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giovedì 11 luglio 2013

Il premier Letta risponde in Aula all’interrogazione Migliore (Sel) sulla protezione internazionale dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti

CAMERA DEI DEPUTATI
Il premier Letta risponde in Aula all’interrogazione Migliore (Sel) sulla protezione internazionale dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti

Il prossimo recepimento delle ultime due direttive comunitarie sull’asilo inserite nel disegno di legge di delegazione europea costituirà un’occasione per valutare, anche a livello parlamentare, il riassetto dell’intera materia”

ROMA – Nell’ambito delle interrogazioni a risposta immediata presentate ieri, nell’Aula della Camera dei Deputati, dal presidente del Consiglio Enrico Letta è stata anche affrontata la questione della protezione internazionale dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti in Italia. Dal deputato Gennaro Migliore (Sel) è stato infatti chiesto al Governo, alla luce della grave condizione di sovraffollamento in cui versano i centri di ospitalità per i migranti , di intervenire con urgenza “sull’intero sistema di protezione internazionale, dalla fase di accesso alla fase dell’accoglienza, onde garantire finalmente la piena attuazione del dettato costituzionale, nonché delle norme e dei trattati internazionali richiamati dall’articolo 10 della Costituzione, nel contempo sollecitando fortemente a livello europeo iniziative che consentano l’effettiva tutela dei diritti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti”.

Nella sua risposta Letta ha ricordato come dopo il calo del 2012, nei mesi scorsi, si sia verificata una ripresa degli sbarchi sulle nostre italiane che dall’inizio del 2013 sono stati 145. “È indubbio – ha spiegato il presidente del Consiglio - che questa accelerazione trovi nelle trasformazioni geopolitiche del Mediterraneo una delle sue cause. Il flusso migratorio, infatti, interessa oggi, soprattutto, profughi provenienti da Paesi in condizioni di grave instabilità politica. La spinta a lasciare la propria terra deriva, spesso, dal bisogno sacrosanto di sottrarsi a persecuzioni o conflitti. Italia ed Europa devono insieme mettere a punto interventi all’altezza di una sfida epocale come questa, e, quindi, in primo luogo, l’accelerazione del processo comunitario per l’istituzione di un sistema europeo comune di asilo, che preveda uno statusuniforme in tutta l’Unione per i titolari di protezioni internazionali e che permetta loro di muoversi liberamente contando sulla solidarietà degli Stati membri”.

“In secondo luogo, - ha aggiunto Letta - l’instabilità dei Paesi del Mediterraneo richiede l’intensificazione degli sforzi per pacificare quelle aree del continente. In particolare, l’Italia ha messo in campo proprie iniziative recentemente, di concerto con i Paesi amici, per supportare la stabilizzazione di Stati cruciali come la Libia, per esempio. Il vertice a Roma del 4 luglio scorso, proprio con il Governo libico, ha sbloccato molte importanti decisioni”.

Dopo aver sottolineato come nonostante la spinta migratoria in Italia sia stata garantita l’assistenza medica e psicologica agli stranieri, il presidente del Consiglio ha evidenziato la messa in atto a Lampedusa di un sistema di continuo alleggerimento della pressione sull’isola, con il trasferimento verso i Centri di assistenza per richiedenti asilo in Italia. “Oltre ai Centri - ha precisato - è in funzione il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati basato su una fitta rete di solidarietà civile, assicurata dalle convenzioni con gli enti locali. Questo sistema, che ha già dato ottima prova di sé durante l’emergenza in Nord Africa, è stato incrementato di 1.500 nuovi posti e il nostro obiettivo è conseguire, entro l’anno prossimo, un ulteriore aumento, che porterà ad accogliere circa 8 mila persone. Altro impegno – ha proseguito Letta - è velocizzare le procedure di esame delle domande di protezione umanitaria e di richiesta di asilo. Lo scorso 8 luglio sono state approvate dal Senato disposizioni per fronteggiare l’emergenza e raddoppiare le capacità operative delle commissioni territoriali. Sono state poi velocizzate le procedure con l’informatizzazione della trasmissione delle istanze alle commissioni territoriali stesse”.

Il Presidente del Consiglio ha concluso precisando che “che la legislazione nazionale sulla protezione internazionale è di diretta derivazione comunitaria in quanto attuazione delle direttive europee sul diritto di asilo e recepisce, quindi, tutte le garanzie procedurali fissate a livello europeo. Il processo continuerà con il prossimo recepimento delle ultime due direttive comunitarie sull’asilo inserite nel disegno di legge di delegazione europea; ciò costituirà, senz’altro l’occasione per valutare, anche a livello di Parlamento, un riassetto dell’intera materia e questo anche alla luce delle parole profonde e del gesto straordinario che Papa Francesco ha compiuto, lanciando a tutti noi un messaggio che dobbiamo recepire con il massimo impegno”.

In sede di replica il deputato Nicola Frantoianni (Sel) ha sottolineato come in questo settore, nonostante vi siano alcune positive iniziative di reazione messe in campo dal governo, manchino ancora politiche strutturali che non affrontino l’immigrazione come un fenomeno improvviso ed emergenziale. “Noi vorremmo – ha spiegato Frantoianni - che ai CARA (Centri di accoglienza per i richiedenti asilo), ai grandi luoghi concentrazionari fossero sostituiti piccoli centri a basso impatto per i migranti e per gli operatori, dove non possa più succedere, come a Bari qualche giorno fa, che un banale motivo, una rissa abbia provocato la morte di un migrante, il ferimento di altri migranti e il rischio per l’incolumità di chi lavora. Vorremmo un Paese nel quale i respingimenti collettivi fossero un lontano ricordo e invece sono una realtà che ancora oggi, spesso, in molti porti, si riproduce. Vorremmo un Paese nel quale, quando si discute di rapporto con i Paesi vicini, del Mediterraneo, fossero chiari i termini di questo rapporto”. (Inform)

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