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venerdì 29 novembre 2013

CGIE - Il dibattito sulle riforme costituzionali e il futuro della circoscrizione Estero


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE
Il dibattito sulle riforme costituzionali e il futuro della circoscrizione Estero
Gli interventi del segretario generale Elio Carozza, del senatore Claudio Micheloni (Pd), dei deputati Marco Fedi (Pd) e Gianni Farina (Pd), di Silvia Bartolini (Emiliano romagnoli nel mondo) e dei consiglieri Carlo Consiglio (Canada) Valter Della Nebbia (Usa) Giangi Cretti (Fusie) Norberto Lombardi (Pd), Dino Nardi (Svizzera) , Alberto Bertali (Gran Bretagna), Paolo Castellani (Cile), Michele Coletta (Venezuela), Franco Narducci(Svizzera) , Mariano Gazzola (Argentina) e Michele Schiavone (Svizzera)

ROMA – La seconda sessione plenaria del Cgie si è aperta con la riflessione del segretario generale Elio Carozza sugli esiti degli incontri istituzionali avuti nei giorni scorsi dai consiglieri del Cgie presso la Camera e il Senato. Riunioni che sono state in primo luogo caratterizzate dal dibattito sulle riforme costituzionali. “Ho avuto l’impressione – ha spiegato Carozza - che al Senato la questione si già delineata e chiara in quanto si è parlato di una presenza dei rappresentanti degli italiani all’estero solo nel nuovo Senato delle Regioni. Dall’incontro alla Camera  ho invece avuto la sensazione che qualche spiraglio in più esista.. In ogni caso – ha precisato il segretario generale - noi abbiamo insistito su di un concetto semplice e cioè che vogliamo essere cittadini come tutti gli altri. Quindi abbiamo posto una questione di uguaglianza e di diritto…Per quanto riguarda invece il Governo, - ha continuato Carozza - sempre sul fronte delle riforme costituzionali , non abbiamo avuto alcuna risposta. Credo che in proposito dovremo chiedere la posizione dell’esecutivo direttamente al nostro ministro o al Presidente del Consiglio”.
E’ poi intervenuto Carlo Consiglio (Canada)  che si è detto soddisfatto per la svolgimento degli incontri presso la Camera e il Senato. Confronti che , a suo giudizio, dovrebbero divenire una vera e propria strategia operativa del Cgie ed avere luogo, oltre che con i componenti dei Comitati dedicati agli italiani all’estero, con i presidenti ed i membri delle Commissioni parlamentari di competenza. Dopo l’intervento del consigliere Valter Della Nebbia (Usa) che ha sottolineato la necessità di evitare un nuovo sistema di voto per i Comites che possa avere un qualche tipo di costo per i cittadini, ha preso la parola Giangi Cretti  (Fusie) che ha evidenziato l’esigenza di comprendere quali siano i criteri utilizzati, nell’ambito del programma di razionalizzazione della rete consolare, per la scelta delle sedi da sopprimere. “ Se il principio è quello del risparmio – ha aggiunto Cretti – allora andrebbe detto quanto si risparmia”. Il presidente della Fusie ha anche ricordato il problema della scarsa attenzione delle tematiche degli italiani all’estero da parte dei grandi media italiani che parlano di queste questioni solo in presenza di eventi negativi .  La necessità di dare più incisività al confronto fra Consiglio Generale  e Parlamento è stata sottolineata anche dal componente del Comitato di Presidenza del Cgie Norberto Lombardi (Pd) che ha auspicato la realizzazione di un documento formale, da inviare agli interlocutori istituzionali, in cui si chieda un impegno ai presidenti delle commissioni competenti di  Camera e Senato affinché,  prima di prendere decisioni sulle riforme, venga ascoltato il parere del Cgie. In questo cointesto per Lombardi sarebbe inoltre opportuno sia chiedere la rapida approvazione di una riforma che metta in sicurezza il voto per corrispondenza, sia porre all’attenzione del Presidente del Consiglio l’intenzione del Cgie di non arretrare di un centimetro sul rispetto del principio della parità del diritto di cittadinanza. Da Lombardi sono state poi segnalate la questioni del coordinamento dei soggetti che agiscono all’estero (Camere di Commercio , Regioni) nel campo dell’internazionalizzazione e della ristrutturazione della rete diplomatica – consolare . Un problema, quest’ultimo, su cui il consigliere del Cgie auspica, prima di poter valutare singolarmente le chiusure delle sedi all’estero, la realizzazione da parte del Mae di un piano sui servizi di prossimità in tutte le aree del mondo. Dal canto suo Dino Nardi (Svizzera) , membro del Comitato di Presidenza del Cgie, ha posto in evidenza come, attraverso le riforme costituzionali,  si stia tentando di distruggere la circoscrizione Estero ottenuta dalle comunità nel mondo dopo oltre 50 anni di lotta. “Non è colpa degli eletti all’estero – ha spiegato Nardi – ma del disinteresse del Paese, nei confronti degli italiani all’estero visti solo come un fatto storico, che si riflette sui parlamentari”. Dopo l’interevento di Alberto Bertali (Gran Bretagna) , che ha auspicato delle alternative operative alle chiusure dei consolati da individuarsi ad esempio nei patronati e negli agenti consolari ed ha sollevato il problema del sostegno alle imprese che vanno all’estero e tornano in Italia, Paolo Castellani (Cile) ha rilevato l’importanza dei 18 deputati e senatori della circoscrizione Estero che operano in Parlamento, in raccordo con il Cgie, per spiegare e promuovere politiche favorevoli agli italiani all’estero. Un confronto , quest’ultimo, che al momento manca con il Governo. Castellani ha anche segnalato il rischio con le nuove modalità di voto di una bassa partecipazione alle elezioni dei Comites.
