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mercoledì 27 novembre 2013

Donne e violenza. Serena Dandini all'Onu: Spoon River di rabbia


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Da “America Oggi”, 26.11.2013
Donne e violenza. Serena Dandini all'Onu: Spoon River di rabbia

NEW YORK - Nel giorno contro la violenza alle donne il Palazzo di Vetro si è tinto di arancione, colore simbolo dell'evento con un'iniziativa tutta italiana, mentre allo stesso tempo in parlamento a Roma si dichiarava guerra al femminicidio.
L'evento alle Nazioni Unite, voluto dalla rappresentanza permanente italiana si è concluso con il progetto artistico "Ferite a morte" sul femminicidio scritto e diretto da Serena Dandini che ha parlato della violenza alle donne durante un incontro con la stampa assieme all'ambasciatore all'Onu Sebastiano Cardi e a Lakshmi Puri, vice direttrice del UNWomen.
Sono 600 milioni le donne e bambine che vivono in paesi in cui la violenza domestica non è considerata un crimine, una vera "pandemia" secondo la vice direttrice esecutiva di UNWomen. Nella sala Trusteeship del Palazzo di Vetro ieri si è presentato un cast di stelle per portare all'attenzione mondiale le storie di vita vissuta, tragiche e anche di morte di donne raccontate dall'attrice e conduttrice televisiva Serena Dandini con "Ferite a morte". Assieme alle attrici Valeria Golino, Maria Grazia Cucinotta, la fotografa Nan Goldin, l'artista Marina Abramovic, Nona Hendrix ex componente delle Labelle, l'attrice americana Maureen Van Zandt vista nei Soprano, la regista americana Abigail Disney e Giovanna Calvino, figlia di Italo che vive negli Usa da venti anni.
Serena Dandini ha spiegato che i monologhi da lei allestiti assieme alla ricercatrice del Cnr Maura Misiti sono storie tratte dalla cronaca e rese in forma teatrale per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano del marito, dell'amante, del fidanzato o di un ex amico. "È una Spoon River nata dalla rabbia - ha spiegato Dandini -, ma anche con l'auspicio che sia un mezzo che indica ai governi di attivarsi. La violenza - ha sottolineato - non è un destino. In quei paesi in cui si fanno pratiche virtuose, le cose cambiano".  L'ambasciatore Sebastiano Cardi ha definito l'Italia "non immune" dalla violenza alle donne. "In Italia la situazione è drammatica e come tutti i paesi, il nostro non è immune dal grave problema. Per avere un'idea del fenomeno del femminicidio - ha aggiunto Cardi - basta sfogliare ogni giorno la stampa nazionale". La prima rappresentazione di "Ferite a morte" è stata data esattamente un anno fa a Palermo, alla vigilia della Giornata internazionale per la lotta contro la violenza alle donne e all'Onu, nell'occasione ieri era presente anche l'imprenditrice calabrese che si è ribellata alla mala, fondatrice del Movimento donne di San Luca e della Locride.
Maria Grazia Cucinotta, ambasciatrice contro la fame del Pam, ha definito la situazione in Italia "drammatica" ed ha auspicato che l'evento alle Nazioni Unite riesca a raccogliere consensi tra le nazioni. "È importante essere qui perché le donne che hanno subito violenza non si sentano sole, perché capiscano che c'è qualcuno che le sostiene, perché - ha sottolineato l'attrice - sia possibile per una donna sentirsi sicura e non una preda camminando nelle strade buie".
Cifre alla mano pubblicate da UNWomen da rabbrividire, ed è chiaro che si è di fronte ad una emergenza. L'Italia dal canto suo ha già sollecitato azioni e ha mosso i primi passi per debellare il fenomeno del femminicidio e al Palazzo di Vetro la nostra diplomazia si è attivata per portare proposte e atti concreti. L'Italia lo scorso anno ha promosso all'Onu l'adozione della risoluzione dell'Assemblea Generale contro le mutilazioni genitali femminili e non più di una settimana fa si è fatta promotrice di un'altra risoluzione contro i matrimoni precoci. Serena Dandini ha concluso auspicando che lo spettacolo echeggiato al Palazzo di Vetro possa servire alla campagna contro la violenza sulle donne. (Riccardo Chioni - America Oggi del 26 novembre 2013 /Inform)

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