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lunedì 1 luglio 2013

Il ministro degli Esteri a “Repubblica” sulla scomparsa di Margherita Hack

RASSEGNA STAMPA
Il ministro degli Esteri a “Repubblica” sulla scomparsa di Margherita Hack

Bonino: “Lei, così libera e così burbera sapeva farsi ascoltare dai giovani”

ROMA - Si somigliano. Battagliere, dirette, brusche, libere. Per quasi quarant’anni hanno incrociato le loro vite spese tra ricerca scientifica e lotte civili, sempre con spirito profondamente laico. E ora che Margherita Hack non c’è più, il ministro degli Esteri Emma Bonino, che la scienziata avrebbe voluto presidente della Repubblica, la ricorda. Con rimpianto.

Quando vi siete conosciute?

«Non ricordo il giorno, ma allo stesso tempo non ho memoria di una battaglia politica dal 1976, in cui lei non sia stata una presenza costante».

Femminista in anticipo sui tempi?

«Sì, il suo femminismo si è tradotto nella ricerca dell’eccellenza, nella scelta di studiare all’estero e di insegnare ma anche la sua storia privata ne è testimonianza. In un’epoca, 70 anni fa, in cui questo non era certo facile per una donna».

È stata compagna di battaglie radicali, dalla libertà di ricerca e di scelta

«Pur muovendo da posizioni più schierate a sinistra mi ricordo il suo impegno per le nostre lotte, con l’associazione Coscioni ad esempio. Si era fatta persino promotrice di un comitato Bonino for president che aveva tra i suoi saggi Arbore e Fendi a dimostrare la sua libertà dagli steccati culturali».

Da Trieste guardava al mondo?

«Sì, un mondo lontano che per lei professionalmente era rappresentato dalle galassie ma che è per molti versi una metafora dell’Italia migliore, quella che non si rassegna a guardarsi l’ombelico e a dividersi senza che questo esprima passioni, né idee o conoscenza. Un’Italia che deve mantenere il telescopio della conoscenza puntato sul mondo per sfuggire al declino culturale prima che economico».

Donna di carattere?

«Brusca, di cattivo carattere si direbbe come per tutti quelli che ne hanno uno forte. Uno spirito critico libero, appassionato, anticonformista, rifiutava riti, rituali, gesti convenzionali, il parlare mediato da circonlocuzioni incomprensibili per la gente comune».

Un esempio peri giovani?

«Sì, le nuove generazioni che hanno bisogno di aprirsi al mondo che cambia, hanno molto dai imparare da lei». (Caterina Pasolini - la Repubblica del 30 giugno 2013)

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