Per il reindirizzamento cliccate link to example

giovedì 4 luglio 2013

Alla Camera il seminario di studio “La Circoscrizione estero e la riforma del voto all’estero”

ITALIANI ALL’ESTERO

Alla Camera il seminario di studio “La Circoscrizione estero e la riforma del voto all’estero”

Fra le ipotesi esaminate nel corso del dibattito la possibilità di esercitare il voto presso ambasciate, consolati e istituti di cultura con urne elettroniche presidiate da pubblici ufficiali. Nissoli (Scelta Civica) : “rendere il voto all’estero più adeguato alle aspettative degli italiani nel mondo”


ROMA – Si è svolto a Roma, presso la Sala della Sacrestia della Camera dei Deputati, il seminario di Studio “La Circoscrizione estero e la riforma del voto all’estero”. L’incontro è stato promosso dalla deputata di Scelta Civica per l’Italia Fucsia Nissoli, eletta nella ripartizione Nord e Centro America. 

“La riflessione sul futuro della circoscrizione Estero – ha spiegato la Nissoli introducendo il dibattito - cade in un momento particolare della vita del nostro paese in cui si affronta il tema delicato del nuovo assetto istituzionale che, pur venendo incontro alle esigente poste dai tempi nuovi e dai cambiamenti sociali, non deve tradire quella grande cultura centrata sulla persona che viene fuori dalla nostra Costituzione che i padri costituenti sapientemente hanno saputo scolpire nella nostra carta fondamentale”. “All’estero – ha proseguito la Nissoli - abbiamo un sistema elettorale con le preferenze, diverso da quello previsto per l’Italia, che tuttavia va migliorato se non altro per assicurare un diritto di voto conforme all’articolo 48 della Costituzione per cui il voto deve essere personale, non delegabile, libero e segreto. Credo che oggi più che ripensare la circoscrizione Estero dovremmo focalizzare la nostra attenzione su come riformare le modalità di esercizio del voto all’estero, stabilite nella legge del 27 dicembre 2001 n.459 in attuazione dell’articolo 48 della Costituzione”. Dopo aver ricordato che negli ultimi anni la circoscrizione Estero ha subito vari tentativi di soppressione, la Nissoli ha infine sottolineato la necessità di rendere il voto all’estero più adeguato alle aspettative degli italiani nel mondo “eliminando sprechi e a volte forse anche sopraffazioni che ci possono essere all’interno delle comunità italiane”.  

Ha poi preso la parola il moderatore dell’incontro Gianni Lattanzio dell’associazione Dialoghi, che ha evidenziato l’esigenza sia non dimenticare la rilevanza numerica della circoscrizione Estero, dove risiedono più di 4 milioni di elettori, sia di trovare le migliori soluzioni, facendo convivere tradizione ed innovazione, per la rappresentanza degli italiani nel mondo. Lattanzio ha anche segnalato l’importanza dell’esperienza degli eletti all’estero per la crescita del nostro paese.

Dal canto suo il deputato di Scelta Civica per l’Italia Renato Balduzzi, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera, ha ricordato come la creazione della circoscrizione Estero esprima ancora oggi un valore costituzionalmente rilevante che però, approfittando dell’occasione del nuovo clima riformista del Paese, dovrebbe essere rivisto per quanto riguarda l’impalcatura dell’attuazione legislativa. Dopo aver evidenziato che l’attuale sistema di voto per corrispondenza non  garantisce grande affidabilità per quanto concerne la segretezza del suffragio, Balduzzi ha sottolineato la necessità di superare un’ambiguità della legge in vigore che non prevede nemmeno un tempo minimo di residenza in un paese straniero per i candidati della circoscrizione Estero.  Il Deputato ha poi elencato le varie opzioni di modifica del voto all’estero contenute in proposte di legge presentate nella scorsa legislatura. In questi contesti si parla ad esempio di espressione del voto in loco presso i consolati, le ambasciate e gli istituti italiani di cultura, di stampa delle schede elettorali in maniera centralizzata e di  segnalazione preventiva da parte dell’elettore della propria intenzione di partecipare al voto per corrispondenza attraverso l’iscrizione in uno specifico elenco. Da Balduzzi è stata poi valutata positivamente la possibile sperimentazione del voto elettronico. Una strada, quest’ultima, già indicata in una recente norma per le elezioni dei Comites.

 “Io penso – ha affermato Saverio Ruperto, docente dell’Università La Sapienza di Roma e già sottosegretario del ministero dell’Interno- che agli italiani nel mondo vada garantito l’esercizio del voto all’estero, anche perché in un contesto economico e politico sempre più globalizzato tutti possono dare il loro contributo, anche risiedendo al di fuori dai confini nazionali. ..Va inoltre ricordato che lo spirito di un popolo si conserva anche quando si espatria, perché all’estero si mantiene un’identità culturale e politica. C’è quindi ci sono varie ragioni per mantenere il voto degli italiani nel mondo”.

