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lunedì 8 luglio 2013

Brasile: l’intollerabile ingiustizia delle doppie imposizioni fiscali

 SINDATATI
Da “SPInternazionale n. 12/2013”

Brasile: l’intollerabile ingiustizia delle doppie imposizioni fiscali

Migliaia di pensionati italiani in Brasile pagano l’incapacità dei due Stati a sanare un contenzioso aperto dall’anno 2000

ROMA - E’ uscito oggi il numero 12/2013 di “SPInternazionale, edito dal dipartimento internazionale del Sindacato Pensionati Italiani della CGIL. Tra i principali articoli di questo numero: “Da Atene la sfida della FERPA”; “Emigrazione: quelle tragedie dimenticate”; “Per un’Europa sociale e senza frontiere”; “Brasile: l’intollerabile ingiustizia delle doppie imposizioni”, articolo quest’ultimo che qui di seguito pubblichiamo. Ricordiamo che SPInternazionale si può leggere e scaricare dal sito www.spi.cgil.it

La maggior parte delle convenzioni estere stipulate prevede la detassazione delle pensioni dell’Inps da parte dell’Italia e la tassazione da parte del Paese di emigrazione e residenza. A introdurre e sostenere il principio della tassazione in un solo Paese è la stessa Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il cui modello è attualmente applicato nella stragrande maggioranza delle convenzioni contro le doppie imposizioni.

Le convenzioni stipulate con Brasile, Canada, Francia, Svezia, Lussemburgo, Finlandia e Tailandia prevedono invece regole di detassazione diversificate rispetto alla normativa generale. Si tratta delle convenzioni in base alle quali è prevista o la tassazione della pensione nel solo Stato di erogazione, anziché quello di residenza, oppure la doppia tassazione con eventuale credito di imposta a carico di un Paese contraente.

In particolare per il Brasile la convenzione contro le doppie imposizioni fiscali, ratificata nel 1980, pur prevedendo la tassazione delle pensioni nel solo Paese di residenza, prevede delle eccezioni in base ai limiti di imponibile e al tipo di pensione, se previdenziale o assistenziale. La convenzione infatti stabilisce all’articolo 18, comma 1, che l’ammontare della pensione che eccede nell’anno solare una somma pari a 5.000 dollari statunitensi è imponibile in entrambi gli Stati contraenti.

Migliaia di pensionati italiani residenti in Brasile subiscono quindi su una parte delle loro pensioni un doppio prelievo fiscale che si perpetua da anni, in quanto tra i due Paesi dal 2000 è in corso un contenzioso sull’interpretazione e l’applicazione di vari articoli della Convenzione.

Secondo lo Stato sudamericano l’articolo 19 della convenzione gli riconosce la potestà fiscale sulle pensioni italiane pagate in Brasile, come d’altronde si era in pratica verificato fino all’anno 2000 (quando improvvisamente lo Stato italiano ha iniziato a tassare alla fonte la parte eccedente i 5.000 dollari). Secondo lo Stato italiano invece va invece applicato l’articolo 23 che prevede il riconoscimento da parte del Brasile del diritto alla deduzione fiscale su quanto pagato in Italia.

E’ in ogni caso intollerabile che a causa di un contenzioso amministrativo, addebitabile esclusivamente all’inadempienza delle autorità competenti in materia, da anni i pensionati

italiani residenti in Brasile debbano subire questa palese ingiustizia.

In attesa della soluzione del contenzioso tra i due Paesi e del perfezionamento della Convenzione, una prima immediata risposta può venire dal semplice innalzamento ad un importo più adeguato della soglia sopra la quale si applica la doppia tassazione, rimasta ferma ai 5.000 dollari fissati nel 1980. Senza dimenticare di rimborsare ai pensionati italiani almeno le somme loro indebitamente trattenute, che comunque non compenseranno i disagi subiti con questa ingiustizia. (SPInternazionale dell’8 luglio 2013 /Inform)

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