Per il reindirizzamento cliccate link to example

lunedì 4 novembre 2013

Mario Giro: “Nuovo esilio (da evitare) per Dante”

RASSEGNA STAMPA
Articolo del sottosegretario agli Esteri su “Il Sole 24 ore” di oggi

Mario Giro: “Nuovo esilio (da evitare) per Dante”

ROMA - Il 2015 è il 750 ° della nascita di Dante Alighieri, ma potrebbe essere anche ricordato come l’anno della fine della Società Dante Alighieri, fondata nel 1889 da Giosuè Carducci per diffondere la lingua italiana nel mondo. Dal 2009 i tagli hanno più che dimezzato il contributo alla Dante Alighieri e il 2013 si è chiuso con un passivo per circa 500mila euro.

L’aspetto paradossale è che il dissesto riguarda solo la sede in Italia. All’estero l’insegnamento della nostra lingua - la quarta più studiata al mondo - è un affare redditizio per le 400 Società Dante, in attivo per circa 20 milioni di euro. Il fatto è che ogni società locale è autonoma, mentre in Italia la centrale è un ente pubblico e quasi non può ricevere donazioni private né usufruire delle agevolazioni del 5 per mille.

È in corso la trasformazione della ragione sociale della Società in una Onlus, più flessibile e legata alla sua rete. Ma ci vuole tempo. Così in Italia la Dante si spegne nell’indifferenza generale, mentre all’estero la sua fama cresce. Se nel prossimo triennio il contributo pubblico di 555mila euro annui non aumenterà, il deficit diverrà insostenibile e la Dante a Roma chiuderà.

Nel decreto "Destinazione Italia" il Governo ha riconosciuto la lingua italiana come strumento essenziale di diplomazia culturale e quindi di crescita economica, ma nella proposta di legge di stabilità 2014 non c’è alcuna inversione di tendenza. La Dante Alighieri è l’attore più antico della nostra promozione linguistica e culturale all’estero, dove vanta tra i suoi sostenitori ed ex allievi personalità come il presidente boliviano Evo Morales, il principe delle Asturie Filippo, lo scrittore albanese Ismail Kadaré e il pilota Michael Schumacher.

Pochi sembrano invece i suoi estimatori in Italia. Il decreto cultura approvato la scorsa estate ha permesso di dare respiro ad alcuni gioielli e beni culturali del nostro Paese. La lingua è un bene intangibile e possiede una buona reputazione. Non possiamo permetterci di lasciar morire questo tesoro di promozione linguistica. Non possiamo dilapidare il suo patrimonio, ma occorre darle un segnale di sostegno proprio in questa fase di transizione. La Società Dante Alighieri non può andare alla deriva nel silenzio generale. (Mario Giro* - “Il Sole 24 ore” del 4 novembre 2013)

* Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri

Nessun commento:

Posta un commento