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mercoledì 27 novembre 2013

Interpellanza di Alessio Tacconi (M5S, ripartizione Europa) al ministro del Lavoro

ITALIANI ALL’ESTERO
Interpellanza di Alessio Tacconi (M5S, ripartizione Europa) al ministro del Lavoro
“Un massiccio flusso di emigrazione italiana che ricorda quello del dopoguerra”
Una proposta “per “incentivare la qualità e l'ampiezza dei servizi offerti dagli istituti di patronato” ai nuovi emigrati italiani. La risposta del sottosegretario Carlo Dell’Aringa

ROMA - “Negli ultimi anni si è registrato un massiccio flusso di emigrazione che fa ricordare quello del secondo dopoguerra. L'attuale congiuntura economica fa prevedere che il fenomeno lungi dall'arrestarsi, tenderà ad intensificarsi con un numero di persone, specialmente giovani, che saranno spinte a lasciare il nostro Paese per cercare oltre confine il lavoro che qui manca”.
Parte da questa premessa l’interpellanza - primo firmatario il deputato Alessio Tacconi del Movimento 5 Stelle, eletto all’estero nella ripartizione Europa - rivolta al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali per chiedere “se, a fronte dei nuovi flussi migratori, il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, nelle tabelle allegate al decreto ministeriale del 10 ottobre 2008 n. 193, come modificato dal decreto dello stesso ministero del 20 febbraio 2013 non possa inserire, per incentivare la qualità e l'ampiezza dei servizi offerti dagli istituti di patronato, la voce orientamento ed assistenza ai nuovi emigrati italiani, a cui attribuire un punteggio di 0,25”.
Nell’illustrare la sua interpellanza, Tacconi ha affermato che “alla mancanza di adeguate politiche occupazionali a livello nazionale si deve, purtroppo, aggiungere la recente miopia di alcune politiche migratorie, che, nell'ambito delle varie fasi di spending review, pur necessarie nell'attuale quadro economico-finanziario, hanno perso di vista quelle attività qualificanti a favore delle nostre collettività all'estero, che, lungi dall'essere considerate una risorsa, sono spesso viste come un peso fastidioso. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un progressivo assottigliamento delle risorse destinate agli interventi per la lingua e la cultura italiane, all'assistenza, all'informazione e alla formazione, con tagli lineari di oltre il 65 per cento. Per questi interventi le nostre rappresentanze diplomatiche e consolari sono difficilmente in grado di garantire un livello minimo di servizi, con il rischio che ciò comporti lo smantellamento di quanto costruito in passato, anche grazie all'associazionismo locale”.
All'estero, ancora oggi - ammette Tacconi -, è importante il ruolo dei patronati, enti di cui noi del Movimento 5 Stelle non possiamo certo considerarci amici, poiché sono, nella quasi totalità dei casi, legati a logiche partitiche e, ancor peggio, molte volte trasformati in “votifici”.  Ma vogliamo in questa sede soprassedere a queste considerazioni esclusivamente in nome dell'interesse dei giovani nuovi emigrati italiani e, in attesa di una più completa revisione normativa che regoli ruoli, procedure e funzionamento dello stesso istituto dei patronati, vorremmo vederli impegnati ufficialmente nel supportare anche chi ai problemi dell'emigrazione si avvicina per la prima volta.
Nella risposta il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell’Aringa, rilevato che Tacconi chiede l'inserimento nelle tabelle allegate al decreto ministeriale n.193 del 2008, come modificato dal decreto ministeriale del 20 febbraio 2013, della voce: “Orientamento ed assistenza ai nuovi emigrati italiani”,  cui attribuire un punteggio pari a 0,25, ha fatto presente, tra l’altro, che nel corso degli incontri tecnici espressamente richiesti dai principali patronati, cui hanno preso parte anche l'INPS e l'INAIL, tale voce non è stata mai proposta dalle parti che sono intervenute. 
Detto questo, il sottosegretario non ha escluso che, “durante una fase ricognitiva e di approfondimento con gli stessi patronati, attualmente in corso, si possa valutare la possibilità di inserire anche questa voce. E visto che, comunque, ne vengo a conoscenza solo oggi, certamente farò monitoraggio e cercherò di verificare, se possibile anche sentendo gli stessi enti e i patronati”.
In sede di replica, Tacconi ha giudicato “sconfortante” che questa voce non sia mai stata menzionata nelle scorse occasioni in cui c’è stato il confronto tra enti previdenziali, patronati e il Governo italiano. Egli ritiene tuttavia che essa debba essere inserita all'interno delle tabelle per formare poi il punteggio finale volto al finanziamento dei patronati stessi, osservando che per la modifica non c’è bisogno di alcun tipo di atto speciale o qualche tipo di procedura complicata. Quindi, auspica che il ministero del Lavoro possa rivalutare questa cosa e possa reinserirla, magari il prima possibile, all'interno delle tabelle.
“Naturalmente - ha concluso Tacconi -, il secondo auspicio è quello che, nelle prossime occasioni di confronto tra il ministero, i patronati e gli enti previdenziali stessi, sia assolutamente considerata quasi come un obbligo morale per dare anche modo agli italiani che si recano all'estero di capire, di comprendere che il Governo italiano, comunque, è al loro fianco anche nei momenti di più estrema difficoltà”.  (Inform)


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