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mercoledì 27 novembre 2013

Assemblea plenaria Cgie - Stamani il via ai lavori alla Farnesina


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE

Stamani il via ai lavori alla Farnesina

Un’occasione tesa a coinvolgere più direttamente anche il Governo nel confronto sulle tematiche discusse in questo inizio settimana con i parlamentari di Camera e Senato ed illustrate nella relazione del segretario generale, Elio Carozza: valorizzazione delle collettività all’estero, promozione di lingua e cultura italiana, servizi consolari e sistema di rappresentanza

ROMA – Al via stamani nella sala delle Conferenze internazionali della Farnesina i lavori dell’assemblea plenaria del Consiglio generale degli Italiani all’Estero, occasione tesa a coinvolgere più direttamente anche il Governo nel confronto sulle tematiche discusse in questo inizio settimana dai consiglieri negli incontri con i parlamentari di Camera e Senato.

A richiamare le questioni di immediato interesse il segretario generale del Cgie, Elio Carozza che ha ricordato come la discussione riguardi le prospettive del rapporto tra l’Italia e i 4.5 milioni di connazionali all’estero, cui è associato anche il legame con gli italo-discendenti che vivono nel mondo. Illustrazione che completa il quadro del confronto “sul merito dei problemi” che il Cgiè si è proposto di approfondire in occasione di questa plenaria con il Parlamento ed il Governo. Richiamata quindi dal segretario generale la necessaria valorizzazione delle collettività italiane per la spinta al processo di internazionalizzazione del Paese, sentiero ancora poco battuto, anche nello stesso progetto “Destinazione Italia”, presentato dal governo alcuni mesi fa. Progetto in cui “giustamente si dice che i protagonisti delle nuove mobilità possono essere ambasciatori dell’Italia, ma vi chiediamo: le comunità non stanno già facendo questo da decenni? – domanda Carozza, sollecitando “un tavolo di confronto per valorizzare il contributo effettivo che le collettività italiane all’estero possono dare a programmi di internazionalizzazione” (per la relazione di Carozza alla Camera vedi Inform di ieri: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/11/lincontro-del-cgie-con-i-deputati-e-il.html). Ribadito poi il “valore strategico della lingua e cultura italiane nel mondo”, valore cui non corrisponde un adeguato investimento in termini di risorse finanziarie, specie in questi ultimi anni, e su cui il segretario generale chiede al Governo un impegno per la riforma complessiva del settore: “chiediamo che questa legislatura, che delle riforme ha fatto il suo tratto distintivo e la stessa ragione della sua sopravvivenza, sia anche la legislatura della riforma della lingua e cultura italiana nel mondo” “in direzione – spiega – di un sistema unitario sul piano programmatico e, nello stesso tempo, elastico ed articolato su quello territoriale, in modo da aderire alle peculiarità delle realtà nelle quali esso deve concretamente operare”. Infine, il nodo “cittadinanza e rappresentanza”, ossia “un riconoscimento di piena cittadinanza degli italiani che vivono oltre i confini nazionali” in primis attraverso la garanzia di un effettivo esercizio dei loro diritti di partecipazione politica, “diritti che – ha ripetuto il segretario generale - sono oggetto di un attacco che comporta un rischio reale di regressione sia in termini di tutela costituzionale che di esercizio concreto del diritto di voto da parte dei connazionali, e che mette in discussione il concetto di parità dei cittadini, uno dei cardini della nostra Costituzione”. Il grido d’allarme riguarda in particolare il voto per corrispondenza, “strumento che, con tutti i suoi limiti, ha consentito a tutti i cittadini di poter votare, ovunque essi fossero residenti” e che “è stato già abolito per il rinnovo degli organismi di rappresentanza di base, i Comites, e sostituito con il voto nei seggi e con una sperimentazione di voto elettronico da lontano”. Carozza ritiene infatti