Per il reindirizzamento cliccate link to example

martedì 26 novembre 2013

Incontro tra deputati e Cgie, il dibattito

CAMERA DEI DEPUTATI
Incontro tra deputati e Cgie, il dibattito

Gli interventi dei consiglieri e dei parlamentari (Agostini, Coscia, Fedi, Porta, Garavini, Bueno e Fiano) sui temi posti all’attenzione dal segretario generale, Elio Carozza: valorizzazione delle collettività all’estero, promozione di lingua e cultura italiana, servizi consolari e sistema di rappresentanza

ROMA – Molti i consiglieri ed i parlamentari che sono intervenuti ieri alla Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati all’incontro promosso con il Consiglio generale degli italiani all’estero per riportare i temi che animano le riunioni del Cgie richiamati dall’intervento di apertura del segretario generale, Elio Carozza: valorizzazione delle collettività all’estero per la ripresa italiana, promozione di lingua e cultura italiana, servizi consolari e tutte le questioni relative al sistema di rappresentanza degli italiani all’estero.

Per la Commissione Affari costituzionali, direttamente interessata alle proposte di riforma costituzionale che il Governo di propone di assumere in questa legislatura, è intervenuta la vice presidente Roberta Agostini (Pd), che ha espresso attenzione e disponibilità all’ascolto rispetto alle questioni sollevate in questa sede. “Credo che sia stato sottovalutato il valore degli italiani all’estero quando si è parlato della soppressione della circoscrizione Estero e sono dell’avviso che, partendo della difficoltà che sono state evidenziate, occorra affrontare il problema delle modalità di voto e mantenere la rappresentanza parlamentare – ha affermato Agostini, annunciando la riproposizione della proposta di legge Finocchiaro sulla messa in sicurezza del voto per corrispondenza (discussa nella passata legislatura senza giungere all’approvazione da parte del Parlamento). Disponibilità è stata manifestata anche per una prossima audizione del Cgie alla Commissione Affari costituzionali della Camera proprio su questi temi.

Sulla riorganizzazione del sistema di promozione di lingua e cultura italiana all’estero ha manifestato la disponibilità ad un impegno della Commissione Cultura Maria Coscia, capogruppo del Pd nella VII Commissione, che ha voluto sottolineare come con il nuovo Governo sia in corso un’inversione di tendenza rispetto ai tagli che si sono succeduti negli ultimi anni, richiamandone a prova il Decreto cultura recentemente approvato.

In rappresentanza delle Regioni è intervenuta invece Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romangoli nel mondo, che ha definito il momento attuale “un punto di svolta” nei rapporti tra italiani all’estero e Paese di origine: “oggi si gioca una partita il cui esito sarà il proseguimento o l’interruzione di un rapporto tra connazionali e istituzioni italiane – ha affermato, riprendendo i temi dell’intervento di Carozza ed evidenziando come il sistema di rappresentanza vada sostenuto nella sua interezza. “Grave è stato il mancato rinnovo dei Comites, mancanza che non ci ha consentito di intercettare in questi ultimi anni il protagonismo giovanile delle nostre collettività e che si è riversata sugli altri organi di rappresentanza – prosegue Bartolini, che definisce poi la proposta dei saggi di soppressione della circoscrizione Estero “non una soluzione, ma un giudizio morale”, ribadisce l’importanza di una presenza nelle due Camere del Parlamento, della promozione della lingua italiana e del coinvolgimento, il più possibile inclusivo, delle collettività all’estero nei processi di internazionalizzazione.

Una posizione critica sulle modalità dell’incontro con i parlamentari viene espressa dal consigliere Alberto Di Giovanni (Canada), che lascia l’incontro ritenendolo analogo ai lavori del Cgie, senza il valore aggiunto dell’interlocuzione parlamentare, mentre il presidente del Comitato sugli italiani all’estero e la promozione del sistema Paese, Fabio Porta, tiene invece a sottolineare l’importanza dell’occasione di dialogo fornita da questa giornata e testimoniata anche dalla presenza del vice presidente della Camera, Marina Sereni, oltre che dei parlamentari impegnati nelle Commissioni che si occupano dei temi sollevati.

