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mercoledì 27 novembre 2013

L’Ue in risposta alla disoccupazione giovanile


COMMISSIONE EUROPEA

Da “Le 12 Stelle”, newsletter della Rappresentanza a Milano

L’Ue in risposta alla disoccupazione giovanile

MILANO - Nel 2014 la disoccupazione tra gli under 25 raggiungerà il 25% in Europa e sfiorerà addirittura il 40% in Italia. Il tema è da tempo al centro degli incontri e dei dibattiti politici di tutta Europa ma la situazione sembra più difficile da risolvere del previsto.

Per inquadrare meglio il problema è necessario evidenziare, come già affermato dalla Commissione europea, che il tasso di disoccupazione giovanile è doppio rispetto a quello per gli adulti. Inoltre, le possibilità per un giovane europeo di trovare lavoro sono molto basse e circa meno del 30% di coloro che erano disoccupati nel 2010 hanno trovato lavoro nel 2011. Alto rischio disoccupazione anche per chi abbandona il precorso formativo prima di aver ottenuto almeno un diploma: il 55% ha molte difficoltà nel trovare un lavoro.

Cosa far l’Europa per porre rimedio a questa situazione? Le istituzioni europee, in collaborazione con gli Stati membri, hanno messo al centro delle loro politiche il problema della disoccupazione giovanile.

L’iniziativa faro è la cosiddetta “Gioventù in movimento”. Approvata nel maggio 2011 dal Parlamento Ue su proposta della Commissione, questa iniziativa vuole migliorare i sistemi di istruzione e formazione europei favorendo l’avvicinamento degli studenti al mondo del lavoro già nel percorso scolastico e l’alternanza scuola-lavoro. L’iniziativa vuole anche rendere l’istruzione e la formazione più aderenti alle esigenze dei giovani attraverso un coordinamento delle politiche per individuare e stimolare l’azione a livello UE e nazionale, azioni specifiche destinate ai ragazzi come maggiore mobilità all’interno del mercato europeo del lavoro e maggiore sostegno ai giovani imprenditori attraverso programmi di micro-finanza.

Questa iniziativa è stata di recente rafforzata da due strumenti specifici, per contrastare gli effetti della crisi economica sui giovani europei.

Il primo strumento è la cosiddetta “Garanzia per i Giovani”, contenuta nelle raccomandazioni del Consiglio dell’Ue nell’aprile 2013. L’accordo prevede che ogni Stato membro assicuri ad ogni cittadino al di sotto dei 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.

Il secondo strumento, la “Iniziativa per l’occupazione giovanile” riguarda gli Stati membri dove il problema è più acuto. Tramite piani nazionali, gli Stati membri dovranno individuare delle azioni a sostegno dell’istruzione, dell’occupazione o della formazione dedicati ai giovani, in particolar modo a quelli che non studiano né lavorano e che risiedono nelle regioni dell’Unione con un tasso di disoccupazione superiore al 25 %.

Questi due strumenti verranno sostenuti dai fondi nazionali e dal bilancio dell’Unione europea. Oltre ai contributi del Fondo sociale europeo, gli Stati membri hanno deciso di destinare da subito 6 miliardi di euro sul periodo 2014-2015.

Il bilancio europeo è stato approvato di recente. È importante che ora i vari Stati membri elaborino al più presto i rispettivi piani nazionali per usare al meglio i finanziamenti disponibili e dare esecuzione alle misure a favore dell’occupazione giovanile.(Francesco Laera*-Le 12 Stelle/Inform)

* Rappresentanza a Milano della Commissione Europea

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