che l’applicazione con vincoli “restrittivi” data a questo nuovo sistema e il numero “assai ridotto di seggi che si potranno allestire con la somma di due milioni di euro” faranno “crollare il numero dei votanti”. “Siamo già dentro, insomma, ad un passaggio di fase in cui dopo aver disinnescato pezzo per pezzo il futuro delle conquiste faticosamente realizzate in decenni di impegno e di lotte, si rischia di tornare ad una pratica di cittadinanza per gli italiani all’estero formalmente apparente ma sostanzialmente vuota – afferma il segretario generale, definendo “l’esigenza di risparmio” addotta per questa scelta “grave, costituzionalmente inammissibile e imbarazzante per un sistema democratico degno di questo nome”. Richiamati anche gli orientamenti emersi per la riforma della presenza degli eletti all’estero in Parlamento, con la proposta dei Saggi di abolire la circoscrizione Estero, “rappresentanza peculiare e diretta delle collettività”, per via delle “disfunzioni che si sono manifestate nel voto per corrispondenza”, o un suo mantenimento nella sola Camera dei territori o Senato delle Regioni, fatto che per Carozza costituirebbe una discriminazione nei confronti dei connazionali, dal momento che quest’ultima non avrebbe la possibilità di votare la fiducia al Governo o le leggi. Insostenibile anche la proposta formulata di “far ricadere il voto per corrispondenza sui collegi o circoscrizioni italiane”, sia dal punto di vista politico – per lo squilibrio che ciò apporterebbe alla politica nazionale – che dal punto di vista operativo – per le limitate risorse destinate alle rete consolare. “A meno che l’intento non sia di precostituire le condizioni per arrivare a dichiarare l’insostenibilità finanziaria ed organizzativa del sistema di partecipazione dei cittadini italiani eletti all’estero alla vita democratica del Paese e archiviare un’esperienza che, pur con limiti e lacune, ha consentito di rendere uguali questi cittadini che per decenni lo sono stati solo sulla carta. E questo avviene – fa notare il segretario generale – proprio mentre altri nostri importanti partner europei, come la Francia, stanno volgendo gli occhi all’esperienza fatta dall’Italia per applicarla nelle loro realtà”. La richiesta è dunque di procedere con la riforma del sistema di voto per corrispondenza, con una sua messa in sicurezza, “visto che il suo cattivo funzionamento è indicato come la ragione fondamentale della richiesta di abolizione della circoscrizione Estero”. “Molti di noi – aggiunge Carozza – si augurano che il programma di riforme di questo Governo abbia una positiva conclusione, nella convinzione che l’Italia abbia bisogno di rinnovarsi per rimettersi al passo con i tempi. Auspichiamo, tuttavia, che questo avvenga senza sacrificare diritti essenziali di milioni di suoi cittadini”. Infine, si contesta “la trasformazione della spending review in semplici tagli lineari” a danno dei consolati e, in particolare, dei servizi resi da questi ultimi ai connazionali all’estero: Carozza richiama a questo proposito le 13 sedi consolari interessate a provvedimenti di chiusura in questa nuova fase di ri-orientamento della rete, provvedimenti che vanno ad aggiungersi ad una ventina di chiusure consumate negli ultimi anni e che saranno affiancati – segnala – da altre 23 chiusure preannunciate proprio in questi giorni, associate anche a provvedimenti relativi ad alcuni Istituti Italiani di Cultura. Oltre a non comprendere le ragioni di interventi in aree considerate strategiche proprio dal punto di vista economico e a rilevare un non coerente sviluppo dei processi di informatizzazione, “il Cgie contesta nettamente l’orientamento a scaricare sui servizi destinati alle collettività il peso maggiore delle risorse disponibili”, mentre “non si stia facendo abbastanza per recuperare risorse chiudendo strutture diplomatiche sovrapposte e modificando il rapporto tra personale di ruolo e a contratto, eliminando sprechi e privilegi”. (Viviana Pansa – Inform)

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