Ruperto anche poi sottolineato l’esigenza, di fronte alle numerose criticità emerse nelle passate tornate elettorali all’estero, di superare il voto per corrispondenza. Dopo aver scartato l’ipotesi dell’opzione preventiva espressa da chi vuole partecipare  al voto per corrispondenza, un accorgimento previsto nella proposta di riforma Malan che non risolverebbe i problemi di condizionamento del suffragio e violerebbe il principio di uguaglianza fra cittadini italiani in patria e all’estero , Ruperto ha infatti evidenziato la validità dell’esercizio del voto in loco direttamente presso le nostre sedi diplomatiche e gli Istituti Italiani di Cultura  che godono dell’extraterritorialità. Una procedura elettorale controllata che eliminerebbe i problemi di sicurezza del voto per corrispondenza e permetterebbe, visto che l’elettore viene identificato direttamente presso il seggio, di snellire le successive procedure di spoglio delle schede in Italia. Una soluzione, quella del voto in loco, che, secondo Ruperto, potrebbe essere ulteriormente migliorata con l’introduzione del voto elettronico. “Il voto degli italiani all’estero – ha precisato Ruperto - potrebbe essere un occasione per sperimentare, in un contesto limitato, il sistema elettronico che rappresenta senza dubbio anche il futuro delle elezioni in Italia, dove la procedura del seggio elettorale con le schede sta mostrando i sui limiti”.

E’ poi intervenuto Marco Mancarella, docente dell’Università del Salento, che ha evidenziato come l’Italia sia l’unico paese al mondo ad avere il codice dell’amministrazione digitale ed ha illustrato alcune tipologie di voto elettronico tra le più diffuse ed efficienti. Mancarella si è in primo luogo soffermato sull’opzione, da lui ritenuta più affidabile,  del e-voting, ovvero quella del voto con urna elettronica presso seggi presidiati con pubblici ufficiali. In questo caso, se si utilizzasse un urna elettronica simile a quella messa a punto in Messico per l’elezione del presidente,  l’italiano all’estero recandosi nei seggi, allestiti presso le ambasciate, i consolati e gli istituti di cultura, si troverebbe a pigiare un tasto per esprimere il proprio voto che, per consentirgli di controllare il suffragio espresso, verrebbe confermato su di un bigliettino cartaceo visibile per pochi secondi. Il bigliettino poi cadrebbe in un contenitore sigillato che potrebbe essere aperto dal presidente di seggio solo in presenza di contestazioni per un eventuale riconteggio dei voti. I dati cosi raccolti dall’urna elettronica tramite lo spingimento del tasto sarebbero poi inviati in Italia, per mezzo della rete telematica protetta RIPA (Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione), con un notevole risparmio di risorse, il rotolino di carta costa solo 2 euro,  di tempo e di energie per quanto riguarda lo scrutinio finale dei voti. In questo caso inoltre i risultati non viaggerebbero tramite la normale e vulnerabile rete di Internet. Per quanto invece concerne il voto da remoto, ovvero l’i-voting che viene già utilizzato con successo in Estonia e altri paesi , secondo Mancarella, sarebbe necessario approntare uno specifico portale del ministero dell’Interno, collegato al Sistema Pubblico di Connettività nazionale, a cui l’elettore potrà inviare il proprio voto dal computer. In questo caso partirebbero due buste elettroniche, contenenti rispettivamente la firma elettronica dell’elettore e il voto espresso, che percorreranno strade diverse. Mancarella ha infine ricordato che già oggi il decreto legge 67 del 2012  di riforma  del  sistema elettivo dei Comites preveda il possibile utilizzo della tecnologia informatica, con indicazioni generali che potrebbero essere utilizzate anche per le elezioni politiche ed europee.

Segnaliamo inoltre gli interventi del già consigliere del Cgie Domenico Delli Carpini, che ha parlato delle difficoltà connesse al voto presso i consolati in paesi dalle grandi distanze come gli Stati Uniti ed ha sottolineato come il suffragio da casa tramite computer renda l’elettore ancora più sensibile a possibili condizionamenti, e del vice presidente dei Trentini nel Mondo Aldo Degaudenz che ha auspicato il mantenimento della  circoscrizione Estero solo però in presenza di un’effettiva segretezza e correttezza dell’esercizio di voto. Ha infine preso la parola Gennaro Maria Amoruso, presidente associazione Calabresi nel Mondo, che ha auspicato per il voto all’estero una soluzione che preveda per la variegata comunità italiana nel mondo oltre al suffragio elettronico anche opzioni di tipo tradizionale. In ogni caso anche per Amoruso un voto più sicuro e corretto aiuterà il mantenimento della circoscrizione Estero. (G.M./Inform)  

Nessun commento:

Posta un commento