Una rilevanza evidenziata anche da Marco Fedi, deputato eletto per il Pd nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, che torna sul regolamento per l’elezione che porterà al rinnovo dei Comites. “È importante che il Cgie presenti le sue considerazioni su questo tema – afferma Fedi, richiamando la necessità in proposito di un’interlocuzione con il Governo in vista dell’ “attività che quest’ultimo deve svolgere di indirizzo e di controllo nei confronti della Farnesina”. Un’attività che secondo Fedi dovrebbe indurre anche ad interventi di razionalizzazione e revisione complessiva del Mae già richiamati anche dal segretario generale nel suo intervento. Condivide l’analisi di Bartolini sul “punto di svolta” delle politiche relative ai connazionali all’estero Laura Garavini, deputata eletta per il Pd nella ripartizione Europa, che esprime anche “amarezza” per l’assenza all’incontro di alcune forze politiche. “Dobbiamo invece lavorare tutti insieme sulle tematiche che riguardano i connazionali, che dovrebbero essere le nostre priorità politiche – afferma l’esponente democratica, tornando sui temi già richiamati (promozione della lingua italiana, che dovrebbe escludere interventi di chiusura degli IIC, internazionalizzazione e ruolo delle collettività all’estero, anche attraverso la formazione di nuove ed importanti professionalità garantite dalle scuole italiane nel mondo, voto all’estero, che non deve essere abolito ma messo in sicurezza , e sulla proposta di legge che verrà ripresentata in proposto dal Pd e su cui Garavini chiede il sostegno del Cgie). “Ammiro il Cgie per questa iniziativa – conclude - perché è necessario ed importante non lasciarsi prendere dallo scoramento ma continuare ad essere propositivi sui singoli temi”. Critico sull’adozione del voto elettronico per il rinnovo dei Comites Carlo Consiglio (Canada), che teme le ripercussioni sulla partecipazione al voto, mentre rileva come il Cgie forse non sia riuscito a trasmettere quali sono i temi su cui sta “conducendo le sue ultime battaglie, rappresentanza e rete consolare” in primis. Temi su cui chiedono a Governo e Parlamento di intervenire nei confronti del Mae anche i consiglieri residenti negli Sati Uniti Walter Della Nebbia e Silvana Mangione, quest’ultima anche vice segretario generale del Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei. Della Nebbia, in particolare, ritiene il Parlamento, piuttosto che il Mae, “nostra sede naturale nei prossimi mesi, nostro interlocutore diretto” e sottolinea l’importanza della presenza dei parlamentari, anche se in gran parte solo del Pd, che comunque – rileva – è partito al governo, mentre Silvana Mangione giudica incomprensibile il procedere del piano di ri-orientamento della rete dopo l’impegno assunto circa un anno e mezzo fa dall’allora ministro degli Esteri, Giulio Terzi, di una consultazione parlamentare preliminare ad ulteriori provvedimenti di chiusura. “Non riusciamo a capire quali sono i criteri alla base delle chiusure, specie se pensiamo alla valenza economica di aree come quelle di Edmonton, Durban, Newark, Adelaide e Brisbane, pur con tutto il rispetto di Paesi come il Vietnam, in cui viene invece prevista l’apertura di una sede consolare – afferma il vice segretario, ribadendo come la presenza della collettività italiane all’estero, già consolidata, abbia caratteristiche, potenzialità e necessità peculiari che non possono essere sostituite o considerate sovrapponibili a quelle della nuova emigrazione, che ha caratteristiche molto diverse dalla prima. Torna infine sulla proposta di abolizione della circoscrizione Estero formulata dai saggi chiedendo “in quale limbo vengono messi i connazionali residenti all’estero se possono votare, ma la loro circoscrizione non esiste”.

Intervengono poi Michele Schiavone (Svizzera) che evidenzia come gli italiani all’estero siano portatori di “un’idea più lungimirante” riguardo al futuro del Paese, prospettiva che dovrebbe appartenere anche ai parlamentari, per un confronto “non al ribasso, ma funzionale ad un effettivo rilancio cui vogliamo dare un nostro contributo”, e Renata Bueno, eletta nella ripartizione America meridionale per l’Usei (gruppo Misto/Maie alla Camera) che, già intervenuta nella plenaria del Cgie successiva alle elezioni politiche, ribadisce la sua disponibilità ad ascoltare le questioni di interesse per i connazionali. Sottolinea la grande sfida che si trovano ad affrontare i parlamentari eletti all’estero Walter Petruzziello (Brasile), nel porre all’attenzione dell’intero Parlamento proposte di legge che riguardano le collettività emigrate - sfida i cui risultati egli giudica al momento non soddisfacenti – mentre Augusto Sorriso (Stati Uniti) ritorna sulla questione delle chiusure consolari, giudicando insoddisfacenti i criteri di razionalizzazione adottati. Conferma la possibilità di un’audizione del Cgie alla Commissione Affari costituzionali anche Emanuele Fiano, capogruppo del Pd in I Commissione alla Camera, che esprime la contrarietà del partito alla soppressione della circoscrizione Estero e all’ipotesi di limitare la presenza del collegio estero al Senato delle Regioni, mentre sostiene le misure per la messa in sicurezza del voto. Richiama l’importanza dell’esperienza italiana di rappresentanza degli italiani all’estero Bruno Capaldo (Francia), che sottolinea come la Francia l’abbia presa ad esempio e stia ora progettando una forma di rappresentanza intermedia tra parlamentari eletti dei francesi all’estero e le collettività analoga ai nostri Comites. Parla di un Paese “ripiegato su se stesso e bloccato” Franco Narducci (Svizzera), già deputato eletto nella ripartizione Europa, situazione politica non dovuta al Cgie “che ha sempre interloquito con i gruppi parlamentari”, ma piuttosto frutto di un’ “occasione persa” da parte di questi ultimi. Una situazione di ristagno che si riflette “nel pantano in cui sono finite le politiche per gli italiani all’estero in questi ultimi anni” e “il Cgie farebbe male – dice - se non richiamasse la classe politica alle sue responsabilità, se non evidenziasse come si sia perso di vista il potenziale rappresentato dai connazionali”. Potenziale che secondo Narducci potrebbe essere valorizzato a partire dall’internazionalizzazione, “trovando soluzioni attraverso il lavoro che è già stato fatto dal Cgie”, “creando sinergie e rafforzando il dialogo tra le diverse realtà coinvolte”. Narducci parla anche di un “rapporto deteriorato tra Cgie, parlamentari e Mae” che non contribuisce al rilancio delle politiche per gli italiani all’estero, ma piuttosto “favorisce lo status quo”.

Proprio alla ripresa di un confronto costruttivo punta invece l’incontro promosso alla Camera, “incontro significativo sia a livello formale che sostanziale – conclude Porta, che intende sottolineare soprattutto le “luci”, le presenze e la partecipazione riscontrata, e assicura il proseguimento di questo percorso. (Viviana Pansa – Inform)

Nessun commento:

Posta un commento