Porta, lei è stato nominato Presidente di questa nuova organizzazione?
“Sì. E come presidente a partire da oggi mi fa piacere aver ricevuto questa investitura a Montevideo, l’Uruguay può essere determinante per il Sistema Paese. Qui si unisce una collettività enorme che ha delle opportunità, pensiamo solo al tema ambiente: nel giro di pochi anni l’esempio di come usare le rinnovabili facendo business, creando  un mondo più pulito…
In quello che sta facendo l’Uruguay insomma, l’Italia può partecipare e può fare tantissimo. Perché non utilizzare le collettività per fare queste cose?”
Interviene Eugenio Marino: “L’unico punto da evidenziare è che l’unione non può dimenticare le differenziazioni politiche necessarie ed esistenti all’interno delle collettività: unire, rispettando le differenze è importantissimo”.
On. Porta, In Uruguay la comunità italiana è decisamente numerosa, soprattutto se comparata con il numero totale di abitanti. Eppure l’Italia non è presente come dovrebbe. Manca di iniziative e di vero e proprio peso a volte. Come si dovrebbe e potrebbe promuovere il ruolo del nostro Paese in Uruguay?
“L’Italia ha sbagliato rispetto a tutto il Sud America in generale e forse ancora di più rispetto all’Uruguay, non rafforzando le politiche bilaterali, anche a livello parlamentare (un importantissimo accordo non è stato riattivato, sarà mia cura sollecitare la Presidente Boldrini a riguardo). Ho chiesto al Sottosegretario Giro, responsabile per l’America Latina e mi pare che la risposta sia già positiva, è già stato in Ecuador e verrà in Uruguay per far vedere la presenza e la realtà della presenza italiana. A dicembre si terrà un’importante conferenza per definire le strategie politiche tra Italia e America Latina, l’Italia dovrà stabilire una nuova strategia. Questo governo che sosteniamo, anche se non è ideale, dovrebbe mettere al centro la politica del Sud America, che deve tornare ad occupare il ruolo strategico che merita.” (Stefano Casini, Letizia Baz, Silvano Malini, Stefania Pesavento - La Gente d’Italia del 19 luglio 2013 /Inform)

Nessun commento:

Posta un commento