Anche per il deputato  del Pd Marco Fedi , eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide,  ha evidenziato l’esigenza, da parte  del Cgie, di cogliere la disponibilità all’interlocuzione del Parlamento. “ Questa discussione sulla rappresentanza – ha poi precisato Fedi - deve essere ricollocata da dove è partita e quindi presso le nostre comunità. Il Cgie sulle riforme costituzionali dovrebbe far ripartire il dibattito fra le nostre collettività che possono esprimere valutazioni diverse sulla circoscrizione Estero e sulla effettività del voto. E’ necessario ripartire dai temi centrali della vita delle collettività italiane all’estero”. Per Fedi inoltre bisogna chiedere al Parlamento di trovare gli strumenti più idonei a garantire il diritto di partecipare al voto politico dei nostri connazionali nel mondo. Un percorso, quello della riforma della circoscrizione Estero,  che, secondo il deputato, dipenderà anche dal cammino parallelo della riforma elettorale dove si sceglierà il sistema maggioritario o proporzionale. Dopo aver ricordato che nella legge di stabilità non sono state recepite le richieste per gli italiani all’estero sull’Imu e sulle detrazioni fiscali per i carichi di famiglia, Fedi ha segnalato le risposte insoddisfacenti ottenute sulle chiusure delle sedi consolari e l’esigenza di avere in Commissione Esteri un parere chiaro del Cgie sul nuovo regolamento di voto per i Comites.  
Ha poi preso la parola il presidente del Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero Claudio Micheloni che ha sottolineato come, mentre si attende il varo del disegno di legge del Governo sulle riforme costituzionali, il clima del Senato su questa materia sia in costante evoluzione e quindi nulla possa essere dato per scontato.   “Io affermo la necessità per gli italiani all’estero – ha poi aggiunto Micheloni - di tre livelli di rappresentanza. Noi siamo presenti nelle due Camere e chiediamo di rimanervi. Il punto di partenza è questo e credo , visto che i tempi della riforma subiranno un’accelerazione,  che su questo serva al più presto una presa di posizione del Cgie. Non basta – ha proseguito il senatore del Pd - appellarsi ad un principio di uguaglianza di cittadinanza sull’aspetto istituzionale per avere la garanzia dello status quo, perché c’è un dibattito parlamentare aperto e in questo abito contano i numeri. Probabilmente bisognerà essere pronti ad avere una certa evoluzione del rapporto con l’Italia per garantire una rappresentanza degli italiani all’estero che sia utile al paese”.
