ITALIANI ALL’ESTERO
Marco Fedi
(Pd): “Nel nuovo disegno costituzionale ripartiamo dall’effettività del voto
degli italiani all’estero”
ROMA - “L’esercizio in loco del diritto di voto merita una definitiva
collocazione costituzionale e istituzionale in un quadro di regole
condiviso. La circoscrizione Estero è stata una risposta concreta, possiamo
ripensarla, ma dobbiamo salvaguardare pienamente il principio dell’effettivo
esercizio del voto dei cittadini italiani residenti all’estero”.
E’ questa l’affermazione centrale dell’intervento che l’on. Marco Fedi
ha fatto nel corso di un seminario sul voto italiano all’estero svoltosi
venerdì scorso presso la School of Government della Luiss L’occasione è
stata data dalla presentazione del libro di Simone Battiston e Bruno Mascitelli
“Il voto italiano all’estero: riflessioni, esperienze e risultati di
un’indagine all’estero” (Firenze University Press, 2012) (v. articolo Inform su
n. 125-B http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/06/il-voto-allestero-una-questione-ancora.html
).
All’incontro sono intervenuti, oltre agli autori, il
deputato Marco Fedi e il senatore Francesco Giacobbe (entrambi
eletti del Pd nella circoscrizione Estero), eminenti studiosi come il prof.
Roberto D’Alimonte e il prof. Nicola Lupo.
“Non possiamo accettare diritti e doveri dimezzati –ha detto Fedi
- Per troppo tempo il diritto di voto degli italiani all’estero è stato
puramente virtuale perché quasi nessuno poteva tornare in Italia per votare. La
circoscrizione Estero e il voto per corrispondenza, sia pure con limiti e
contraddizioni, hanno appianato questo deficit di democrazia. Oggi, se i
rappresentanti degli italiani all’estero fossero esclusi dalla Camera
riformata, che vota la fiducia al Governo, ritorneremmo ad un sistema di voto
parziale”.
Con questa considerazione ha concordato il prof. D’Alimonte che ha affermato
che l’effettività del voto deve essere assicurata. Egli, però, in linea con sue
precedenti posizioni, vede come possibile il voto sui collegi italiani, che
risolverebbe anche la questione di un diritto-dovere già oggi dimezzato a causa
del fatto che il voto espresso all’estero non concorre al premio di
maggioranza. L’attuale normativa, ha aggiunto D’Alimonte, è poi deficitaria nel
senso della impossibilità materiale di alcune aree del mondo, come l’Africa,
l’Asia e anche alcune aree d’Europa, di poter mai esprimere una rappresentanza.
“C’è un’altra riflessione da fare”, ha proseguito l’on. Fedi.
“Deputati e senatori eletti nella circoscrizione Estero, nata come strumento
attuativo dell’esercizio in loco del diritto di voto, rappresentano una grande
opportunità per l’Italia. Offrono un legame diretto con le comunità nel mondo,
garantiscono un collegamento politico, sociale ed economico con le società di
emigrazione, consentono immediatezza nel confronto con le legislazioni di altri
Paesi e raccordano la presenza organizzata dei partiti italiani nel mondo con
la rete delle forze politiche e sociali dei Paesi di residenza delle nostre
comunità”.
La circoscrizione Estero – ha ammesso il prof. D’Alimonte – può
rappresentare effettivamente un’opportunità se i parlamentari in essa eletti
saranno in grado di diventare un valore aggiunto per il Parlamento e per
l’Italia.
In conclusione, l’on. Fedi ha manifestato il proposito di organizzare
un incontro, assieme agli altri eletti all’estero del Pd, sul valore aggiunto
che la rappresentanza dell’estero può arrecare sul piano sociale, economico e
politico.(Inform)
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