ASSOCIAZIONI
Sono partiti da Genova il 22 giugno per consegnare a
Gaza sei container di aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia
Volontari italiani di Music for Peace bloccati ad
Alessandria d’Egitto
GENOVA - Sono ormai sedici i giorni di blocco per il convoglio
umanitario di Music for Peace. I 5 volontari, Stefano Rebora, Valentina Gallo
Afflitto, Alvaro Daniel Gando Saenz, Claudia d’Intino e Sandra Vernocchi hanno
subito uno stop forzato per le rivolte del popolo contro e a favore dell’ormai
deposto governo. Una difficoltà burocratica, inerente a uno dei mezzi facenti
parte della carovana, ha allungato le tempistiche di espletamento documenti
accompagnando i volontari in uno dei periodi più caldi della storia egiziana.
Le violenze e le proteste a cui hanno assistito per giorni non hanno fatto in
modo di far cambiare gli obiettivi di Music for Peace: consegnare il materiale
raccolto grazie all’aiuto di tutta Italia e focalizzare l’attenzione sulla
negazione dei Diritti Umani. La Striscia di Gaza ha, a oggi, l’accesso dal mare
negato; la parte di terra delimitata da filo spinato, mezzi militari e torrette
al cui interno soldati controllano che nessuno esca o entri. I valichi
ufficiali sbarrati per l’ingresso dei materiali e i varchi non ufficiali,i
tunnel, chiusi. L’approvvigionamento di materiale inizia a venir meno. Persone
del posto comunicano che “la spesa quotidiana diventa problematica. Poca
disponibilità e massimo costo”. Trattandosi di un convoglio umanitario,
dovrebbe essere consentito, da parte italiana ed egiziana, un canale
preferenziale atto ad autorizzare il transito su suolo egiziano, come per altro
previsto dalla Quarta Convenzione di Ginevra. Attualmente nessuno intende
assumersi la responsabilità di autorizzare il transito dei materiali. Va
inoltre ricordato che i container custodisco anche medicinali per oltre 200
mila euro di valore e rischiano di deteriorarsi qualora lo stop sia prolungato
maggiormente. (Francesca Toscano-www.creatividellanottemusicforpeace.org
/Inform)
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