Micheloni ha poi rilevato come si stia lavorando da un lato per reperire nuove risorse per l’elezioni dei Comites, ad esempio come richiesto dal Cgie dirottando una parte dei fondi destinati alle elezioni europee dei nostri connazionali fuori dai confini sulle consultazioni per i Comites e il Cgie, e dall’altro sul fronte della riforma del voto all’estero su cui il Comitato del Senato per le questioni degli Italiani all’estero ha consegnato un documento in cinque punti alla Commissione Affari Costituzionale. Dopo aver ricordato che alla Camera potranno essere recuperati gli emendamenti non votati al Senato sugli italiani all’estero della  Legge di Stabilità che comunque ha consentito di acquisire 5 milioni di euro in più i capitoli di spesa dei nostri connazionali, Micheloni ha segnalato la presentazione sia di un disegno di legge delega di riforma del Mae, volto a costruire un sistema globale per l’estero, sia di una mozione presso l’Aula del Senato che si contrappone alla chiusura delle sedi indicate nel progetto di ristrutturazione della rete consolare.  A seguire il deputato del Pd Gianni Farina, eletto nella ripartizione Europa, ha posto in evidenza la necessità di adottare, nel caso di sopravvivenza della circoscrizione Estero, il sistema del collegio uninominale per Paese che consentirebbe all’eletto di rappresentare fisicamente ed intellettualmente la comunità di riferimento. Per quanto poi riguarda la ristrutturazione della rete consolare Farina auspica un’iniziativa di dissenso da parte del Cgie,  a causa dei problemi che potrebbero crearsi per la mancanza di servizi di prossimità  per gli italiani all’estero. “Si impone – ha concluso Farina dopo aver segnalato l’importanza di mantenere i tre livelli di rappresentanza delle nostre comunità nel mondo -  la creazione di una Commissione bicamerale per le tematiche degli italiani all’estero con i diciotto parlamentari eletti all’estero e 18 parlamentari eletti in Italia. Una bicamerale che avrebbe il compito di incalzare il parlamento e coordinare il lavoro”.  
Dopo le parole del Michele Coletta (Venezuela) che ha ricordato l’importanza degli uffici consolari per le nostre comunità all’estero ed ha parlato dell’esigenza di consultare le istituzioni locali per cercare alternative alla chiusura dei consolati, Franco Narducci (Svizzera) ,già deputato del Pd della ripartizione Europa, ha evidenziato l’esigenza di trovare per il Cgie una diversa collocazione che gli permetta di portare le proprie battaglie, volte a far crescere il sistema Paese e a rappresentare le nostre comunità nel mondo, anche al di fuori del ministero degli Esteri. Per quanto poi riguarda la prevista chiusura di sedi consolari Narducci ha precisato “Noi dobbiamo avere la forza di chiedere all’amministrazione del Mae e al ministro Bonino come in questo contesto continueranno a funzionare i servizi per gli italiani all’estero e che fine ha fatto il progetto dei servizi telematici ha distanza. Non si può chiudere un consolato come San Gallo e non dire come si intendono fornire i servizi per i nostri connazionali”. Narducci ha infine segnalato la necessità di creare un’agenzia o un osservatorio a livello europeo per il mercato del lavoro e il problema della nuova mobilità dai Paesi del sud verso il nord.
Tra gli altri interventi del dibattito ricordiamo quelli di Mariano Gazzola (Argentina), che ha segnalato una certa confusione fra le forze politiche su cosa si vuole fare per gli italiani nel mondo ed ha auspicato un’azione unitaria da parte dei parlamentari eletti all’estero, e di Michele Schiavone (Svizzera), componente del Comitato di Presidenza del Cgie , che ha sottolineato l’importanza di tornare a costruire un nuovo sistema Italia  che sappia valorizzare le potenzialità delle nostre comunità all’estero che non devono essere abbandonate dallo Stato. Per Schiavone , proprio a causa delle difficile situazione economica del momento, bisogna guardare al futuro non come ad un incognita, ma come ad un’opportunità per dare al nostro paese speranza e fiducia.  Segnaliamo infine le parole di Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che, dopo aver sottolineato come le associazioni regionali nel mondo continuino a lavorare nonostante la chiusura di molti uffici regionali per l’emigrazione, ha evidenziato come gli albi dei sodalizi dei corregionali nel mondo dell’Emilia Romagna, sulla base della separazione delle competenze fra Stato e regioni, siano di esclusiva gestione e competenza della Regione.  La Bartolini ha poi annunciato che le consulte regionali stileranno un documento sulla chiusura dei consolati e degli istituti Italiani di cultura in cui si chiederanno informazioni sulle motivazioni di queste scelte. Dopo aver sottolineato l’esigenza di andare a votare nelle migliori condizioni tecniche per il rinnovo dei Comites, la Bartolini ha auspicato la creazione di un gruppo di lavoro con i responsabili delle regioni che, insieme al Comitato di Presidenza del Cgie  e agli eletti della circoscrizione Estero,  segua momento per momento, mantenendo saldo l’obiettivo dei tre livelli di rappresentanza per gli italiani all’estero, il dibattito in Parlamento sulle riforme costituzionali . (Goffredo Morgia/Inform)

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