PARTITI
Da “Pd cittadini nel mondo”, 29.11.2013, l’editoriale di Gianni Farina
“Strade nuove per superare
questo passaggio per gli italiani all’estero”
L’iniziativa
del Consiglio generale degli italiani all’estero di aprire un confronto
straordinario e diretto con Parlamento e Governo ben rende la serietà del
passaggio che stiamo attraversando. In tempi ormai stretti si deciderà se la
comunità italiana nel mondo potrà diventare un importante sostegno della
ripresa dell’Italia a livello internazionale, come da tempo essa richiede,
oppure dovrà subire lo smantellamento del sistema di rappresentanza democratica
costruito nel tempo e una vera e propria regressione di diritti.
Ho
sentito dunque con particolare sincerità il dovere di intervenire
nell’Assemblea del CGIE in modo non rituale, ma cercando di dare un contributo
di proposte e di riflessione. A partire dall’esigenza di trovare uno strumento
istituzionale e politico che consenta di far sentire più nitidamente la voce
degli eletti all’estero e di avere un peso sulle scelte che si compiono nelle
politiche d’internazionalizzazione e verso le nostre stesse comunità. Questo
strumento è possibile ed è una Commissione bicamerale, composta non solo dagli
eletti all’estero ma anche da autorevoli parlamentari eletti in Italia e
presieduta da una personalità di alto profilo. Una Commissione che, in forza
della sua legge istitutiva, esprima non solo pareri, ma abbia anche poteri di
proposta e di controllo e diventi un osservatorio sulle migrazioni che
riguardano l’Italia: quelle ormai consolidate, quelle in entrata e le nuove
mobilità.
Di
fronte, poi, al tentativo di eliminare la circoscrizione Estero con il pretesto
del dubbio funzionamento della legge elettorale, ho sentito di ribadire la mia
proposta non solo di una messa in sicurezza del sistema di voto, ma anche di
una riforma della stessa circoscrizione Estero, superando le attuali
ripartizioni e andando in direzione di collegi più piccoli. In essi, non solo
il contatto con gli elettori sarebbe più personalizzato, ma la regolarità del
voto sarebbe rafforzata proprio da un rapporto democratico più diretto e
trasparente.
Partendo
dalla giusta preoccupazione del CGIE di assicurare le condizioni di una
fisiologica partecipazione democratica nelle elezioni di rinnovo dei COMITES,
dopo il superamento del voto per corrispondenza che la legge ha fatto, ho
espresso in merito un’opinione e dato un suggerimento. L’opinione è di non
arretrare di fronte ad una seria sperimentazione del voto elettronico, che pur
non potendo oggi sostituire i seggi elettorali, può essere tuttavia un’utile
carta per il futuro.
La
proposta, di fronte alla scarsità delle risorse disponibili per la creazione di
un numero adeguato di seggi elettorali, è quella di costituire e tenere aperta
per un paio di settimane, presso i nostri consolati superstiti, una “stanza del
sovrano” (il popolo), dove si può andare a votare con il tempo necessario per
assorbire un’affluenza non ristretta. Lo fanno stati civilissimi, non si
capisce perché non potremmo farlo noi. L’importante è creare condizioni reali
affinché non sia intaccata l’”effettività del voto” per la cui realizzazione si
è dovuta fare una riforma costituzionale. (Gianni Farina*- Pd cittadini nel
mondo /Inform)
* Deputato eletto all’estero nella ripartizione Europa
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